Cultura & Società

Volterra capitale della cultura 2022: anche il Beato Stenone tra le iniziative per sostenere la candidatura

Il nome di Stenone è legato alla cittadina toscana dove soggiornò nella primavera del 1668 e studiò le celebri balze ed altri fenomeni naturali. Queste ricerche furono basilari per la pubblicazione nel 1669 dell’opera De solido intra solidum naturaliter contento dissertationis prodromus (1669), in cui sono enunciati i principi della stratigrafia e l’origine dei fossili, che fanno di Stenone il fondatore della moderna geologia.

In occasione del 350° Anniversario del soggiorno volterrano, il 20 aprile 2018, si tenne nella Sala Beato Pio IX, una giornata di Studi dedicata allo scienziato danese e mons. Marco Domenico Viola, priore della basilica di San Lorenzo a Firenze, dove sono conservate le spoglie mortali di Stenone, donò una reliquia al vescovo di Volterra, mons. Alberto Silvani, ora custodita nella cattedrale di Santa Maria Assunta. (Foto di Luciana Zanchini).

Il progetto delle iniziative culturali del 2022, patrocinate dal Comune di Volterra, prevede una giornata di Studi, seguita dalla S. Messa e in altra data la visita guidata da geologi: “Sulle tracce di Stenone”, che percorrerà l’itinerario seguito da Stenone nella primavera del 1668. Gli eventi si svolgeranno nella settimana precedente a quella di Pasqua, dal 4 al 10 aprile 2022.

Hanno già dato l’adesione vari studiosi di Stenone, mentre la visita dei luoghi stenoniani, ad iniziare dalle celebri “balze” di Volterra, sarà curata dai geologi Giancarlo Lari e Luca Barletti. L’itinerario, che è stato ricostruito da Lari nella relazione del 2018, pubblicata in “Rassegna Volterrana”, anno XCV, 2019, prevede le seguenti tappe: Montecatini Val di Cecina, Saline di Volterra, Pomarance, Libbiano, Monterufoli, la Valle del Diavolo, Larderello, Castelnuovo Val di Cecina, Sasso Pisano, Monterotondo Marittimo, Lustignano, Canneto e Monteverdi Marittimo.

A testimonianza del soggiorno stenoniano a Volterra, è stata apposta il 17 settembre 1967, a cura della Pro Volterra, una lapide nell’ingresso di Palazzo Maffei, edificato nel 1527, in via Guidi, che recita: “Nella primavera dell’anno 1668, ospite del Provveditore Raffaello Maffei, Niccolò Stenone (Niels Stensen), insigne medico, geologo, paleontologo danese, studiò i fenomeni naturali e la struttura geologica delle zone circostanti e delle mura e delle pietre della nostra città. Ne descrisse i risultati nel “De solido intra solidum naturaliter contento dissertationis prodromus”, definendo Volterra “uno scrigno di tesori”.

Il grande ed umile Stenone rimase affascinato dalla storia di Volterra, oltre ai luoghi naturali visitò sicuramente i principali monumenti e chiese della cittadina: la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la cui dedicazione fu proclamata da Papa Callisto II nel 1120, il Battistero di San Giovanni, il Palazzo dei Priori, del XIII secolo, dove nel selciato della piazza vide intrappolate le conchiglie fossili, le mura etrusche, il teatro romano, la fortezza Medicea ed altri ancora. Lo scienziato danese ammirò la bellezza della cittadina toscana che incarna il suo aforisma più celebre: “Pulchra sunt quae videntur, pulchriora quae sciuntur, longe pulcherrima quae ignorantur”, che tradotto dal latino definisce “belle sono le cose che si vedono, più belle quelle che si conoscono, bellissime quelle che si ignorano”.

Il compositore toscano Lorenzo Pescini, di cui sono stata promoter per il terzo CD “Piano di fuga” del 2015, i cui introiti sono andati alla Sezione Lilt Sanremo, per la ricerca sul cancro, mi ha annunciato che sta componendo un brano musicale dedicato a Niccolò Stenone. Sarà felice se la sua musica verrà presentata alle manifestazioni volterrane dedicate all’illustre anatomista e fondatore della geologia danese.

Numerose istituzioni culturali, teologi e studiosi di Stenone, storici, filosofi, artisti di fama internazionale stanno facendo pervenire le loro adesioni a sostegno di Volterra fra le dieci città finaliste, di cui daremo notizia in un altro articolo.

Volterra e il suo “scrigno di tesori” meritano di diventare la Capitale italiana della Cultura 2022 e il beato Niccolò Stenone, dall’Empireo sarebbe estremamente felice se ciò si realizzasse.