Cultura & Società

«Narrastorie» ad Arcidosso, con Cristicchi alla ricerca della felicità

Per dirlo con Simone Cristicchi, direttore artistico e ideatore del festival: “Credo fermamente che per fondare un’idea di futuro, i tempi che viviamo necessitino di un’inversione di marcia, di un cambio di prospettiva capace di farci vedere la realtà con occhi nuovi, ristabilendo un ordine di priorità, fuori e dentro di noi: individuare quali sono le cose davvero importanti, le parole fondamentali che possano risvegliare la ‘scintilla di luce’ coperta dalla cenere della modernità. Ammettere il mutamento antropologico in atto, e provare ad attrezzarsi per affrontarlo con autocritica e sincerità, è un primo passo verso quell’equilibrio salvifico, in grado di trasmutarci in altre forme, migliori. Soltanto attraverso un equilibrio tra Spirito e Materia l’essere umano può continuare ad evolversi!”.

“Non saremo mai abbastanza grati a Simone Cristicchi, figura evocativa, amico vero della nostra regione, che con profondità intellettuale interpreta la Toscana diffusa e ha il coraggio di interrogarci e accompagnarci in un viaggio tra spirito e materia”, così il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, ha salutato in conferenza stampa “il simbolo della Toscana diffusa”, che darà il meglio di sé nel borgo di Arcidosso.

Il “Festival del Racconto di strada” – realizzato dal Comune, dalla Pro Loco e dal Centro Commerciale Naturale di Arcidosso, con l’organizzazione generale di Cristina Piedimonte  si apre quest’anno ai temi dello spirito, al senso del sacro e della filosofia, con una ricca offerta di eventi, che spaziano dagli spettacoli serali agli incontri “spirituali e filosofici” del pomeriggio, fino ai laboratori tematici e ai concerti per bambini, per un’esperienza inclusiva e aperta a un pubblico di tutte le età. Per un’intera settimana, Narrastorie animerà il borgo medievale alle pendici del Monte Amiata, con concerti, pièce teatrali, incontri e letture. All’ombra della Rocca Aldobrandesca, la sera arriveranno artisti come Simone Cristicchi, Mogol, Arisa, Moni Ovadia, Valentina Lodovini, Andrea Rivera, mentre nel pomeriggio la parola passerà a  personalità della filosofia e della spiritualità come il sacerdote Don Luigi Verdi, il monaco zen Pino Doden, il filosofo Marco Guzzi, il teologo e sacerdote Guidalberto Bormolini, la scrittrice Claudia Cinquemani e l’attore Lugi D’Elia; a loro il compito di invitare a riflettere sul mondo dell’invisibile, per tuffarsi in un vero e proprio cammino interiore. Il festival vuole infatti rappresentare una perfetta misura tra le istanze del mondo concreto e quelle dell’anima e Arcidosso si offre come luogo di accoglienza per un’umanità in cammino: un’isola di parole e racconti dove poter pensare, emozionarsi, cambiare prospettiva.

“Per Arcidosso avere un rapporto di amicizia con Simone Cristicchi è motivo di grande orgoglio e soddisfazione – ha sottolineato il sindaco Jacopo Marini – dopo la full immersion nella settimana del festival anche il paese è più disteso e pacificato, grazie alle parole che curano l’anima”.

Non resta allora che lasciarsi guidare dall’ideatore del festival. “In questo periodo sto girando un documentario ‘Alla ricerca della felicità’, imparando dai mistici di tutti i tempi che il segreto per andare avanti sta nel trovare l’equilibrio tra spirito e materia”, ha spiegato Cristicchi, annunciando la novità dell’edizione 2019, ovvero la contaminazione con le tematiche religiose e spirituali. In tale contesto si inseriscono le voci potenti e carismatiche di don Luigi Verdi e il suo invito a “tornare umani”, e di Guidalberto Bormolini, per indagare sul mistero della morte. “Il mio impegno è dare un nuovo ordine di priorità, rimettendo in fila le parole importanti, a partire dalla felicità, una porta aperta verso l’esterno – ha affermato l’artista – e mi sento felice quando porto frutti con le cose che riesco a creare”. Entrando nel programma del festival, in un paese di 4200 anime che riesce a creare quindici spettacoli in sei giorni, capaci di accogliere famiglie e tanti bambini, Cristicchi ha chiuso con un grazie: “Grazie per darmi la possibilità di esprimermi, di portare alla luce una pietra preziosa, come un minatore con la sua gemma”. Come suggerito dallo stesso Bormolini, “facendo tesoro dell’intuizione profetica di Cristicchi, nell’affrontare temi come morte, spirito e materia, dobbiamo avere il coraggio di dire alla gente che il mondo invisibile supera di gran lunga quello visibile”.