Cultura & Società

Letterappenninica e giornalismo ambientale: a Beppe Rovera il Pemio «Bellucci»

La prima edizione del premio, lo scorso anno, venne assegnata a un altro giornalista Rai: il toscano Marco Hagge.

Per più di 20 anni e fino a tutto il 2015 conduttore di «Ambiente Italia», trasmissione di Rai3, Rovera ha ricevuto il premio a San Marcello Pistoiese nel corso di una serata condotta da Antonello Riccelli con la presenza di Adriano Fabris, docente universitario in Etica della Comunicazione, e dello scrittore di cose montane, anche lui giornalista, Davide Sapienza.

«In tutti questi anni – scrive la motivazione del premio – Giuseppe Rovera ha contribuito a raccontare un Paese troppo spesso minacciato da incuria e malaffare, ma anche ricco di uno straordinario patrimonio naturale e culturale che merita di essere difeso e valorizzato. E in molti servizi ha saputo raccontare disastri e bellezze, problemi e potenzialità di una Italia ingiustamente definita minore riconoscendo alle comunità che abitano la dorsale appenninica un ruolo e una importanza spesso sottovalutati».

Il premio è stato consegnato dalla sindaca di San Marcello Pistoiese, Silvia Cormio mentre il presidente della associazione organizzatrice, lo scrittore Federico Pagliai, ha sottolineato «l’importanza di difendere, mantenere e allargare gli spazi per un giornalismo d’inchiesta, e di inchiesta ambientale, oggi sempre più necessario».

Durante la cerimonia è stato letto un messaggio di Sergio Zavoli con un ricordo del suo amico e collega, in Rai, Paolo Bellucci: «giornalista, scrittore e persona la cui ricchezza umana e morale, civile e culturale abbiamo troppo presto perduto». Di Paolo Bellucci, morto nel 1990 dopo una carriera iniziata nel dopoguerra a Londra in BBC, sono state lette pagine da un suo libro «Storia di una strada»: il racconto dell’arteria, iniziata 250 anni fa per ordine del Granduca Leopoldo di Toscana, che ancora oggi unisce Firenze a Modena. Per realizzarla, allora, furono necessari solo 12 anni.