Cultura & Società

Letterappenninica: anno terzo. Ecco il programma

«Disegniamo un cerchio sugli Appennini e mettiamoci dentro le loro storie». Hanno un che di misterioso le parole scelte da Federico Pagliai, scrittore di realtà montane, per presentare l’edizione 2017 di Letterappenninica che da venerdì 4 a domenica 6 agosto presenterà 28 eventi in 19 tra paesi e frazioni di 5 comuni lungo il crinale tosco-emiliano (da Fiumalbo ad Alto Reno Terme, nelle province di Modena e Bologna, passando, nel pistoiese, a Sambuca e ai due «nuovi» Comuni accorpati pochi mesi fa: Abetone Cutigliano e San Marcello Piteglio).

IL PERCHE’ DEL CERCHIO. Letterappenninica ha scelto proprio «il cerchio» come filo conduttore dei 28 incontri. «Perché circolare – spiega Pagliai – è la sezione di un albero tagliato, circolare il viaggio dell’emigrante di ritorno, circolare il ciclo dell’acqua, circolare la ruota delle bici di un campione e di un pioniere locale della mountain bike, circolari i piatti di alcuni chef. E circolari i cinque cerchi olimpici di Oslo 1952 che un boscaiolo di nome Zeno Colò portò all’Abetone. E circolare tutto il resto».

ALBERI, PAESI E CASE ABBANDONATE. Distinti, come gli scorsi anni, in cinque aree di interesse (narrativa di terre alte, montagna come stile alternativo di vita, giallistica, romanzo storico, buona cucina) i 28 appuntamenti saranno animati da scrittori e giornalisti, campioni dello sport e cuochi, artisti e testimoni. La circolarità degli alberi è affidata a Tiziano Fratus, poeta, scrittore e firma del quotidiano «La Stampa» con una rubrica cult: «Il cercatore di alberi». Con lui sarà anche possibile camminare in una foresta ascoltando «il sussurro degli alberi». Altro personaggio di punta sul rapporto uomo/natura è il «paesologo» Franco Arminio definito, da Roberto Saviano, «uno dei poeti più importanti di questo paese»: racconta storie di piccoli paesi «osservando le porte delle case». E di case, ma «abbandonate», parla lo scrittore parmense Mario Ferraguti famoso anche per un libro sui resti abbandonati di edifici in cui viveva gente qualsiasi.

FRANCESCO MOSER E ZENO COLO’, DON LORENZO MILANI E MAURO CORONA. Il cerchio di una bicicletta, nel centenario del Giro d’Italia, è affidato a un campione come Francesco Moser (oggi apprezzato produttore di vini in Trentino. Sarà possibile acquistare bottiglie di spumante doc firmate dal campione). Intrigante un evento collegato: il ricordo di un personaggio sanmarcellino nato nel 1878 e dunque quasi 140 anni fa, Armando Manzani, precursore delle mountain bikes: girava con «Wilma», pesante bici in ferro, sui crinali fra lo Scaffaiolo e le Apuane (il programma prevede una pedalata in MB).

«Tondo come un uovo, veloce come un falco, coraggioso e umile come Zeno; uno così non rinasce più» è il titolo di una chiacchierata a più voci, fra cui il presidente Fisi Flavio Roda e un campione dello sci di oggi, sul campionissimo Zeno Colò, inventore della «posizione a uovo» e recordman del chilometro lanciato.

I monti di Barbiana, che da periferia è diventata «centro», daranno modo di riflettere, con Sandra Gesualdi, figlia di Michele, sulla attualità di don Lorenzo Milani. Si parlerà anche della, arditissima, ferrovia porrettana attraverso il ricordo di uno dei progettisti, l’ingegnere francese Alfred Girard.

Il legame tra Bologna e Firenze, con il «cammino degli Dei», sarà affidato a Paolo Ciampi, autore di «Tre uomini a piedi». C’è poi, con due incontri, Maurizio Ferrari, ex insegnante convertito alla scrittura e all’allevamento delle capre. Una compagnia teatrale («I bei meno») porterà nella piazzetta di Spignana un lavoro tratto da un testo («Quelli del dopo») scritto da Mauro Corona – grande amico e testimonial di Letterappenninica – sulla tragedia del Vajont.

