Cultura & Società

Lucca, boom per i «teatri del sacro»

In sette giorni sono state sfiorate le cinquemila presenze ai 22 spettacoli in prima assoluta proposti dal 10 al 16 giugno scorsi. Complice un gran lavoro di comunicazione e ancor prima da parte dei promotori una certosina selezione di due anni, infatti la rassegna è biennale, che ha colto il meglio tra le compagnie amatoriali e professioniste del paese. La proposta di affrontare il sacro e il messaggio cristiano attraverso il teatro dunque, segna un altro successo di cui tener conto.

Alla terza edizione, soprattutto nei primi giorni, la stessa macchina organizzativa ha dovuto affrontare un inatteso boom, trovandosi ad oliare qualche ingranaggio logistico: in molti rimanevano fuori dalle sale, giustamente delusi e anche un po’ arrabbiati, per non poter prendere parte agli spettacoli scelti.

E comunque tutto non si esaurisce a Lucca poi, perché i ventidue spettacoli proposti si preparano a calcare i palcoscenici di tante altre città. Basti pensare che gli spettacoli della rassegna 2011 hanno contato ben 230 repliche, il 40% delle quali nelle sale delle comunità e per la restante percentuale nelle stagioni teatrali e nei festival di tutta Italia.

Un teatro di qualità che quindi viene premiato e questo fa respirare un settore preminente della cultura del nostro paese, mai scordarsene: pena considerare il tutto una banale vetrina per addetti ai lavori. E questi ultimi a visionare comunque c’erano, tra gli altri: Il teatro Stabile di Roma, Natalia di Iorio (de «Le vie dei festival»), Armunia, Pav, Campo teatrale di Milano, CRT più vari direttori di teatri da tutta Italia. Erano inoltre accreditati al festival circa 20 giornalisti di cui circa la metà sono critici teatrali dei maggiori quotidiani nazionali. Fabrizio Fiaschini, Direttore artistico del Festival, con la stampa non nasconde soddisfazione e dice «presto ci rimetteremo al lavoro per l’appuntamento del 2015, con la quarta edizione de «I Teatri del Sacro».

Per la città del Volto Santo una grossa opportunità dunque: visibilità nazionale e afflusso di gente. Certo la rassegna si svolge ogni due anni e i numeri, seppur confortanti, non sono minimamente paragonabili con i due grandi eventi per cui Lucca è conosciuta (mi riferisco ai Comics e al Summer Festival).

Ma in questo periodo di crisi gli enti locali e le varie categorie della città, e con questi la diocesi di Lucca, non possono a questo punto che investire ancora di più, organizzando per tempo spazi ancor più capienti ed offrendo a quelli già messi a disposizione una sempre migliore fruibilità.