Cultura & Società

Se Internet e cultura vanno a braccetto

di Gianni RossiInternet è il contrario della memoria culturale? Una domanda relativamente nuova, che esperti e studiosi ma anche educatori e insegnanti si pongono negli ultimi anni, quando – passata l’euforia iniziale – è apparso subito chiaro che la «rete delle reti» stava prepotentemente operando una mutazione addirittura antropologica.

A questa domanda ha cercato di rispondere, sabato 12 febbraio, Fausto Colombo invitato a fare da «padrino» al battesimo del portale internet della Diocesi di Prato (www.diocesiprato.it). Colombo, direttore dell’Osservatorio sulla comunicazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, davanti ad una folta platea, ha tenuto un intervento proprio su «Internet e la memoria culturale». Autorevole studioso di nuovi media, il professore ha al suo attivo diverse pubblicazioni scientifiche e di divulgazione, tra cui un simpatico quanto efficace «Piccolo libro del telefono» (Bompiani edizioni) dedicato al cellulare. In un intervento durato meno di mezz’ora – già questo segno efficace dei nuovi ritmi della «memoria» – Colombo ha sfatato più di un luogo comune su internet. A cominciare dalla convinzione diffusa che internet sia «la rete globale». È bastato sovrapporre due planisferi: quello della copertura mondiale della connessione, che ormai riguarda quasi completamente i cinque continenti, e quello dell’uso della rete, che lascia ampie zone scoperte soprattutto nel Terzo e Quarto mondo. «No, internet non è una rete globale – ha commentato Colombo –. Più correttamente si dovrebbe dire che è una rete di reti locali».

D’altra parte più che parlare in astratto, per preconcetti nati sull’onda dell’entusiasmo – «Internet è stato ammazzato dall’entusiasmo», ha tra l’altro detto nell’intervento – conviene attenersi ai fatti. E i fatti «dicono che la mappa di internet è la mappa delle necessità locali». Fausto Colombo mostra una carta dell’Europa dove sono evidenziati i flussi delle connessioni ad internet; con sorpresa, appare preponderante quella tra la Germania e la Turchia: «La folta comunità di immigrati, che ha necessità di tenere contatti vivi con le famiglie e la terra di origine – spiega – disegna di fatto la mappa di internet».

Resta la domanda: internet è il contrario della memoria culturale? In fondo sembra essere questa la convinzione diffusa. «Prendiamo tre diversi tipi di comunicazione – esordisce Colombo: l’intrattenimento, la comunicazione pubblica, e quella comunitaria. La prima non è condotta da noi, ma dall’esterno, ed è di breve durata; la seconda è sempre guidata da altri, ma è di lunga durata; quella comunitaria, invece, è autodiretta ed è di durata “elastica”. Non c’è infatti – spiega – un momento preciso e stabilito per dirsi qualcosa in una comunità, famiglia, parrocchia o associazione che sia». Per Colombo internet funziona esattamente come medium comunitario: «Il tempo di internet è quello della comunità», aggiunge. Anche di quelle comunità che presentano un carattere istituzionale. E rivolto al portale della diocesi pratese afferma: «Il vostro è sì un progetto legato all’istituzione-Diocesi, ma l’autorevolezza la guadagna tutti i giorni sulla rete in base alla partecipazione».

Insomma, internet non è il contrario della memoria culturale: proprio per questo suo aspetto partecipativo «favorisce una memoria culturale viva».

La schedaBen 350 pagine, più di mille foto, il più grande archivio web del patrimonio storico-artistico del nostro territorio, pagine web ed e mail per tutte le parrocchie, documenti, un’agenda interattiva, forum, news ed approfondimenti: sono queste le principali caratteristiche di www.diocesiprato.it, il portale della Diocesi di Prato.

«È una nuova risorsa pastorale», ha affermato il vescovo Gastone Simoni durante la presentazione avvenuta sabato 12 febbraio nel salone vescovile. «Internet – aveva detto il giorno prima alla stampa – è sicuramente un ambiente ambiguo, ma noi vogliamo che accanto alle innumerevoli immagini che ogni giorno rimbalzano sugli schermi dei computers appaia anche il volto di Cristo e della Sua Chiesa».

Il progetto, avviato due anni fa, è stato promosso e coordinato dall’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali e da quello per i beni culturali, con il supporto del «Servizio progetti e pastorale» della Curia diocesana. La sua realizzazione rappresenta l’ultimo frutto del 350° dell’istituzione della Diocesi. I partner tecnologici della Diocesi sono stati il Gruppo Abaco (www.gruppoabaco.it), per lo sviluppo web, e Space spa (ww.spacespa.it) per lo studio grafico.

Le professionalità necessarie per la complessa elaborazione e costruzione del portale sono state sviluppate anche attraverso un corso di formazione della Provincia di Prato, curato dal Gruppo Abaco in qualità di Agenzia formativa, con partner docente Space. «Il progetto – ha spiegato Gianni Rossi, responsabile dell’Ufficio comunicazioni sociali nonché coordinatore dell’edizione pratese di Toscanaoggi – è soltanto un punto di partenza. Vorremmo che come un albero, per usare un’immagine tipica dello sviluppo web, il portale mettesse radici e allargasse i suoi rami». Per don Renzo Fantappié e Claudio Cerretelli, dell’Ufficio beni culturali «può rappresentare una occasione di crescita per la comunità ecclesiale e di valorizzazione del patrimonio storico-artistico, anche nella sua valenza formativa per la fede».A pochi giorni dal varo, sono già attivi sei forum di discussione sulla catechesi. Ma presto ci saranno altre novità. Intanto è possibile vedere il video della presentazione, con la relazione di Fausto Colombo.

Cultura e internet, le preoccupazioni dello scrittore