I NECCI DI PIERO E IL «DON PATAGONIA» DI TITO BARBINI. Non manca la circolarità anche nella sezione culinaria. Fra gli eventi legati al cibo, uno si svolgerà a San Marcello avendo come protagonisti (con Marco Mucci detto Stinchi) i necci: quelle piccole delizie rotonde, fatte con farina di castagne e piene di ricotta, che un personaggio restato famoso nella San Marcello degli anni Sessanta preparava nel suo bar offrendole anche agli sciatori fiorentini in rientro dall’Abetone. Il libro di Stefano Andrini e Andrea Fagioli («I segreti della cucina toscana») porta un capitolo proprio sui necci e l’incontro è dedicato a Piero Arcangeli, «quello dei necci».

Uno degli incontri, a Frassignoni, sarà sulle acque: con un rabdomante. E ancora sulle acque, stavolta dei fiumi, parlerò la scrittrice mugellana, già finalista in un Campiello Giovani, Simona Baldanzi, autrice anche di scritti sugli sconvolgimenti provocati dagli scavi TAV.

Tito Barbini, già politico importante oggi convertito ai viaggi, racconterà di un missionario piemontese, Alberto Maria de Agostini, vissuto per decenni nelle Terre del Fuoco e lì anche oggi ricordato come «don Patagonia». Ci sarà spazio, a Case Calistri per le danze popolari dell’Appennino. Il cuoco Saverio Carmagnini, da «Nonno Cianco», farà assaggiare «gusti antichi». Uno fra gli incontri, con Emanuela Nava, autrice per bambini, è ambientato al Ponte Sospeso e lì sarà ospitato.

Completano gli incontri un pittore e un poeta estemporaneo (a Fiumalbo), una scrittrice-contadina sul brigantaggio femminile (a San Marcello), una scrittrice-medico sul paese di nascita (a Prataccio), una scrittrice piemontese lanciata dal guru USA Joe Richard Lansdale (a Piteglio), una mostra di foto su acque e fiumi (a Cutigliano), uno scrittore vignettista garfagnino sui segreti delle acque (a Fiumalbo).

IL «BELLUCCI» A DAVIDE DEMICHELIS E LA «MONTAGNA SOLIDALE» CON DUE SINDACI TERREMOTATI. Due gli appuntamenti speciali: sabato 5 (ore 21) il premio giornalistico Paolo Bellucci, quest’anno ospitato nella piazzetta della chiesa a Gavinana. Lo ritirerà il giornalista-documentarista Davide Demichelis, volto televisivo assai noto per alcune trasmissioni cult: da Geo&Geo a Kilimangiaro, da Timbuctù a Radici. Domenica 6 (ore 18) in piazza Catilina a Cutigliano con «La montagna solidale»: i sindaci di Posta e Amatrice (Serenella Clarice e Sergio Pirozzi) si incontreranno con le comunità dell’Appennino tosco emiliano che tanto hanno fatto, nei mesi scorsi, in termini di solidarietà concreta per le comunità terremotate.

PATROCINI E SPONSOR. Letterappenninica è giunta alla seconda edizione (in realtà è la terza, ma quella iniziale – nel 2015 – venne progettata come «numero zero»). Il programma, presentato presso «Il Cacciatore» a San Marcello Pistoiese, è scaricabile dal sito web ( www.letterappenninica.it) e dalla omonima pagina Facebook.

Con i patrocini e i contributi dei 5 Comuni che ospitano gli incontri, più il patrocinio non oneroso in corso di concessione dalla Regione Toscana e i patrocini già concessi, sul premio giornalistico, da Ordine Giornalisti Toscana e Assostampa Toscana, l’associazione presieduta da Federico Pagliai copre le spese, come sottolinea lo stesso, «anche attraverso due distinti binari: alcuni sponsor privati che continuano a credere nella nostra scommessa e tanto lavoro volontario sia dai soci di Letterappenninica che dai componenti di molte altre associazioni, organismi, pro-loco che ci danno una mano del tutto gratuita e appassionata credendo come noi che cultura e scrittura possano dare una mano al rilancio della montagna. Ringraziamo sia gli sponsor che i volontari».

Sostengono dunque l’edizione 2017 con contributi in denaro – necessari per i rimborsi ai relatori e le spese di ospitalità, la comunicazione, l’assicurazione – questi soggetti: Fondazione Banca di Vignole e Montagna Pistoiese, Fondazione Filippo Turati, Unicoop Montagna Pistoiese, AVIS Montagna Pistoiese, ENEL.