Cultura & Società

La Toscana per Luzi e Doni

LUZI: Così il ricordo in Toscana

di Nino Alfiero Petreni

Tre anni fa, esattamente il 28 febbraio 2005, moriva nella sua casa fiorentina di via Bellariva, il poeta e senatore Mario Luzi (nella foto). Era un lunedì mattina presto, quando la fida Isolina, che da anni lo accudiva amorevolmente, dopo avergli preparato la colazione, non vedendolo arrivare, lo trovò morto nel suo piccolo letto della cameretta francescana piena, come tutto l’appartamento affacciato sull’Arno, di libri, lettere, giornali.

Subito la notizia, battuta dalle agenzie, fece il giro del mondo, tanta era la notorietà del poeta. Grande il cordoglio, tutta la città, ma non solo Firenze, gli rese omaggio, prima in palazzo Vecchio e successivamente in Santa Maria del Fiore, durante la Messa presieduta dal Cardinale Antonelli, alla presenza del Presidente Azelio Ciampi, che pochi mesi prima (il 14 ottobre 2004 ) lo aveva nominato «senatore a vita per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo letterario ed artistico».

Da allora molti gli eventi in suo nome, molti i premi letterari a Lui dedicati, molte le biblioteche intitolate a Mario Luzi. Il tutto frutto di un amore, un rispetto per il poeta, e per il suo indubbio impegno civile. Ora che ci avviciniamo alla data del 28 febbraio segnaliamo con piacere alcune manifestazioni in suo ricordo:

All’Ospedale di Nottola (Comune di Montepulciano), lo scorso 15 febbraio, in occasione della presentazione della seconda edizione del Premio «Nottola-Mario Luzi» è stata intitolata al poeta la biblioteca dell’ospedale. Nell’occasione il direttore dell’Asl 7 di Siena dott. Scura ha illustrato il progetto «Un libro e un volontario per amico». Il Centro studi «La barca» di Pienza ha donato alla biblioteca alcune opere di Mario Luzi come inizio della costituzione di una sezione dedicata proprio all’opera poetica luziana. È appena il caso di ricordare che Mario Luzi, il 12 settembre del 2003 mentre era a Pienza, colpito da un attacco di cuore, fu prontamente ricoverato nell’ospedale di Nottola. Durante quella dolorosa ma positiva esperienza, Luzi scrisse la bella poesia «Nottola» che la Direzione ha posto all’ingresso:Perfido giornoChe non vuoi salire,i minuti sono orele ore secoliper l’uomo che ti aspettada una rigorosa prigioniadi silenzio e d’immobilità coatta.

A Firenze, giovedì 28 febbraio alle ore 21 nella Chiesa di Santa Monaca, con il Patrocinio dell’Assessorato alla valorizzazione delle tradizioni popolari fiorentine, «Omaggio a Mario Luzi – Il termine, la vetta», con interventi di Caterina Trombetti, e dell’Assesore Giani. Seguiranno le testimonianze di Anna benedetti, Cosimo Ceccuti, Renzo Cassigoli e Carmelo Mezzasalma. Un gruppo di attori per la regia di Paolo Bussagli, interpreteranno poesie luziane scelte da Caterina Trombetti, poetessa e amica del poeta.

A Semproniano (Grosseto) sabato primo marzo, presente Gianni Luzi (figlio del poeta), il Comune porrà una targa commemorativa nella casa abitata da Mario Luzi. Massimo Gennari, cugino di Luzi, e Marco Marchi ricorderanno il poeta.

A Pienza sabato primo marzo alle ore 16 nella Sala del consiglio Comunale, il Comune di Pienza, il Centro studi «La barca» in collaborazione con la Diocesi di Montepulciano, la Pro-Loco, e la Fondazione San Carlo Borromeo, invitano ad una cerimonia ricordo. Dopo i saluti del Sindaco Marco del Ciondolo, di Gianni Luzi, sguiranno gli interventi degli studiosi Marco Marchi, Annamaria Murdocca, Giancarlo Quiriconi, Mario Specchio, che insieme a Stefano Verdino, fanno parte del Centro pientino.

