Cultura & Società

«Progetto Amir»: i migranti si fanno ambasciatori del patrimonio artistico

A chi appartiene il patrimonio culturale? Possiamo raccontare l’arte che per definizione chiamiamo fiorentina, italiana, occidentale, come il frutto di un mescolarsi secolare di culture, valori, simboli che appartengono all’umanità intera? Il progetto Amir, che in arabo significa «giovane principe» e che è anche l’acronimo di Accoglienza Musei Inclusione Relazione, propone di guardare la nostra cultura con gli occhi di stranieri immigrati in Italia, invitandoli a varcare le soglie dei musei, ad appropriarsi di una storia e di una identità nuove e a raccontare come vedono, leggono, sentono e interpretano il nostro patrimonio. Il progetto trova il suo fondamento nella convinzione che la cultura porti con sé benessere e integrazione: ecco perché i Musei Civici Fiorentini, i Musei della Città di Fiesole, Stazione Utopia ospitata all’interno dal Museo dell’Opera del Duomo, il Museo degli Innocenti di Firenze e la Fondazione Primo Conti di Fiesole hanno pensato di costruire  – grazie al sostegno della Regione Toscana e della Fondazione CR Firenze – un percorso teso a favorire il dialogo fra musei e immigrati e a costruire nel tempo un rapporto di confidenza, di frequentazione e di partecipazione al patrimonio da parte di persone straniere.

La prima tappa del percorso è consistita in due giornate di formazione rivolte agli operatori museali di tutta la Toscana, nelle quali sono state approfondite – grazie al contributo di esperti – le tematiche  storico-artistiche potenzialmente correlate alla storia e all’identità degli immigrati e illustrati flussi, bisogni e caratteristiche sociali dell’immigrazione in Toscana e nell’area fiorentina.

Il secondo passo è stato quello di proporre a diversi gruppi di stranieri (CAS, progetti SPRAR, scuole di italiano, centri di accoglienza, strutture residenziali, famiglie e singoli cittadini) visite e attività nei musei aderenti al progetto, concepite come reciproche occasioni di conoscenza e di scambio.

La fase successiva ha portato 30 persone immigrate a partecipare a un corso di formazione che ha consentito loro di acquisire le competenze per accompagnare a propria volta gruppi di stranieri e di italiani in visita ai musei. Il corso – iniziato lo scorso 12 novembre – ha previsto una parte generale (storia, storia dell’arte, italiano, comunicazione interpersonale) e una parte specifica sul singolo museo.  Al termine del corso 32 persone provenienti da tutte le parti del mondo sono state così formate per diventare mediatori museali, raccontando e interpretando in tutte le lingue il patrimonio artistico.

I nuovi «ambasciatori», fra cui afgani, tunisini, egiziani, maliani, gambiani, marocchini, camerunensi, colombiani, italiani, nigeriani, venezuelani, senegalesi, ivoriani, peruviani, ghanènsi, romeni, guineani, pakistani, proporranno le proprie visite in italiano e nello loro lingue madri a cittadini stranieri e italiani a partire dal 2 dicembre 2018 per tutta la primavera 2019.

Si tratta di un progetto di integrazione che rende chi si trova a vivere nella nostra città soggetto attivo del cambiamento sociale, ma ancora di più si tratta di un esperimento culturale che regala a noi italiani, occidentali, eurocentrici, la vertigine dello spaesamento e la vitalità della scoperta: perché, come ci ricorda un giovane africano in visita al teatro romano di Fiesole, «è incredibile che esistano luoghi così belli ed è incredibile che abbiano qualcosa da dire a ciascuno di noi.»

Le prime visite (senza prenotazione) si svolgeranno proprio domenica 2 dicembre: a Fiesole alle 10 al Museo Primo Conti alle 10.30 al Museo Bandini e alle 11 al Museo Civico ArcheologicoFirenze alle 10.30 alla Piazza del Duomo, alle 15 in Palazzo Vecchio e al Museo degli Innocenti, infine alle 16.30 al Museo Novecento.

Per informazioni sulle prossime visite consulta: https://www.amirproject.com –  www.facebook.com/amirmuseums