Cultura & Società

Maria Maddalena: caduta e redenzione di una santa

di Carlo LapucciNonostante che non vi siano dubbi sull’esistenza di questa Santa, esiste un problema per identificarla con precisione nelle pagine del Vangelo stesso. Ciò non costituisce un dubbio sulla sua figura: il nuovo calendario liturgico conserva il suo culto e la sua festa cade ancora il 22 luglio. Gli Evangelisti parlano di tre figure di donne che possono essere identificate con Maria Maddalena; si discute sul fatto che possano essere tutt’e tre la stessa persona. La prima è una peccatrice senza nome che, durante un convito offerto a Cristo in Galilea da Simone il Fariseo, entrò nella sala del banchetto e, pentita della sua vita dissoluta, ruppe il vaso di profumo prezioso ungendone i piedi di Cristo, asciugandoli coi suoi capelli, e fu perdonata (Luca VII, 36-50).

Un’altra figura corrisponde a Maria di Betania, sorella di Marta la quale, affaccendata nei lavori di casa per ospitare il Maestro, la rimprovera , mentre Cristo la loda per avere scelto la parte migliore standolo ad ascoltare (Luca X, 38-42). È la sorella di Lazzaro che piange la morte del fratello (Giovanni XI, 1-45) e che nella cena in Betania (Matteo XXVI, 6-12; Marco XIV, 3-9; Giovanni XI, 1-45) sparge un prezioso profumo sul capo di Cristo.

Un terza figura ha nome Maria Maddalena e viene liberata da Cristo da sette demoni (Luca VIII, 2). Essa si pone al seguito di Gesù e non lo abbandona fino alla morte, alla quale assiste, con Maria e Giovanni (Matteo XXVII, 55-56; Marco XV, 40-41; Luca XXIII, 49; Giovanni XIX, 25). La mattina della Pasqua arriva al sepolcro per imbalsamare la salma, ma trova la tomba vuota (Matteo XXVIII, 1-10) e per prima vede Cristo risorto e ne dà agli altri l’annuncio.Non è chiaro se nel Vangelo si parli di una o più «Marie». La tradizione orientale ha sempre seguito l’idea che fossero tre persone diverse e non una sola, come invece ha fatto la Chiesa latina che, seguendo il Papa Gregorio Magno le identificò in una sola, e come tale viene ancora da noi considerata e onorata. Per il criterio che abbiamo seguito in questa indagine sulle antiche Sante questo aspetto ha un’importanza relativa: ci interessa, più che i dati di una biografia, quello che il popolo cristiano, la sua tradizione hanno letto in una vicenda eroica, in una figura simbolica e come questa ha servito da tramite alla conoscenza del bene e alla vita eterna.

Di fatto, se si tratta di tre o due esistenze diverse, la nostra tradizione le ha unite genialmente in un nodo simbolico di una forza e di una profondità senza pari. Questa donna che sorge dalla passione, dal disordine dei sensi, dal peccato che ha seguito con forza fino al fondo, identifica e riconosce subito Cristo e con dedizione, coraggio, amore senza pari lo segue fino sul Calvario, dove è sola, di tutti i seguaci, con Maria e Giovanni. È veramente il simbolo dell’umanità intera emblema della parabola dell’esperienza umana, dove la teologia si innesta naturalmente sul dato materiale della storia.

L’intensità e la gamma della sua esperienza umana la portano a conoscere tutte le condizioni dell’uomo viandante sulla terra: per questo è tanto amata e venerata anche nel culto popolare: come Pietro si mostra nella sua fragilità, vittima dell’accecamento d’una chimera, d’un sogno, capace di scendere nel peccato e nell’ignominia che ne deriva, e al tempo stesso capace di risorgere, vedere il male commesso, piangere e amare fortemente senza remore, di nuovo, ma rivolta al vero bene.

Maddalena viene rappresentata sia nelle sue forme seducenti, poco vestita e assai bella prima della conversione, che quale penitente, nel deserto, in preghiera, sempre in vesti sommarie, con i segni visibili del digiuno e della penitenza, comunque bella, anche quando appare nei vari episodi evangelici, soprattutto nel celebre gesto di omaggio a Cristo. La bellezza in lei è un tratto fondamentale: solo Donatello, nella scultura che si trova nel Battistero di Firenze, la rappresenta quasi repellente, disfatta; quasi tutti gli altri le conferiscono in ogni occasione la bellezza che essa possedeva, come strumento di seduzione, ma soprattutto come segno della creazione divina che ha dotato gli esseri umani del sigillo della sua mano.

