Dossier

Elezioni, vittoria agli sciiti

All’«Alleanza Unificata Irachena» – che fa capo al Grande Ayatollah sciita Ali al-Sistani e a Abdul Aziz al-Hakim, esponente del Consiglio supremo sciita della rivoluzione islamica in Iraq – dovrebbero essere assegnati da 138 a 140 seggi dei 275 di cui si deve comporre l’Assemblea Costituente che deve mettere a punto entro il 15 agosto la nuova Costituzione da sottoporre poi a referendum in ottobre, prima di nuove eventuali elezioni politiche ipotizzate per dicembre.

E’ questo il dato più importante emerso dal lungo spoglio degli 8.456.266 voti validi (su 14.662.630 aventi diritto) espressi il 30 gennaio scorso. All’Alleanza del Grande Ayatollah sono state attribuite 4.075.295 preferenze pari al 48.2%; segue l’Alleanza Curda con 2.175.551 voti (25.7%); alla Lista Iyad Allawi (quella dell’attuale primo ministro pro-tempore) sono toccate 1.168.943 preferenze pari al 13.8%.

La formazione del presidente Ghazi al-Yawar, pur figurando al terzo posto, a causa del boicottaggio sunnita ha ottenuto appena 150.680 voti (1.8%).

Seguono il partito turcomanno, una lista indipendente e quella comunista, tutti con un totale di voti inferiori a 100.000. All’Alleanza Curda, costituita da due partiti, il Pdk e l’Upk, potrebbero ora toccare circa 75 seggi; a quella di Allawi una quarantina e alla formazione di al-Yawar appena cinque.

Fra tre e un seggio dovrebbero collocarsi almeno altre otto formazioni tra cui quelle dei turcomanni, del capo radicale sciita Muqtada al-Sadr, una lista nazionale cristiana della Mesopotamia e una sunnita.

Tra le comunicazioni della Commissione elettorale, colpisce la notizia che la lista di Adnan Pachachi, una dei personaggi iracheni più noti anche se controverso, ha ottenuto appena 12.000 voti, pari allo 0,1 %.

Significative sono anche altre percentuali sulla distribuzione del voto: nella provincia di Anbar i votanti sunniti sono stati appena il 2 %, ma anche altrove la loro partecipazione è rimasta a livelli minimi, un problema non indifferente per la legittimazione della nuova assemblea costituente. Nella provincia di Ninive, che include Mossul, la terza città più grande irachena, i votanti non hanno superato il 17% degli aventi diritto.

Calcolate sulla base di un seggio ogni 30.750 voti, in un sistema proporzionale che considera l’Iraq come unico collegio elettorale, le proiezioni di seggi sono ancora piuttosto incerte, soprattutto per quel che riguarda l’eventuale maggioranza assoluta ottenuta dai vincitori; non si escludono ulteriori correzioni anche delle cifre relative alle preferenze, ufficiali ma non definitive e già in qualche misura contestate da alcuni candidati.

I risultati definitivi: maggioranza assoluta dei seggi all’Alleanza Unificata IrachenaLa Commissione elettorale irachena ha reso noti i risultati definitivi delle elezioni svoltesi lo scorso 30 gennaio per la scelta dei 275 deputati del Parlamento transitorio. È confermata la vittoria dell’‘Alleanza Unificata Irachena’ – che fa capo al Grande Ayatollah sciita Ali al-Sistani e ad Abdul Aziz al-Hakim, esponente del ‘Consiglio supremo sciita della rivoluzione islamica in Iraq’ – alla quale sono andati il 48,2% dei voti e 140 seggi; la seconda lista più votata è stata quella dell’‘Alleanza curda’, che si è aggiudicata 75 seggi in conseguenza del 25,7% dei suffragi a favore; la lista sciita laica del primo ministro ad interim Iyad Allawi, il grande sconfitto, ha ottenuto invece solo 40 seggi, forte del 13,8% dei voti. Le altre liste minori in campo si sono divise i rimanenti posti nell’Assemblea legislativa.Misna