Al termine della cerimonia verrà distribuita una plaquette curata da Paolo Andrea Mettel per l’edizioni Tallone. La poesia sottolinea lo speciale rapporto che legava Mario Luzi a Pienza e alla Val d’Orcia.

L’omaggio della «sua» PienzaQuesti i primi versi della poesia scelta da Paolo Andrea Mettel per ricordare Mario Luzi e il suo legame con Pienza e con la Val d’Orcia: La strada tortuosa che da Siena conduce all’Orciatraverso il mare mossodi crete dilavateche mettono di marzo una peluria verdeè una strada fuori del tempo, una strada apertae punta con le sue giravolte al cuore dell’enigma.

Versi splendidi che trovano piena conferma in questo periodo dell’anno per la «peluria verde» che si sta allargando nelle crete della Valle. Dicevamo dello speciale rapporto di Mario Luzi con Pienza. La città di Pio, infatti, nel 1994 in occasione dell’ottantesimo compleanno di Luzi, gli conferì la cittadinanza onoraria. Ed il poeta (che era nato a Sesto Fiorentino nel 1914), molto riconoscente, pochi anni dopo, esattamente il 2 di settembre del 1997, con atto Notarile, volle donare, come atto di «riconoscenza verso l’Amministrazione Comunale di Pienza, i libri che compongono la sua personale biblioteca, e le carte dell’archivio», che il Centro studi «La barca» custodisce gelosamente mettendo il prezioso materiale a disposizione degli studiosi dell’opera luziana e dei numerosi laureandi che vi si rivolgono per le loro ricerche.

DONI: L’opera tra spiritualità e storia

di Vincenzo Arnone

Il Convegno di studi sulla narrativa di Rodolfo Doni, in programma a Firenze il 25 febbraio, potrebbe per vari motivi essere giustamente definito storico: per quello che ha scritto su Firenze da cinquant’anni a questa parte; per quello che ha scritto sulla politica italiana in chiave narrativa; per quella dimensione cristiana che ha sempre caratterizzato le pagine dei suoi romanzi e per la qualità culturale dei relatori.

Il convegno è coordinato da Franco Zangrilli, cattedratico della City Universty di New York e autore di vari saggi sulla narrativa di Doni. Tra i relatori ricordiamo padre Bartolomeo Sorge, padre Ferdinando Castelli, Fabrizio Guarducci, Andrea Guiati, Carmelo Mezzasalma, Tommasina Gabriele, Nicoletta Pascu….

Il titolo dato al convegno, «Spiritualità e storia nell’opera di Rodolfo Doni», mette già insieme sullo stesso binario due termini molto ricorrenti nei romanzi del Doni: La spiritualità cristiana con le sue scelte, i suoi drammi, la sua mistica, i suoi dubbi e la storia nel suo ingranaggio di fatti, di eventi, che fanno la politica, grande e piccola.

Il Convegno analizzerà quel che letterariamente e spiritualmente hanno offerto i romanzi di Doni a cominciare da Sezione Santo Spirito degli anni Cinquanta, fino a La Conversione, uscito proprio in questi giorni, passando per altri come Servo inutile, La doppia vita, La città sul monte, Dialoghi con Lorenzo. È un modo come ripercorrere cinquant’anni della nostra letteratura e della nostra storia e della storia fiorentina in maniera particolare, allorquando Doni scriveva dei piccoli fatti delle sezioni politiche, della vita di La Pira, delle avventure degli anni del terrorismo…

Ancora più rilevante e importante è il fatto che lo stesso Convegno di studi, due giorni dopo, il 27 febbraio, si terrà a Roma, a cura della comunità di Sant’Egidio con relazioni del cardinale Angelo Comastri, di Andrea Riccardi e dello stesso Franco Zangrilli.

Due avvenimenti culturali di grande importanza per cui Benedetto XVI ha voluto far avere un saluto di augurio e di felicitazione: «Benedetto XVI formula ogni miglior auspicio al prossimo incontro di studio fiorentino e romano e invocando lo Spirito del Signore, è ben lieto di inviarle speciale benedizione apostolica, volentieri estendendola agli illustri relatori, ai partecipanti e a quanti le sono cari».

