Cultura & Società

Ximeniano, il laboratorio del tempo che fa

di Lorella PellisNel suo testamento lo scienziato Leonardo Ximenes (1716-1786), gesuita che visse e lavorò a Firenze, astronomo, geografo e matematico insigne, lasciò i suoi strumenti, l’archivio e la biblioteca ad un costituendo istituto di studi scientifici la cui conduzione fu affidata ai padri Scolopi che avevano ricevuto dalla Compagnia di Gesù, soppressa, il convento di San Giovannino. Nacque così l’Osservatorio Ximeniano, oggi carico di oltre due secoli di fervida vita scientifica, adesso, come allora, situato al numero 6 di piazza San Lorenzo. Per la precisione lo Ximeniano, osservatorio sismologico e meteorologico, compie proprio quest’anno i suoi 250 anni. Fu creato nel 1756 proprio da Ximenes che lo istituì sulla terrazza sommitale del palazzo di San Giovannino, concepito e realizzato nella seconda metà del XVI secolo dall’Ammannati per i Padri Gesuiti. L’Osservatorio era costituto dalle soffitte di S. Giovannino, dalle quali Ximenes, sin dal 1751, aveva fatto osservazioni astronomiche, determinato la latitudine e la longitudine di Firenze, osservazioni sulle eclissi dei satelliti di Giove e sul passaggio dei pianeti davanti al disco solare per mezzo di telescopi newtoniani.Nel 1773, a seguito della soppressione dell’ordine, i Gesuiti lasciarono il loro Collegio che fu acquistato dagli Scolpi che vi trasferirono le Scuole Pie nel 1775. Gli Scolopi ospitarono lo Ximenes il quale continuò la sua attività di scienziato ancora per diversi anni sino alla morte avvenuta nel 1786. Ximenes, riconoscente agli Scolopi per l’ospitalità, lasciò loro in eredità la sua biblioteca e l’intero Osservatorio con tutti gli strumenti. In seguito gli Scolopi fiorentini battezzarono l’osservatorio con il nome di «Osservatorio Ximeniano» per onorare la memoria dello scienziato che aveva affidato loro una così importante istituzione.L’Osservatorio Ximeniano ha avuto come primo direttore, dal 1786 al 1814, padre Gaetano del Ricco, autore di testi scientifici di matematica e fisica adottati all’epoca in tutto il nostro paese.Il suo successore, dal 1814 al 1848, fu padre Giovanni Inghirami, celebre astronomo e cartografo; a lui si deve la carta geometrica della Toscana. Si occupò anche delle deviazioni giornaliere del filo a piombo rispetto alla verticale. Tra i suoi allievi ricordiamo padre Alessandro Serpieri, che divenne uno tra i più importanti fisici italiani dell’epoca.Alla morte di Inghirami assunse la direzione dell’Osservatorio padre Giovanni Antonelli, dal 1848 al 1872. L’attività scientifica di Antonelli, allievo prima e assistente poi di Inghirami, fu molto importante soprattutto nel campo della meteorologia, della matematica e della progettazione delle strade ferrate; ma il merito più importante fu quello di avere patrocinato con tanto entusiasmo le invenzioni dei padri scolopi Eugenio Barsanti e Filippo Cecchi. La fama di quest’ultimo nel campo della fisica, della meteorologia e soprattutto della sismologia è nota a tutti; padre Filippo Cecchi successe a Antonelli nella direzione dell’Osservatorio sino al 1887.Successore di Cecchi fu padre Giovanni Giovannozzi. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche e astronomiche, Giovannozzi nel 1905 lasciò la direzione dell’Osservatorio a padre Guido Alfani. Scienziato di fama mondiale soprattutto nella sismologia alla quale diede importanti contributi strumentali, Alfani diresse l’Osservatorio sino al 1940. A lui subentrò padre Cesare Coppedé che ebbe il difficile compito di far sopravvivere l’Osservatorio nel delicato periodo della seconda guerra mondiale e soprattutto nel dopoguerra in gravose ristrettezze economiche. A Coppedé successe, nel 1964, padre Mario Mazzantini, durante la direzione del quale la stazione sismologica sotterranea fu distrutta dalla tristemente famosa alluvione dell’Arno. Nel 1973, per ragioni di salute, lasciò la direzione dell’Osservatorio che fu affidata a padre Dino Bravieri, il quale ha avviato un’intensa attività editoriale ed un recupero dell’antica strumentazione meteorologica e sismologica e soprattutto ha potenziato la moderna sismologia e meteorologia curandone anche e soprattutto l’aspetto didattico. Oggi, dopo aver lasciato il suo incarico, padre Bravieri, classe 1923, vive ancora in Firenze, quasi appartato nel suo San Giovannino, sempre fedele al suo stile di vita semplice e riservato.Dal 2004 l’Osservatorio ha cambiato aspetto giuridico divenendo una Fondazione (Fondazione Osservatorio Ximeniano di Firenze – Onlus) di cui è presidente il Padre provinciale degli scolopi (della provincia di Firenze); fanno parte della Fondazione il Consiglio di amministrazione e il Consiglio scientifico. Attualmente la direzione scientifica dell’Osservatorio è stata affidata a Emilio Borchi, ordinario di Fisica generale presso l’Università di Firenze. Le celebrazioni per il 250°Si avvicina l’inizio delle manifestazioni per i 250 anni dell’Osservatorio Ximeniano. Le celebrazioni ufficiali si apriranno il 21 giugno nel Duomo di Firenze con una lezione di astronomia tenuta dal professor Alberto Righini dell’Università di Firenze. Righini spiegherà il funzionamento della Meridiana del Duomo per il cui restauro fu incaricato proprio lo Ximenes. In programma anche una mostra all’Istituto geografico militare di Firenze (con il quale lo Ximeniano collabora) sulla cartografia dell’Osservatorio. Inoltre dovrebbero essere pubblicati un annuario dedicato proprio al 250 anniversario e un libro sugli strumenti di Leonardo Ximenes oltre ad una ristampa, in forma ridotta, del libro dello Ximenes sul «Vecchio e nuovo Gnomone».Il 30 settembre appuntamento nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze per il Premio internazionale intitolato a padre Eugenio Barsanti e a Felice Matteucci inventori del motore a scoppio. Il riconoscimento verrà consegnato a una personalità che si è distinta nel settore scientifico.