La tradizione orientaleLa tradizione greca vuole che Maria Maddalena, la terza figura della nostra analisi, quella che segue Cristo nella passione, finisca la sua vita ad Efeso, nella città dove dimorarono anche la Vergine e San Giovanni.

A Efeso si trovava la tomba della Maddalena, come riferisce per primo Gregorio di Tours. Era posta presso la grotta che si apre nel monte Panajir-Dagh, dove si tramanda che abbiano trascorso il loro lungo sonno i Sette Dormienti. Altri affermano che il corpo della Santa fosse addirittura nella grotta dei Sette Santi. Gli scavi non hanno offerto alcuna traccia di conferma. Tra il IX e il X secolo il corpo della Maddalena fu portato a Costantinopoli, insieme a quello di Lazzaro e ambedue furono deposti nel monastero di San Lazzaro.

La leggendaAlla storia della Maddalena dei Vangeli, non ci sarebbe molto da aggiungere bastandole la gloria d’essere colei che, quasi compendio dell’intera umanità, ha avuto da Cristo l’annunzio della resurrezione e della universale Redenzione, ma la creatività umana non ha limiti e, è il caso di dirlo, non è che si possa del tutto escludere qualche elemento riferito la leggenda cristiana della Maddalena, anche se gli studiosi oggi la ritengono infondata.

La leggenda occidentale, che nelle grandi linee si ritrova anche nella Leggenda aurea, raccoglie e unisce le tre figure evangeliche della Maddalena e narra con grande partecipazione una storia che va integrando sempre più di particolari fantasiosi. Dopo la morte e la resurrezione di Cristo, essendo perseguitati i cristiani dai giudei, i tre fratelli Maria Maddalena, Lazzaro e Marta, vendono i loro beni e danno tutto ai poveri, quindi, insieme a Massimino, Cedonio e un’ancella di nome Martilla, furono lasciati in mare durante una tempesta in una navicella senza vele e senza remi, acciocché in breve tempo perissero. La nave però corse le onde da sola e in breve tempo giunse nel porto di Marsiglia.

Inizia qui la vita apostolica della Maddalena che avrebbe evangelizzato la Provenza, predicando e vivendo poveramente, insieme agli altri cinque fuggiaschi, venendo poi sepolta nella basilica di St-Maximin. Molti aspetti di questa vicenda sono inequivocabilmente leggendari: i miracoli, la conversione e il viaggio del principe di Marsiglia, la visita di questi a San Pietro, il parto di sua moglie, la nomina di Lazzaro vescovo di Marsiglia, e quella di Massimino di Aix. Evidente è anche la contaminazione tra la leggenda della Maddalena in Provenza e quella di Maria Egiziaca.

La parte più interessante di questa vicenda, quella che più volte trova rappresentazione nelle opere di pittura, è la sua conclusione. Convertita l’intera regione comincia la parte eremitica e contemplativa della vita della Maddalena. Essa infatti desidera ritirarsi in solitudine assoluta e lascia la città, la gente, i compagni e si ritira in una zona desertica, non identificata nella legenda, dove rimane trenta anni senza vedere anima viva. Nel luogo arido non vivevano né animali né piante, per cui non c’era nulla da mangiare. La Santa viveva solo di alimento spirituale. Alle ore canoniche uno stuolo d’angeli la portava in Cielo, dove godeva delle visioni paradisiache, e questo bastava a tenerla in vita, trascorrendo il tempo in penitenza e preghiera.

È la parte più suggestiva della leggenda: un prete, ritiratosi anch’esso in quella solitudine, va ad abitare una grotta poco lontana da quella di Maddalena, ignaro della sua presenza. Comincia così a vedere a certe ore del giorno un grande fulgore che sale nelle nuvole, per cui cerca di scoprire di cosa si tratti. Però una forza misteriosa lo tiene a distanza da quella luce fulgida e solo a distanza chiede alla figura che individua nell’aria, portata da schiere di angeli, chi sia.

La Santa lo fa avvicinare, gli rivela il suo nome e gli chiede di dire al vescovo della città di scendere solo nella cattedrale molto presto la mattina di Pasqua, poiché essa sarà là. Infatti il Vescovo Massimino la trova all’alba nella chiesa e le dà la comunione. Come si fu comunicata, inginocchiata davanti all’altare, Maddalena muore e la sua anima vola a rivedere e rimanere per sempre col suo divino Maestro Gesù.