Abbiamo posto allo stesso Rodolfo Doni alcune domande riguardanti la dimensione religiosa della sua narrativa e l’idea-chiave del suo ultimo romanzo.

«Chiedermi della mia dimensione religiosa cristiana – è rispondendoti con una battuta – come chiedermi se respiro per vivere…. Dagli anni della guerra quando trovai la fede in un letto di un ospedale militare, l’ho anche raccontato ne La doppia vita ( edizione ultima Oscar Mondadori, Scrittori del Novecento ), mi sono nutrito della Eucaristia ogni settimana, e dalla morte del mio ultimo figlio nel 1990, ogni sera. Dove avrei potuto ritrovare il mio ventiduenne Lorenzo se non in Lui? Quale altra ricchezza per noi tutti se non in Lui? Uso dire, anche riguardo al mio ultimo libro che io sento come due anime nel mio scrivere, quella della fede e quella estetica.Esse talvolta – parlando in generale – possono venire a conflitto. Molte volte però, come i grandi artisti del passato ci dimostrano , consentono la grande arte».

«Nell’ultimo libro, La conversione – continua Doni –, il protagonista Marco aveva una fede “sociologica” fin da ragazzo, poi via via l’ha tradita, ma, ecco un banale incidente di sci costringendolo a letto, lo porta a riflettere a tutta la vita: le sue due famiglie, l’utile cui esclusivamente ha ispirato l’attività della azienda…. Inizia da qui il suo processo di conversione, che via via si sviluppa nel romanzo…. Chi legge vedrà. Lo sciuperei riassumendolo».

Il convegno sullo «Scrittore dell’anno»Ha un respiro internazionale il convegno che si terrà nella Chiesa San Jacopo in Campo Corbolini (via Faenza 43) lunedì 25 febbraio sulla figura dello scrittore pistoiese, ma fiorentino d’adozione, Rodolfo Doni, Premio Selezione Campiello, Premio Estense, Premio alla Carriera – Scrittore Toscano dell’anno 2007. È intitolato «Spiritualità e storia nell’opera di Rodolfo Doni» ed è curato da Franco Zangrilli. Ha ricevuto un messaggio augurale dal Papa ed è promosso dall’Istituto Lorenzo dé Medici, con il patrocinio del Comune di Firenze, e in collaborazione con il Dipartimento di storia delle Arti e dello Spettacolo dell’Università di Firenze e del Marist College di New York. Interverranno ai lavori critici e letterati quali Franco Zangrilli, della City University of New York, Giuseppe Costa, direttore della Libreria editrice Vaticana, Umberto Mariani della Rutgers University, Andrea Guiata della State University of New York at Buffalo, Ferdinando Castelli della Pontificia Università gregoriana, Bartolomeo Sorge, direttore di «Aggiornamenti sociali». La «Conversione», ultima faticaConsiderato dalla critica uno dei maggiori narratori contemporanei e il massimo scrittore cattolico vivente, Rodolfo Doni esce con un nuovo romanzo, Conversione (Mauro Pagliai Editore, pp. 336, euro 13), nel momento stesso in cui Firenze e Roma lo celebrano con un convegno internazionale e una grande e autorevole presentazione. Conversione è l’opera più compiuta di Doni, quella in cui la sua ispirazione cristiana viene meglio espressa. La storia si avvita attorno alla crisi individuale e spirituale del protagonista di fronte allo sgretolamento della sua vita familiare e ai molti peccati di passione che compie. Una lunga degenza all’ospedale è per lui l’occasione per una dolorosa indagine sui fallimenti e sulle speranze della sua vita, scissa tra un’amante segreta e una famiglia che non vuole perdere e che vuole rinsaldare nei suoi principi e nei suoi valori: «Perché tutto questo male? Male-dolore, male-errore, male-colpa, questa anti-natura; male individuale e storico. Di tutto si può dubitare fuorché della realtà di cui ci sentiamo immersi e vittime; e che ci comporta e consente di mettere in questa vita ciò che solo è veramente nostro: la sofferenza».