Cultura & Società

La teologia di Pinocchio

Da studente della Facoltà di lettere si è laureato con una tesi su Pirandello. Da studente della Facoltà teologica si è avventurato nell’ermeneutica di Pinocchio. Massimo Marretti, giovane sacerdote fiorentino, ha messo a profitto, come dice il suo arcivescovo Ennio Antonelli, «la competenza letteraria, maturata negli anni dell’università prima e dopo il suo ingresso nel Seminario diocesano, coniugandola con lo studio e l’interesse della teologia». Si spiega così la scelta, piuttosto particolare per un baccalaureato, di un tema come la ricognizione delle principali letture teologiche del Pinocchio collodiano.

Il lavoro di don Marretti (ora raccolto in volume da Pagnini Editore con il titolo Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi. Alcuni contributi ermeneutici, pp. 99, euro 14,00) si sofferma sulle letture cosiddette «teologiche» della storia del più noto tra i burattini. «Si tratta di interpretazioni maturate e fiorite – spiega lo stesso autore – nell’alveo della cultura cattolica italiana novecentesca per la riflessione sul testo da parte di alcuni dei suoi più significativi esponenti». Sono stati presi in esame soprattutto i contributi di Piero Bargellini e di Giacomo Biffi, con un accenno a un intervento in materia di Carlo Betocchi.

L’ex sindaco di Firenze, «con il suo La verità di Pinocchio, dà inizio al filone critico collodiano e a lui si richiamano come a una sorta di musa ispiratrice quanti in seguito tentano un approccio teologico alle Avventure di Pinocchio».

Il cardinale, «da parte sua, è uno dei maggiori “pinocchiologi” italiani viventi. Autore di Contro Maestro Ciliegia (uscito nel 1977 e ristampata più volte, anche in edizione tascabile), Biffi si è occupato di Collodi e, nella fattispecie, di Pinocchio in diverse occasioni, non mancando di suscitare reazioni polemiche in particolare a causa del fraintendimento di alcune sue affermazioni sul rapporto fra Collodi, Pinocchio e il Risorgimento italiano”.

A partire dallo studio di questi autori, don Marretti tenta una sintesi cercando di mettere in luce come un testo, quale quello di Pinocchio, «offra in sé la possibilità di letture globali, dal momento che è esso stesso, per così dire, a trascendersi e ad aprirsi a prospettive ulteriori rispetto alla volontà esplicita dell’autore».

Il cardinale Antonelli, che firma la prefazione al volume, indica, da teologo e storico dell’arte, «le implicanze e le valenze teologiche non solo di Pinocchio, ma attraverso Pinocchio (in cui esse risplendono in modo nitido e terso) della genuina opera d’arte, letteraria, musicale, figurativa che sia. L’opera d’arte dunque – spiega Antonelli rifacendosi a uno scritto di Romano Guardini analizzato in conclusione del volume – se essa è veramente tale e se chi le si avvicina ha uno sguardo penetrante, nasce, e perciò ne è segno, dall’incontro dell’artista con la realtà che lo colpisce in un suo oggetto: per Collodi l’incontro con un burattino di legno che diventa figura dell’uomo e del destino della vita umana, chiamata a innalzarsi dalle brutture e dalla legnosità del peccato (il Pinocchio di legno) alla gloria della filiazione divina in Cristo morto e risorto (il Pinocchio bambino di carne e ossa)».A.F.

Massimo Marretti, Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi. Alcuni contributi ermeneutici, Firenze, Pagnini Editore, pp.96, euro 14,00.