Nel secolo XII si cominciò a identificare l’eremo ignoto della Maddalena nella grotta di Sainte-Baume. In questo periodo il suo culto prende grande vigore e il suo centro diviene Vézelay, dove sarebbe stato portato il corpo della Santa trafugato dal monaco Badilione, ponendolo nella cripta della basilica. Si sviluppa così, con una lunga tradizione e di miracoli, come un nuovo ramo della questa leggenda, il culto di Maria Maddalena in questa zona della Francia.

Il simbolo e l’esempioCon la Maddalena ci si trova di fronte a una immagine straordinaria di grande forza simbolica, capace di mediazione dall’immanente al trascendente. Essa ripercorre nella realtà storica, incarnandola con dolcezza e amore infinitamente maggiori, la parabola e la strada del Prodigo, con l’esperienza del male, la tentazione, la ribellione, per approdare nella profondità dello spirito, in una comunione col divino dove tutto l’essere umano, nella sua interezza, viene riscattato e glorificato, al di là di ogni meschina paura, oltre le banali difese del debole o dell’egoista. La dedizione affettiva, la rinuncia ai beni terreni, la vera amicizia, il coraggio, il peccato passato, la bellezza fisica, l’omaggio di cose preziose, tutto viene bruciato nel rapporto diretto col Salvatore, che veramente pare avere in lei la figura che comprende veramente la sua parola, per cui la ricambia con altrettanto affetto e attenzione.

L’alterazione storica, se di questa si tratta, operata da Gregorio Magno ha avuto il merito di valorizzare e potenziare in simbolo ancora più espressivo, misterioso e dilatato, le caratteristiche di una vicenda umana che corre in parallelo con quella di Cristo e con questa si salda indissolubilmente.

L’aspetto della sua vita dissoluta ne ha fatto anche un soggetto particolarmente versatile per l’arte profana e qualche artefice più rozzo può averla vista in tale luce, sia che l’abbia immaginata nella ricchezza e nella sua lussuria, sia che l’abbia pensata, sempre in abiti succinti nella povertà assoluta e nella penitenza del deserto. Molti altri artisti, che l’hanno spesso ritratta nelle sue nudità, lo hanno fatto per il giusto riscatto del valore del corpo, per non avvilire con abiti o stracci ciò che ha piena dignità essendo fatto, nel maschile e nel femminile, a immagine di Dio e nel momento forte della nascita, del peccato, della morte, del giudizio sta nudo davanti a Dio. È ciò che fece Michelangelo nel Giudizio Universale, ed è quello che ha fatto Dürer nella sua celebre incisione: L’estasi di Maria Maddalena, della quale essa sale al cielo, portata dagli angeli nella sua nudità trasfigurata.

La Maddalena nell’arteNon si possono elencare le opere d’arte dove compare Maria Maddalena, sia come protagonista, sia come figura di una scena, di una raffigurazione devota, di un miracolo. Essendo divenuta un simbolo essa viene a trovarsi facilmente laddove si raffigura la vita in tale esperienza e così fa anche Goethe che, nell’ultima scena del Faust, la chiama ad intercedere per il protagonista presso il Re del Cielo, insieme alla Samaritana e a Santa Maria Egiziaca.

Le immagini che la raffigurano nella pittura e nella scultura sono molte e di bellezza indimenticabile, patetiche rappresentazioni di un amore alto e spirituale che la legò al Salvatore, e fu ricambiato da questi con gesti e parole sublimi. Si pensi al momento nel quale, trovandosi davanti al Risorto, lo crede il giardiniere, e Cristo, per farsi riconoscere, la chiama semplicemente: – Maria! Per questo una delle più belle è la scena del Noli me tangere, rappresentata divinamente da Giotto e da Beato Angelico. Seguono mille altri, tra i quali si possono ricordare Cima da Conegliano, Lorenzo Credi, Andrea del Sarto, Grünevald, Memlinc, Veronese, Correggio, Tintoretto, Van Dick, Carracci, Allori, Perugino, Tiziano, Donatello, Spagnoletto El Greco, Murillo, Rubens, Delacroix, Dante Gabriele Rossetti.

