Dossier

Dalla Toscana in Galizia contro la marea nera

di Sara PagniniUn gruppo di volontari della «Legambiente», tra cui alcuni toscani, sono stati testimoni diretti del gravissimo danno ambientale causato alle coste della Galizia, in Spagna, dal naufragio della «Prestige», la petroliera affondata il 19 novembre scorso. Partiti dalla sede nazionale della «Legambiente» di Roma, hanno attraversato tre Paesi, percorso 2500 chilometri, affrontando un viaggio di trenta ore di macchina, per raggiungere il centro logistico in Sada (piccolo paese vicino La Coruna) per lavorare a fianco di una organizzazione ambientalista spagnola, la «Seo/Bird Life».Il compito dei volontari consisteva nel pattugliare le spiagge in cerca di animali, in particolar modo volatili, in difficoltà o morti a causa della marea nera. La situazione si è presentata subito disastrosa. La «Costa da Morte» (così viene chiamato il litorale da Malpica a Fisterra, che deve il suo lugubre nome alle numerose navi disperse nel corso nei secoli) è divenuta, ora, veramente tale.

Secondo una stima, ancora provvisoria, in seguito al naufragio della «Prestige» risultano quasi 300 chilometri di costa inquinati dal combustibile, moltissime le spiagge invase dalla marea nera; il combustibile riversato dalle onde sulle spiagge, mescolato alla sabbia, ha formato una poltiglia nera, densa, e maleodorante, che i galleghi hanno chiamato «chapapote». Anche solo il numero degli uccelli morti è impressionante; dai dati della «Seo» (Società spagnola di ornitologia), risulta che per il disastro moriranno migliaia di uccelli (si parla di 50 mila). Tra le molte specie colpite, i volontari hanno più volte trovato gabbiani, cormorani, e pulcinelle di mare, i cui colori vivaci sono stati completamente coperti dal combustibile fuoriuscito dalla «Prestige».

La pulizia delle spiagge è affidata oltre che ai volontari, all’esercito spagnolo, che con i pochi mezzi disponibili cerca di ripulire quelli che prima erano luoghi bellissimi. I militari sono talmente tanti che in città come La Coruna sembra quasi di stare in guerra. Oltre alle spiagge ed agli scogli, che armati solo di cazzuole si tenta di pulire, il gasolio ha raggiunto anche una delle piazze di Muxìa, un Comune che si affaccia sull’Atlantico. I danni provocati all’ambiente sono enormi; e, non minori sono quelli che la popolazione, e più in particolare i pescatori galleghi, dovranno affrontare. Ci auguriamo almeno che si avveri ciò che in migliaia hanno gridato nella manifestazione che si è tenuta a Barcellona in sostegno del popolo della Galizia, il 15 dicembre scorso: «Nunca maìs» («Mai più»). (foto di Massimo Cirillo)

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