Cultura & Società

San Piero a Grado finisce sulla torta record

DI ANDREA BERNARDINILa pietra macchiata dal sangue di papa Clemente ora è conservata a Pisa in un prezioso reliquiario nel Museo dell’Opera del Duomo e fino a pochi anni fa è stata ospitata nell’altare della Chiesa primaziale, dedicato a quel pontefice. I canonici la portavano una volta all’anno – in genere per l’Ascensione, quaranta giorni dopo la Pasqua – nella basilica di San Piero a Grado, per far catechesi alla comunità locale: da lì proveniva infatti quella pietra che apparteneva all’altare della basilica. Tradizione vuole che quell’altare fosse stato edificato dall’apostolo Pietro, che proprio in questo luogo – antico scalo portuale – («grado» viene da «gradus» e significa, appunto, ingresso) sarebbe sbarcato nel suo viaggio da Antiochia a Roma avvenuto nel 42 d.C.

Sarebbe stato il quarto papa della storia della Chiesa, Clemente I, a consacrare quell’altare: durante il rito di consacrazione, sarebbero cadute dalle narici del pontefice tre gocce di sangue. Sangue «di Papa», per questo preziosissimo e da consegnare… ai posteri.

Pietà popolare, tradizione e folclore si fondono, ormai da secoli, nella «festa dell’Ascensione» di San Piero a Grado.Un poemetto scritto da anonimo e di cui si conserva copia nell’Archivio capitolare attesta la tradizione di questa festa già nel 1300. «In basilica – ricorda lo storiografo monsignor Silvano Burgalassi – arrivavano i naviganti dal vicino porto e i pellegrini percorrendo la Vettola. Per la festa dell’Ascensione venivano annesse nella basilica di San Piero a Grado grandi indulgenze: anche per questo in tantissimi si davano appuntamento in quell’antica chiesa». Anche oggi la festa ha assunto i caratteri della popolarità: nella basilica l’Arcivescovo di Pisa presiederà, la mattina del 12 maggio, una celebrazione eucaristica, cui sono invitate anche tutte le coppie di sposi che celebrano quest’anno i dieci, i venticinque, i quaranta e i sessant’anni di matrimonio (a tutti loro il parroco don Mario Stefanini farà dono di un quadretto con un’incisione della basilica). Nel pomeriggio monsignor Alessandro Plotti benedirà tutte le bandiere e oltre cento figuranti in costume appartenenti alla parte di Mezzogiorno del Gioco del Ponte che sfileranno per le strade del quartiere. Il neonato Consorzio dei produttori del parco – già dalla tarda mattinata – predisporrà uno spazio espositivo delle produzioni: potremo allora assaggiare spiedini di carne delle razze «mucca pisana» e limousine, formaggi e cacciagione. Ma l’elemento di maggior attrazione – cui stanno pensando diversi enti pubblici, coordinati dall’Ente Parco regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli – sarà la realizzazione di una grande torta a base di prodotti biologici, raffigurante lo storico monumento. Il dolce – grande 8 metri per 5 circa e di uno spessore di 10 centimetri circa – sarà realizzato sul posto. «Il dolce – commentano i pasticceri che si cimenteranno in questo lavoro che ha il … sapore dell’impresa – sarà realizzato a mo’ di puzzle in uno spazio coperto adiacente alla basilica e poggerà su una struttura in legno». I pasticceri vi lavoreranno già dalla mattina, sì che possa essere servito nel pomeriggio. Sarà costituito da una base di pan di Spagna e da una deliziosa pasta di mandorle, di pinoli biologici e miele di spiaggia, due prodotti tipici di Parco, e sarà decorato da finissima cioccolata.

Saranno utilizzati circa 200 kg di pinoli biologici, 150 kg di miele di spiaggia e 120 panetti di pan di spagna di dimensioni di 60 centimetri per 40, da listelli di cioccolata e zucchero in quantità. Saranno gli studenti dell’Istituto alberghiero Matteotti a distribuirne fette a tutti i presenti.

Queste le ditte impegnate: Simone Bernardini di Fucecchio, Paul De Bondt di San Giuliano Terme, De Castro di Pontedera, Pasticceria Le Torte di Cascina ed altri pasticceri locali. I principali partner dell’iniziativa: L’Ente Parco regionale di San Rossore, Migliarino e Massaciuccoli, il Comitato per la valorizzazione della Basilica, il Centro Enrico Avanzi dell’Università, il Consorzio dei produttori del Parco, la circoscrizione di quel territorio, Coldiretti, Unione agricoltori, Confederazione italiana agricoltori, Associazione provinciale allevatori. Sono state coinvolte anche altre istituzioni, come il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio, la Soprintendenza ai monumenti, l’agenzia per il turismo. Hanno, infine, aderito molte associazioni locali: circoli, l’associazione «Sagra del pinolo», il comitato promotore della Festa dell’Unità, i negozianti e diverse realtà produttive a cui sono stati richiesti contributi.