Nell’ambito delle iniziative per il 250° anniversario della fondazione dello Ximeniano si inserisce anche la pubblicazione «Trent’anni di Osservazioni meteorologiche (1971-2003)» che contiene l’attività di meteorologia portata avanti dall’Osservatorio prevalentemente durante la direzione di padre Dino Bravieri che si è sviluppata dal 1973 al 2003. Tale pubblicazione fa seguito al volume «Un secolo di Osservazioni meteoriche (1813-1918)» pubblicato da padre Guido Alfani nel 1920 ed al volume «Cinquant’anni di Osservazioni meteoriche (1919-1970)» pubblicato da padre Bravieri nel 1976.

Intanto, in attesa dei festeggiamenti, all’Osservatorio Ximeniano gli studi vanno avanti. Attualmente è in corso una ricerca sui sensori di meteorologia. Gli studiosi dell’Osservatorio hanno messo a punto due diversi sensori: quello di ultravioletto con filtro eritematico, attualmente sull’Everest (per vedere quanti ultravioletti vengono assorbiti dalla pelle), e quello di carica ionica nell’aria (per capire il beneficio o il danno apportato dagli ioni al corpo umano nelle varie circostanze). Quest’ultimo sensore è in fase di industrializzazione.

Inoltre in questi ultimi tempi il professor Renzo Macii, colonna portante dell’Osservatorio, in collaborazione con il Cnr e il Dipartimento di energetica dell’Università di Firenze, sta portando avanti uno studio su sensori di nuovo tipo e sensori anemometrici.