Cultura & Società

Turismo. Via della lana e della seta va, ora serve ma sui servizi «è indietro»

Bologna e Prato «sono realtà in grado di promuovere un’offerta turistica sempre più qualificata e si può ormai dire che anche la Via della lana e della seta si è affermata, nel giro di pochi mesi, come un itinerario bello e competitivo quanto la Via degli dei», dichiara Massimo Gnudi, consigliere con delega al Turismo della Città metropolitana di Bologna. Il paragone con la Via degli dei è significativo, visto il successo già consolidato di quel percorso: un precedente «che ha dimostrato quanto un cammino ben organizzato e promosso- sottolinea Gnudi- possa determinare le condizioni per un rilancio di luoghi che negli ultimi anni più di altri hanno sofferto i cambiamenti dovuti agli stili di vita e a ragioni economiche». Il progetto sulla Via della lana e della seta rappresenta «un esempio di collaborazione istituzionale molto importante», ricorda l’assessore comunale al Turismo, Matteo Lepore, perché «senza l’accordo di tutti i Comuni non avremmo potuto fare questo lavoro». Iniziative di questo tipo «creano sicuramente un’economia locale importante che però dev’essere governata», aggiunge Lepore, perché bisogna evitare il rischio di «un turismo mordi e fuggi o che devasti i territori».

Nella Via della lana e della seta c’è dunque una precisa «scelta politica» di fondo, rimarca l’assessore, orientata al «rispetto del carattere naturale e dell’idea di comunità dei territori, che vanno ripopolati ma in un certo modo». è quello che si augura Vito Paticchia del Cai bolognese, progettista del cammino e autore della relativa guida.

Qualche bed and breakfast in più sta aprendo e questo dimostra che la Via rappresenta «una nuova risorsa» per l’Appennino, sottolinea Paticchia: un modo in più per far sì che «la gente rimanga a vivere lì evitando lo spopolamento». Questo grazie ad un’idea, in fondo, semplice: «Non abbiamo creato nulla di nuovo. Abbiamo dato un senso ad antichi sentieri e tracciati che sul territorio appenninico esistono da millenni».

La Via della lana e della seta è «una grande occasione», confema il direttore generale di Bologna Welcome, Patrik Romano. Ma la buona riuscita del progetto è stata talmente rapida che «oggettivamente siamo rimasti indietro. Lungo il percorso- rileva Romano- non c’é ancora il numero di strutture che vorremmo, ma stiamo lavorando in maniera capillare sul territorio per dare fiducia alle persone, dire che ci siamo e che portiamo turisti, affinché gettino il cuore oltre l’ostacolo così com’è stato per la Via degli dei». Inoltre, Bologna Welcome sta lavorando anche ad un sito web unico e ad un call center in inglese.