Cultura & Società

Leaders for peace: card. Parolin ai giovani, «siate costruttori di pace nelle vostre nazioni martoriate da conflitti»

«La Chiesa, affermava Giovanni Paolo II, ha sempre insegnato e insegna anche oggi un assioma molto semplice: la pace è possibile» anzi «è doverosa», ha ricordato Parolin. Essa va costruita «sui quattro pilastri indicati da Giovani XXIII in Pacem in terris: verità, giustizia, libertà e amore». Nel rinnovare il sostegno della Santa Sede a Rondine, il cardinale ha affermato: «La politica deve ritrovare il suo ruolo di mediazione sociale per edificare il bene comune e una propensione a collaborare nel ricercare soluzioni condivise, sia a livello internazionale nelle relazioni tra gli Stati che all’interno della società civile a fronte del prevalere di nuove forme di odio e intolleranza. Un contesto che oggi mette in serio pericolo l’interlocuzione sui diritti umani che abbiamo il dovere di tutelare e implementare».

«L’impegno della Santa Sede è quello di promuovere il più ampio confronto possibile con tutti i soggetti e le istituzioni che si adoperano per tutelare i diritti dell’uomo e promuovere il bene comune e lo sviluppo social», ha spiegato ai giovani il cardinale segretario di Stato. Per questo, ha proseguito, «oggi esprimo il sostegno a Rondine e al suo impegno ventennale per la costruzione di una società pacifica a partire dalla formazione dei giovani, perché possano divenire quella nuova classe dirigente di cui c’è urgente bisogno, capace di dialogare e trovare soluzioni alle conflittualità sempre più diffuse e differenti, mettendo al centro il bene comune e il rispetto dei diritti di tutti, a partire dai più deboli». L’esperienza di Rondine, secondo il segretario di Stato, non è solo superamento del sospetto e dell’odio, ma è «conversione del cuore per cui l’altro non è più visto come avversario o nemico ma come amico e fratello». Al loro ritorno in patria, a questi giovani «è chiesto di farsi ponte fra le parti».

Di qui un’esortazione ai giovani presenti in rappresentanza anche di quelli impossibilitati a partecipare: «A voi rivolgo il mio appello affinché vi sentiate protagonisti della costruzione di pace nelle vostre rispettive nazioni speso martoriate da conflitti sociali, etici e politici». «Se non sono i giovani a porsi ideali alti ed altri, a promuovere una cultura della non violenza e della solidarietà», non «si potrà costruire al pace, o almeno diventerà molto più difficile costruirla». Infine il monito del segretario di Stato a non rassegnarsi mai «al demone della guerra, alla follia del terrorismo, alla violenza delle armi che divorano la vita».