Cultura & Società

Leonardo, scoperte le case dove visse Monna Lisa

Una minuscola strada di Firenze, via Sguazza, ed un grande edificio del XVI secolo – Palazzo Michelozzi, in via Maggio – custodiscono la casa dove nacque Lisa Gherardini, la ‘Gioconda’ di Leonardo Da Vinci sulla cui biografia sta facendo luce l’indagine di un ricercatore dilettante, il professor Giuseppe Pallanti, lo stesso che tre mesi fa seppe indicare il luogo di morte e sepoltura della modella leonardesca, ossia l’ ex convento di Sant’ Orsola.

Pallanti ha anche trovato un’ altra casa, quella dove Monna Lisa visse da sposata nel quartiere di San Lorenzo, dalla parte opposta dell’ Arno, come moglie del mercante Francesco Del Giocondo dal quale le derivò – ed è rimasto fino ai giorni nostri – il nome ‘La Gioconda’.

“Per tracciare la biografia di Monna Lisa ho svolto un esame incrociato di documenti d’ archivio di vario genere – spiega il suo metodo, Giuseppe Pallanti, insegnante di liceo cinquentenne – Mi riferisco a denunce fiscali, dichiarazioni al catasto, testamenti, contratti ed altro relativi a suoi congiunti correggendo, tassello dopo tassello, le ipotesi che mi sovvenivano secondo quanto trovavo di volta in volta”. In questo modo sono stati stabiliti i luoghi e le date principali della vita di Lisa Gherardini, che era nata il 15 giugno 1479, dandole cinque secoli dopo i contorni del personaggio storico. Circa la casa natia, da un confronto svolto tra antichi documenti emerge per la prima volta che Lisa nacque in un’ abitazione ricavata da una bottega di lanaioli dismessa e che era situata, all’ epoca, nell’ attuale via Sguazza, a lato di Palazzo Michelozzi. I genitori, Anton Maria Gherardini e Lucrezia Del Caccia, esponenti della piccola nobiltà rurale, pagavano un affitto di 16 fiorini l’ anno al proprietario Giovanbattista Corbinelli.

Pallanti ha rintracciato negli archivi due distinte dichiarazioni fatte al fisco fiorentino nel 1480 dal padre della Gioconda, che dichiarava quanto spendeva di “pigione”, e del suo padrone di casa, che attestava il ricevuto. Entrambi menzionano con chiarezza la circostanza sia per l’ ubicazione sia per il denaro. Nei decenni successivi le case dei Corbinelli furono inglobate nel più grande edificio conosciuto come Palazzo Michelozzi, che nel tempo ha subito vari rimaneggiamenti. Nel documento si parla chiaramente di via Sguazza, un vicolo in antichità denominato “Chiasso di Guazzacoglie”, toponimo dovuto probabilmente al ristagno delle acque che scendevano verso l’ Arno dalla vicina collina di Boboli.

Altra novità, la scoperta della casa dove la donna visse da sposata. Nel ‘500 ne fu proprietaria la famiglia dei Del Giocondo. Si tratta di un palazzo padronale ubicato in testa a via della Stufa – secondo Pallanti corrisponde all’ attuale civico 23 – nel quartiere fiorentino di San Lorenzo, all’ incrocio con via Sant’ Orsola, cioé vicino al convento dove Lisa si ritirò nella vecchiaia, assistita da una figlia suora, e dove morì. La casa, a forma di trapezio, si estende per un intero isolato tra le attuali via della Stufa, via Rosina e borgo la Noce. Qui Lisa visse dal 1495 al 1540. Pallanti vi è risalito attraverso la lettura di denunce al catasto e dichiarazioni fiscali rilasciate alle autorità dell’ epoca dai vari proprietari dell’ immobile e da confinanti tra fine ‘400 e lungo il ‘500. Decisivo un atto di divisione dei beni, per la ripartizione dell’ eredità, fra due figli della Gioconda, Bartolomeo e Piero. L’abitazione si distingueva per ospitare sul retro, a piano terra, un forno molto conosciuto nella Firenze rinascimentale nominato in tutti i documenti rintracciati da Pallanti.

Le nuove scoperte non esauriscono la ricerca sulla vita di Monna Lisa. “Porterò ancora avanti il mio studio – afferma Pallanti – ma è certo che ora abbiamo molte più coordinate per tracciare una biografia precisa sui momenti salienti della sua vita. Mi basta aggiungere che la casa di via della Stufa non solo era accanto al convento dove si ritirò, ma anche di fronte all’ abitazione dei Taddei che ospitarono Raffaello nel suo soggiorno fiorentino, il quale ritrasse gli sposi Maddalena Strozzi ed Agnolo Doni ispirandosi per lei, proprio, alla Gioconda di Leonardo”. (Michele Giuntini – ANSA).