Cultura & Società

PREMI: VIAGGIATORI, SACERDOTI E GARIBALDINI, 10 DIARI AL «PIEVE»

Giovani che partono alla ricerca di se stessi o per fuggire da una delusione, sacerdoti che raccontano la loro fede, un garibaldino entusiasta che infonde nel figlio la passione per la libertà. Sono alcuni tra i dieci finalisti del premio Pieve-Banca Toscana, evento clou di Pieve Santo Stefano, piccola cittadina aretina ai confini tra Toscana, Umbria e Romagna che dal 1984 si chiama ‘citta’ del diariò. La premiazione avverrà domenica prossima. In questi anni i diari arrivati all’archivio di Pieve Santo Stefano sono stati oltre 6000. Alcuni, i più moderni, scritti al computer, altri a macchina, altri a mano o su fogli di fortuna. Come quel lenzuolo su cui la contadina mantovana Clelia Marchi scrisse la sua vita e che è il pezzo più prezioso e inedito della collezione. La città e il premio sono nati dall’idea del giornalista e scrittore Saverio Tutino. Quest’anno sei sono i diari che risalgono all’Ottocento e quattro raccontano storie più recenti, a partire dagli anni ’70. Tra i temi prevalenti, quelli del viaggio, la malattia, gli incidenti, la religione. Nei testi vengono mantenuti errori di grammatica e sintassi, per non togliere spontaneità a chi li ha scritti. La premiazione vedrà la partecipazione di Rita Borsellino che riceverà da Tutino il premio Città del diario 2007. La finale del premio è stata presentata oggi a Firenze. Erano presenti, tra gli altri, Aldighiero Fini, presidente della Banca Toscana, Lamberto Palazzeschi, sindaco del Comune di Pieve Santo Stefano e presidente dell’archivio diaristico, e Camillo Brezzi, direttore scientifico dell’archivio. Nell’occasione è stata anche annunciata una nuova iniziativa editoriale di Banca Toscana, una collana di libri scelti tra i finalisti non vincitori, dal titolo ‘la banca della memoria’, che sarà distribuita gratuitamente nelle filiali. Il giorno prima della premiazione, sabato 15 settembre alle 21, verrà ricordato, con Alberto Asor Rosa, il caso letterario di Vincenzo Rabito, siciliano semianalfabeta che scrisse un diario con la vecchia Olivetti in una lingua inventata, con spaziature assenti e con una punteggiatura casuale. Il diario, vincitore del premio Pieve nel 2000, quest’anno è stato pubblicato da Einaudi con il titolo ‘Terra matta’. Al vincitore del premio andranno 1000 euro e il suo diario verrà pubblicato con un editore scelto dall’archivio. (ANSA)