Cultura & Società

Pratolino, incontro con Nicola Coccia su «Carlo Levi, dal confino alla Liberazione di Firenze»

Sei anni di ricerche che hanno portato il giornalista fiorentino sulle tracce di uno dei protagonisti del Novecento italiano e del suo libro, uno dei più importanti del dopoguerra «Cristo si è fermato a Eboli», un viaggio dal confino fino alla Liberazione a Firenze, dove il romanzo fu scritto, in piazza Pitti, nella casa di Anna Maria Ichino. Un percorso ricostruito attraverso gli incontri, le testimonianze, immagini fotografiche e documenti sino ad oggi inediti e che ci restituiscono una visione complessiva della vita di Carlo Levi e di coloro che gli vissero accanto, un ambito sino ad oggi inesplorato, portato avanti con passione e determinazione.

Un cammino ricostruito attraverso documenti, inediti, che hanno permesso di entrare nelle vite di decine di persone che hanno «raccontato» storie drammatiche e straordinarie, come quella del partigiano milionario, delle carognate dei fascisti in un convento di clausura, delle stragi di bambini e civili, dell’uccisione della donna più bella del mondo, di Manlio Cancogni portiere in un torneo di pallone nella villa di Mussolini, del furto della valigia di Carlo Cassola, dell’olio e della farina portati a Giorgio Bassani in fuga da Ferrara, dell’erede al trono finito a vendere motorini, del matrimonio della figlia di Amedeo Modigliani con l’uomo che si era gettato in acqua col cappotto per sfuggire all’arresto.

Il libro parla soprattutto della vita di Carlo Levi, medico, pittore, componente del Comitato Toscano di Liberazione, della donna che o ha protetto, del bambino di cui è stato padre putativo, della figlia segreta, della stesura del Cristo si è fermato a Eboli, avvenuta, sotto l’occupazione tedesca, in un appartamento di Firenze. Ci sono testimonianze e foto mai pubblicate prima e anche un quadro molto significativo di quel periodo, rimasto chiuso in una stanza. E poi c’è la foto e la storia della persona che ha suggerito a Levi il titolo del suo capolavoro.

Nicola Coccia ha cominciato a collaborare all’«Avanti» nel 1966. Ha lavorato nella redazione fiorentina del «Lavoro» di Genova, diretto da Sandro Pertini. Assunto alla «Nazione» nell’estate 1978, si è occupato dei principali fatti di cronaca che hanno segnato la storia di Firenze negli ultimi 30 anni.