Cultura & Società

Nutrirsi è un diritto. E la Toscana ci crede

di Rebecca RomoliDa una parte il Nord del mondo, ricco, con la sua innovazione tecnologica, i cibi delle grandi multinazionali prodotti in serie dimenticando la genuinità dei vecchi metodi, introducendo anche la chimica e lasciando spazio libero agli organismi geneticamente modificati. Dall’altra il Sud, con più di un miliardo di persone che muoiono di fame, con intere tradizioni agricole cancellate. In breve, una crisi alimentare che aumenta in progressione. E la domanda a questo punto sorge spontanea. È possibile continuare seguendo questo modello oppure bisogna iniziare a risolvere le contraddizioni del sistema agroalimentare mondiale? Siamo disposti a rinunciare ai sapori tradizionali delle nostre terre per avere il primato scientifico ed economico?

E proprio dalla Toscana è partita un’iniziativa forte con la nascita della Commissione internazionale sul cibo. Voluta dalla Regione Toscana e presieduta dalla scienziata indiana Vandana Shiva, la commissione, intitolata «Future of Food», si è riunita nei giorni scorsi a Firenze producendo un decalogo, una sorta di dichiarazione sui diritti globali del cibo dove si afferma la necessità di garantire a tutta l’umanità cibo di qualità, sicuro e liberato dagli ostacoli creati dai meccanismi di commercializzazione imposti dall’Organizzazione mondiale del commercio.

Il cibo e l’alimentazione del futuro sono argomenti che la Regione Toscana ha già affrontato in diverse occasioni. Si è parlato di come cercare di risolvere il problema della fame nel mondo nelle prime due edizioni del meeting di San Rossore, e la questione verrà nuovamente affrontata nell’edizione 2003.Ma oltre a promuovere occasioni di dibattito e confronto sul futuro dell’alimentazione, sul diritto ad avere un cibo sano e genuino per tutta la popolazione mondiale, la Regione Toscana ha cercato di trasformare queste idee in politiche di sviluppo rurale. Nessuna regione come la Toscana vanta un così alto numero di prodotti tradizionali, ben 372, ed è anche fortemente impegnata a promuovere l’agricoltura biologica. Questo ha fatto sì che il 12% delle aziende agricole impiegano 76.380 ettari, pari a circa il 19% di tutta la superficie agricola utilizzata.Con la Commissione internazionale sul cibo, nata perché i piccoli agricoltori abbiano un punto di riferimento forte e le aree rurali siano economicamente fertili e sicure dal punto di vista ecologico, si vuole dare inizio ad un nuovo corso, dove i cittadini potranno consumare un cibo sicuro, ricco di diversità culturali. Con il decalogo che costituisce la «Dichiarazione sui diritti globali del cibo», i consumatori e i produttori di cibo del mondo dichiarano e si impegnano a difendere diritti fondamentali come quello al cibo, ad avere un’alimentazione sana e sicura e quello alla sopravvivenza del pianeta e delle sue specie animali e vegetali.Dieci articoli per sottolineare che ogni forma di vita nella sua diversità costituisce un’identità culturale che merita di essere protetta, arricchita di nuovi elementi e tramandata alle generazioni future come patrimonio fondamentale. Dieci articoli per dire che determinate scelte comportano anche dei rischi e che di questi stessi rischi dobbiamo essere consapevoli e preparati ad affrontare le conseguenze sia per la salute umana che per l’ambiente.Un decalogo dove viene nuovamente ribadito che ogni paese deve avere libero accesso alla disponibilità di sementi e di conoscenze senza essere soggetto a nessun tipo di restrizione; perché ogni comunità nazionale ha il diritto di promuovere e conservare le conoscenze sul cibo e sulla sua produzione, stabilendo in piena autonomia gli obiettivi per la ricerca e lo sviluppo in questo campo. Queste regole richiedono però di mettere fine alla pratica di costringere alcuni paesi ad importare cibi sovvenzionati e dannosi e soprattutto ribadisce una volta per tutte la libertà che ogni paese ha di scambiare con altre nazioni i propri prodotti in modo equo e giusto. Da sottolineare la garanzia che la Commissione «Future of Food» continuerà ad impegnarsi ed a lavorare perché i blocchi a livello nazionale ed internazionale siano eliminati, per permettere ai sistemi democratici e ricchi di diversità di nutrire il mondo.