Cultura & Società

Pitigliano, una due giorni su dialogo e amicizia dei popoli del Mediterraneo

Mons. Gianni Roncari, vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, ha ospitato nella sua diocesi presso il palazzo Orsini nella Sala Ildebrando la tavola rotonda a cui sono intervenuti, tra gli altri, il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, e mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme.

Si è inaugurata anche la mostra dal titolo «I volti di Niccolò III e i Conti Orsini di Pitigliano» con un approfondimento di don Valerio Pennasso, direttore dell’Ufficio nazionale dei beni ecclesiastici ed edilizia di culto della Cei, e Fabio Torchio, storico dell’arte e curatore della mostra. L’organizzazione, a cura della diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello, è stata coordinata da don Marco Monari.

Molto interessanti e illuminanti sono state anche le relazioni della prof. Cecilia Luschi, Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Architettura, che ha illustrato aspetti inediti e inaspettati della Pitigliano antica, del prof. Yuval Baruch, Israel Antiquities Autority, sugli scavi condotti a Gerusalemme e in particolare nella zona della Città di Davide e del prof. Angelo Biondi, Storico e collaboratore dell’Archivio Storico Diocesano, sulla storia degli ebrei a Pitigliano.

I lavori della tavola rotonda sono stati coordinati da Enrico Molinaro, Segretario Generale della Rete Italiana per il Dialogo Euro-mediterraneo (Rete Italiana Anna Lindh Foundation), di cui anche la Diocesi fa parte, unica in Europa.

Saluti istituzionali sono stati portati dal Sindaco di Pitigliano Giovanni Gentili, dal Prefetto di Grosseto Cinzia Torraco e dal Questore Domenico Ponziani.

«Il tema del dialogo attraverso la cultura da tutti i partecipanti è stato sottolineato come fondamentale e irrinunciabile, soprattutto considerando quanto i Paesi del Mediterraneo possono davvero generare un percorso inclusivo ma non esclusivo di accoglienza reciproca, dialogo e ascolto, mediante la sottolineatura di percorsi e identità, senza sostituzioni e senza rinunciare alle proprie specifiche caratteristiche», si legge in un comunicato della diocesi.