Cultura & Società

Quelle voci indimenticabili dalla Rai di Firenze

Un nagra in spalla, un motorino schioppettante e via … per la realizzazione di servizi rimasti memorabili, come l’intervista a Marilù Pascoli, l’unica concessa in tutta la sua vita. È Amerigo Gomez, con la sua inconfondibile voce profonda; lui e il microfono: un amore inscindibile a cui si accostava con grande perizia unita ad una grande umiltà.

«Qualunque servizio gli chieda – diceva Omero Cambi – primo caporedattore della Sede di Firenze dal 1944 al ’65 – parte e lo fa, senza battere ciglio». Fu lui, alla liberazione di Firenze – come ci ricorda, con forte emozione, la moglie Simonetta, a calare il microfono da una pensione di via Martelli, per far sentire le voci, i clamori di una strada piena di tedeschi in fuga. Fu ancora Amerigo, «Ghigo» per gli amici, morto a soli 48 anni, a descrivere la visita di Papa Giovanni ad Assisi. Per non ricordare che alcune delle sue radiocronache, piene di vibrante umanità. E Paolo Bellucci, approdato nella redazione Rai di S. Maria Maggiore, dopo un’esperienza alla radio londinese; e quell’aria da lord inglese non gli si era più staccata di dosso: i premi Viareggio; le prime teatrali di spessore nazionale, avevano la sua voce calda, piena di sfumature.

E ancora, Gianfranco Pancani e le corse con la mitica «Topolino» verniciata di due colori, spesso col capo redattore, a rincorrere le mostre ricevuto da Renato Natali, nella Galleria di Via Ricasoli a Livorno e da Mino Meccari a Viareggio. Massimo Valentini, romano, annunciatore a Radio Firenze, che un giorno bussa alla porta di Cambi: «Voglio fare il giornalista, mi aiuta?». E Omero Cambi gli dà subito un incarico importantissimo che Massimo esegue egregiamente e di questa fiducia accordatagli conservò sempre una gratitudine profonda. Alla morte del caporedattore, lascia Firenze e ritorna a Roma e lì, sul lavoro, la sua scomparsa prematura. E naturalmente Marcello Giannini, approdato a S. M. Maggiore, fresco di studi. Chi non ricorda la sua voce, dai toni pieni del dramma che si stava compiendo, quando l’Arno decise di passare – tra l’altro! – da via Cerretani? Un altro microfono fuori dalla finestra… E Carlo Corsani, citato per ultimo, ma le sue interviste hanno alimentato per anni lo storico «Gazzettino Toscano» e il «Giornale radio» nazionale.

Il caporedattore che al passaggio della guerra e subito dopo aveva fatto dei commenti politici con lo pseudonimo di «Tancredi» e poi con il suo nome, si inseriva in rete nazionale settimanalmente o nei momenti straordinari per la rubrica «Che c’è di nuovo a …» di Radio sera. Basti ricordare «È rinato il Ponte a Santa Trinita», il Forte di Belvedere e quando l’ultimo tram è andato … in pensione. Ma lì, non «in voce» ma presenti sempre, hanno fatto la radio Raffaello Santi e Tullio Auriti. E le stenografe Liliana, Cosetta, Anna Maria, fino a Anna e Marcella. E la domenica, festa con «I’ grillo», il supplemento domenicale de «Il gazzettino toscano». Come successo, fu paragonato, nel campo della radio, a quello che stava accadendo per «Lascia o raddoppia?» in tv. In S. Frediano, dove si faceva capannello, con la radio in bella vista e sedie intorno, campeggiava sui muri, a lettere cubitali «W Gano».

Da Cesarina Cecconi alla Wanda PasquiniNella Barbieri a Benini. E gli autori D’Onofrio, Nelli, Stiatti, passavano tutti dalle stanze del secondo piano del Palazzo dalle Cento finestre, nella redazione del «Giornale radio» e passava lui, «i’ duro», ovvero Corrado De Cristofaro, che girovagava con disinvoltura dalle pagine letterarie de «L’Approdo» alle gesta gigionesche de’ «I’ grillo». Radio Firenze trasmetteva quattordici ore al giorno. Tra i suoi primi annunciatori, Giulio Del Sere, Gianni Giannantonio e Adelina Liuci, detta Dedy. In tempi più recenti Giancarla Cavalletti e Michele Borelli. Silvio Gigli spopolava col suo «Botta e risposta», l’antesignano di tutti i quiz. Narciso Parigi cantava stornelli e canzoni che hanno fatto il giro del mondo. E la famosa Compagnia di prosa di Radio Firenze: diretta dapprima dal regista Franco Rossi e da Jacopo Treves che inventò il radiodramma, ecco Umberto Benedetto, dal quale arrivò fresco dei suoi diciotto anni, Franco Zeffirelli. Ma anche «Tanto per dire»! un Fosco Giachetti, Renzo Ricci, Arnolfo Foà. Eh sì, anche Emma Grammatica. E, in tempi più recenti, anche Anna Maria Sanetti e Grazia Radicchi.

E ai nostri giorni? Ai nostri giorni c’è ancora Omero Cambi che da Radio Firenze gioca con … «Giocando» … E il nonno, sorridendo, lo ascolta….

Mariella Cambi