Cultura & Società

Tra Siena e Pienza per celebrare Pio II

di Nino Alfiero Petrenivice sindaco e assessore alla cultura Pienza«Bene hai fatto – gli disse – o Bernardo, dicendoci il falso sulla spesa dell’opera. Se infatti ci avessi detto la verità, non ci avresti mai convinto ad affrontare una simile spesa e ora non esisterebbero questo nobile palazzo e questa cattedrale splendida fra quante sono in Italia. Per il tuo inganno sono stati innalzati questi illustri edifici, che tutti ammiriamo, con l’eccezione di pochi, morsi dal livore dell’invidia».

Con queste parole lo stesso Papa Pio II, racconta in terza persona nei «Commentari» la sua soddisfazione per l’avvenuta felice realizzazione di Pienza, la città ideale, nata, come scrisse Giovanni Pascoli, da un «pensier d’amore e da un segno di Bellezza». Ed aggiunge Pio che Bernardo, l’architetto Gambarelli detto il Rossellino , «pianse di gioia».

La stessa soddisfazione, la stessa compiacenza sono state espresse sabato 27 maggio a Pienza durante l’inaugurazione della mostra Pio II. La città, le arti – La rifondazione umanistica dell’architettura e del paesaggio, promossa dall’Amministrazione provinciale di Siena, dalla Soprintendenza per il Patrimonio storico-artistico ed etnoantropologico di Siena e Grosseto, dal Monte dei Paschi di Siena, dal comune di Pienza, dalla Società Esecutori pie disposizioni, dalla Fondazione Monte dei Paschi e dalla Fabbriceria della Cattedrale di Pienza a cura degli Architetti Giovanni Bulian e Giuseppe Giorgianni con la collaborazione di valenti studiosi sia italiani che stranieri, tra i quali il prof. Jan Pieper da anni considerato uno dei massimi esperti dell’Architettura rinascimentale.

La mostra, allestita in sei sezioni ospitate nel Palazzo Piccolomini e nel Duomo, intende rendere doveroso omaggio al grande Papa umanista nell’ambito delle celebrazioni del VI centenario della sua nascita. Enea Silvio Piccolomini nacque a Corsignano il 18 ottobre 1405, ed una volta eletto Papa volle costruire nell’antico natio borgo medioevale un modello di città secondo il nuovo spirito rinascimentale che concepiva la città come palcoscenico del mondo. Il nucleo della città di Pienza è infatti concepito come spazio scenografico d’azione di una variabile vita urbana con l’alternarsi della vita quotidiana e della giornata festiva.Proprio per questo, i curatori hanno voluto didatticamente illustrare e spiegare in modo diretto i luoghi e i monumenti voluti da Pio II, appositamente restaurati in vista delle celebrazioni e visitabili in ambienti abitualmente non aperti al pubblico. Per l’occasione sono stati restaurati gli interni e i prospetti di Palazzo Piccolomini insieme alle logge che guardano verso la splendida Val d’Orcia sovrastata dal Monte Amiata e la bianca facciata in travertino del Duomo. Inoltre sono stati resi visitabili il giardino, i due grandi saloni e la loggia del secondo piano nobile oltre agli ambienti antichi al piano terra dove sono ospitate le diverse sezioni di una mostra pensata per dialogare direttamente con i monumenti stessi.La presentazione dei vari interventi di restauro del palazzo, dei pozzi e di alcune delle facciate graffite nel centro pientino precede l’analisi dei più famosi edifici piccolominei sia a Pienza che a Siena in modo da comprendere la grammatica architettonica e la sintassi costruttiva di questi luoghi. A piano terra del Palazzo oltre al modello plastico in scala della Piazza pientina, sono esposti modelli lignei di «macchine» del quattrocento ideate da Francesco di Giorgio Martini, e dal Taccola. La mostra è l’occasione, fra l’altro, per ammirare i lavori commissionati ad alcuni degli artisti più apprezzati dal Pontefice, come Donatello, Vecchietta e Antonio Federighi. Il compito dell’allestimento della mostra non è stato né facile né agevole, ma la piena collaborazione tra le varie Istituzioni ha permesso di mostrare la volontà di un uomo che piega il gusto del bello e il valore dell’antico a principale simbolo di se stesso. Pienza, miracolo di pura bellezza, costruita in soli quattro anni, può giustamente considerarsi come il simbolo del pensiero di Pio, il suo vero testamento culturale e spirituale. La mostra pientina che chiuderà l’8 ottobre è accompagnata da un prezioso catalogo a cura dell’architetto Giuseppe GiorgianniOltre alla visita del Palazzo Piccolomini, della Cattedrale è consigliata una visita al Museo Diocesano che conserva pregevoli e importanti opere d’arte che lo stesso Pontefice volle donare alla Cattedrale da lui consacrata nel 1462, tra le quali il famoso Piviale ricamato a opus anglicanum, da una manifattura inglese di primo trecento, nel quale sono narrate le storie della Vergine e delle Sante Caterina d’Alessandria e Margherita di Antiochia.

Sempre nell’ambito delle iniziative su «Pio II, la città, le arti», alla mostra pientina farà seguito il 23 giugno prossimo l’inaugurazione a Siena (Palazzo Squarcialupi, complesso museale del Santa Maria della Scala) della mostra La rinascita della scultura: ricerca e restauri. Anche questa esposizione chiuderà l’8 ottobre. L’amministrazione comunale di Pienza, prendendo spunto dall’importante avvenimento della mostra, realizzata grazie ai forti finanziamenti della Banca del Monte dei Paschi e della Fondazione Mps, sta predisponendo particolari azioni di governo sia del centro storico che del territorio per la tutela e la valorizzazione del proprio patrimonio artistico storico e ambientale giustamente riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio mondiale dell’Umanità. È in fase di ultimazione il Piano strutturale che insieme al Piano di gestione dei siti Unisco fornirà i criteri guida da seguire per i prossimi anni.

Le Mostre«La rifondazione umanistica dell’architetturae del paesaggio», Pienza, Palazzo Piccolomini.

«La rinascita della scultura: ricerca e restauri», Siena, Palazzo Squarcialupi. Fino all’8 ottobre. Orario: tutti i giorni 10,30-19,30. Info: 0577-530032.