Cultura & Società

Marina di Carrara, a scuola di vela da Soldini

di Giorgio CristalliniUn «posto barca» al Club nautico apuano di Marina di Carrara per Giovanni Soldini, vincitore nel 1998 del giro del mondo, si può sempre trovare. La promessa al navigatore solitario l’ha fatta, a nome dello stesso Cna, il giornalista Romano Bavastro in occasione della presentazione al pubblico, nella sala congressi di Carrarafiere, del suo ultimo libro «Le Vele del Marmo» (Bandecchi & Vivaldi editori). Soldini ci tiene in maniera particolare a portare la sua «Helmo’s fire», attualmente parcheggiata alle Azzorre, nel nostro mare. Ha in mente un nuovo grande progetto da attuare e Marina di Carrara è sembrata la sede ideale per realizzarlo.

Nella ormai prossima stagione estiva diventerà un maestro perché aprirà una scuola dove terrà vere e proprie lezioni di «vela transoceanica». La scuola sarà riservata ad esperti ed amanti del mare, soprattutto ai giovani che vorranno provare le sensazioni di una regata nell’Oceano sotto la guida del grande navigatore toscano che, abbandonata la solitudine, tornerà a vivere le emozioni, le impreviste e rischiose imprese che il mare riserva, assieme ad un gruppo di allievi desiderosi di apprendere tutti i trucchi del mestiere da un istruttore, un docente che in fatto di esperienza non è secondo a nessuno.

È stato lo stesso Soldini ad anticipare la notizia dopo aver constatato che il Club nautico era ben lieto di ospitare la «Helmo’s fire». «Disporrò – ha rilevato il navigatore – di un’imbarcazione con dodici posti letto destinata ad ospitare coloro che desiderano prendere parte alle lezioni direttamente sul… campo tra le onde dell’Oceano. Sarà un’emozione nuova anche per me alla quale avevo pensato alcuni anni fa e che soltanto adesso mi accingo a realizzare. Sono certo che troverò il modo di trasmettere a tanti altri la stessa passione che mi ha portato a vivere giorni e giorni in mezzo al mare, un mare che è capace di offrirti in ogni momento qualche particolare impressione. Guardando negli occhi gli allievi – ha aggiunto – sarà bello scoprire la sensibilità di ciascuno di fronte alle difficoltà che incontreremo e che il mare non fa mai mancare. Sensazioni diverse che andranno dalla calma, dalla freddezza e dalla imperturbabilità di alcuni, alla eccitazione e al turbamento di altri. Forse mi emozionerò anch’io gravato di una responsabilità che non avevo quando ho affrontato il mare da solo».

Ma perché Giovanni Soldini ha scelto proprio Marina di Carrara per realizzare il suo progetto? «Nella vostra zona – ha risposto – c’è tutto. Ci sono i cantieri che in fatto di esperienza non temono concorrenza, dove l’artigianato della nautica raggiunge la perfezione ed è capace di dare risposte a qualsiasi richiesta. E poi c’è la passione per il mare, quella passione che ha regalato allo sport velico tanti campioni. I fratelli Enrico e Tommaso Chieffi, Antonio e Luca Santella, Ugo Vanello e tanti altri, non avrebbero conquistato il mondo con le loro imprese, se alle spalle non avessero avuto la necessaria assistenza. Dalla vostra Marina, inoltre, potrebbe prendere consistenza un progetto di valorizzazione della stessa vela da diporto che raggiungendo certi livelli di competitività permetterebbe al nostro paese di trarne grandi benefici. Per questo ho pensato che vostro il tratto di costa fosse il luogo più adatto per dar vita alla scuola di vela transoceanica».Con Soldini c’era anche un altro grande testimonial della vela, Cino Ricci, lo skipper dell’indimenticabile «Azzurra» che ci ha rubato tante ore di sonno per assistere alle splendide imprese di qualche anno fa.

È venuto a Marina di Carrara dalla sua Ravenna dopo aver letto il libro e per suggerire a coloro che ne hanno la possibilità, di diffondere «Le Vele del Marmo» nelle scuole. «Questo è il vostro libro, il libro dei vostri ragazzi che devono conoscere la storia del loro passato, dei loro padri per affrontare le difficoltà della vita con la stessa determinazione».

La presenza dei due grandi velisti ha portato il discorso lontano dal libro di Romano Bavastro. Che altro aggiungere? Questa volta, vedendo e leggendo la pubblicazione, abbiamo avuto la sensazione che «Le Vele del Marmo» siano veramente il lavoro più bello portato a termine. Un’opera che mancava a Carrara, perché racchiude la sua storia, che riporta indietro nel tempo, un tempo che meritava di essere ricordato attraverso la «voce» di centinaia di protagonisti che hanno reso la città famosa nel mondo, ricca di testimonianze la maggior parte delle quali sconosciute ai più. La misura di quanto questo libro fosse atteso e quanto fosse importante l’abbiamo avuta in occasione della sua presentazione nel salone di Carrarafiere, incapace di contenere tutti coloro che desiderano ascoltare i personaggi chiamati ad illustrare «Le Vele del Marmo». Mille e più persone presenti, intere famiglie di Marina di Carrara e delle zone vicine che si riconoscevano nel racconto di Bavastro e che rivedevano i loro padri protagonisti dell’avvenire di una città trasformata «da piccolo borgo a capitale della marineria».