Lope de Vega ha scritto un dramma La Magdalena e un poemetto Las lágrimas de la Magdalena. Numerose altre opere letterarie si riferiscono a questa figura. Petrarca ci ha lasciato in una elegia latina una bella testimonianza della sua visita alla grotta della Maddalena a Sainte-Baume. Si comprende come l’uomo tormentato per una vita intera dalla passione, possa essersi rivolto con fiducia a questa Santa. Scrive, tra l’altro: Dolce amica del Signore, tu che puoi,chinati sulle nostre lacrime, ascolta le preghieree prenditi cura della nostra salvezza.Certo non ti fu concesso invano di toccare quei santi piedi nel piantoe baciandoli asciugarli con i tuoi capellie versare preziosi profumi sul capo di Cristo… Gli attributi• Vaso prezioso d’unguenti che ruppe per fare omaggio a Cristo.• Capelli sciolti, lunghi e fluenti, sia prima della conversione, per ornamento, sia durante la penitenza come unico riparo del corpo.• Vesti lussuose nella vita prima della conversione; dimesse, lacere e disadorne nel deserto. Il colore della veste è spesso il rosso.• Nel deserto ha davanti il crocifisso e il teschio, in mano la frusta e la corona di spine.• Teschio dell’eremita penitente.• Flagello per castigo della carne.• Grotta nelle rocce, dove fece il suo soggiorno.• Corona di spine, ricordo della Passione alla quale assisté. Patrocini e protezioniPer la sua presenza nel Vangelo, la leggenda, il culto diffuso in Oriente e Occidente, la sua grande umanità, Maddalena è invocata da un numero notevole di categorie di lavoratori e in numerose situazioni.• Donne traviate, per la sua vita prima della conversione.• Penitenti, per gli anni trascorsi in penitenza nel deserto.• Giardinieri, perché al mattino della Resurrezione incontra Cristo presso il sepolcro credendolo da prima un giardiniere.• Farmacisti e fabbricanti d’unguenti, per gli unguenti con cui unse le ferite di Cristo deposto dalla croce.• Parrucchieri, per i suoi lunghi capelli.• Pettinai. Per la vita trascorsa prima della conversione protegge tutti coloro che si dedicano alla cosmesi, alle cure estetiche del corpo.• Guantai.• Sarti.• Profumieri.• Partorienti, per un miracolo operato a favore della sposa del signore di Marsiglia. I proverbi• Per Santa Maddalena/se la nocciola è piena/il fico ben maturo/il grano già al sicuro/il grappolo sviluppato/l’anno è assicurato.

• Per Santa Maria Maddalena/si taglia l’avena.

• La Maddalena/unguenti e balsami insegna.

• Santa Maddalena/l’acqua se la mena.

Si dice che nel ricordo delle lacrime che sparse più volte per pentimento o seguendo la Passione di Cristo, mandi una pioggia ristoratrice intorno al giorno della sua festa (22 luglio), per ristoro della campagna riarsa e per refrigerio di coloro che sotto il sole cocente lavorano nei campi. Tale pioggia è chiamata le Lacrime della Maddalena.

Nella lingua italiana si usano anche alcuni modi di dire che fanno riferimento alla Maddalena:l Noli me tangere: si dice quando uno non vuole confidenze, scherzi e tende a mantenere un certo distacco dagli altri.

• Essere una Maddalena pentita: per indicare una santarellina che però non convince.

• Far da Marta e Maddalena: dover fare il proprio lavoro e quello degli altri, doversi arrabattare in più mansioni e impegni. Dall’episodio evangelico nel quale Marta faceva i lavori domestici e Maddalena ascoltava le parole del Signore.Le grandi sante: le precedenti puntate

14. Santa Dorotea, grazia e dolcezza nella sofferenza

13. Santa Giulia, il silenzio dell’operosità

12. Maria Egiziaca, la Santa della solitudine e della penitenza

11. Apollonia, la donna forte di Alessandria

10. Bibiana, la Santa della fede semplice

9. Barbara, la santa oppressa dall’amore materno

8. Cecilia, la santa della bellezza spirituale

7. Perpetua e Felicita, le martiri madri

6. Agnese, santa della forza e della mitezza

5. Cristina di Bolsena, la martire fanciulla

4. Mustiola, la santa che camminò sulle acque

3. S. Caterina d’Alessandria tra culto e mito

2. Agata, la Santa del mistero della vita