Cultura & Società

Riapre al pubblico, dopo il lockdown, Santa Reparata nel Duomo di Firenze con visite guidate speciali

I visitatori saranno accompagnati dagli architetti dell’Opera di Santa Maria del Fiore che illustreranno il percorso espositivo, completamente rinnovato nel 2017, e incontreranno i restauratori che hanno eseguito il restauro del pavimento musivo di epoca paleocristiana in cui spiccano una magnifica figura di pavone, simbolo cristiano della resurrezione, e un’epigrafe con i nomi dei 14 donatori dei mosaici, divisi in base al numero di piedi romani finanziati.  

Si tratta del pavimento della prima Chiesa di Santa Reparata, che vide la luce ai primi decenni del V secolo d.C. (52 metri di lunghezza per 25 di larghezza presunti), divisa al suo interno in tre navate separate da due file di quattordici colonne. Al centro della navata principale, si trovava l’emblema del pavone. Sulla stessa asse, più in direzione dell’originale facciata (che guardava il Battistero ed era avanzata di 7-8 metri rispetto a quella della Cattedrale) la lunga epigrafe con i nomi dei donatori. Il pavimento fu realizzato da maestranze africane con cui la Firenze del tempo aveva stretti rapporti culturali ed economici.

L’area archeologica della Chiesa di Santa Reparata nel Duomo di Firenze è un’importante testimonianza dell’antica Florentia, dove i visitatori possono vedere non solo la storia della Cattedrale ma la vita della città di Firenze dal I secolo d.C. al XIV. L’area fu aperta al pubblico nel 1974, dopo una campagna di scavi durata quasi dieci anni. Nel 2014 è stato realizzato un nuovo percorso espositivo ad andamento cronologico che va dal I sec.d.C al XIV secolo, dai resti di epoca romana, preesistenti alla costruzione della chiesa, alla sua fondazione in epoca Paleocristiana, alla fase altomedievale e quella romanica.

Numerose le tombe presenti in Santa Reparata, tra queste la tomba di Filippo Brunelleschi, mentre non ci sono tracce di quelle di Giotto, Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano che secondo la tradizione dovevano essere qui sepolti.

Per informazioni e prenotazioni

www.duomo.firenze.it