Dossier

Gesù: le verità della storia, le bugie per far soldi

di Riccardo Bigi

Padre Michele Piccirillo è una delle persone al mondo che meglio conosce le tracce lasciate dalla vita terrena di Gesù. Francescano, laureato in Studi Biblici, esperto di archeologia, dal 1960 vive a Gerusalemme dove insegna geografia e storia biblica allo Studium Biblicum Francescanum. Qualche anno fa è diventato anche un «personaggio»: a lui infatti si è ispirato lo scrittore Franco Scaglia per il protagonista del libro di grande successo «Il custode dell’acqua». È la persona giusta, quindi, per concludere il percorso di approfondimento che Toscanaoggi ha dedicato, nelle settimane di Quaresima, alla figura storica di Gesù.

Padre Piccirillo, lei ha indagato a fondo le vicende narrate dai Vangeli. Quali conferme all’esistenza terrena di Gesù si trovano nell’archeologia?

«Pur non utilizzando per un momento i dati del Vangelo e quelli dell’antica tradizione cristiana, uno storico ha a disposizione sufficienti dati esterni per affermare che Gesù di Nazaret è esistito in Giudea nel primo secolo, a cominciare dalle preziose testimonianze dello storico Giuseppe Flavio che scrive autonomamente di Giovanni il Battista, di Gesù e di Giacomo fratello del Signore, senza dimenticcare Tacito che, probabilmente, attinge a Giuseppe Flavio.

Per quanto riguarda i dati del Vangelo e della tradizione cristiana, dopo più di cento anni di ricerca archeologica in Palestina e di studi testuali il minimo che si può dire è che i Vangeli, pur da considerare dei libri scritti per un ambiente già credente e non certo per trattare di storia come la intendiamo noi, sono ben ambientati storicamente e geograficamente nella Palestina del periodo erodiano (il secolo a cavallo dei due milenni prima e dopo Cristo).

Qualche anno fa, fu proprio grazie a questa conclusione storica che partecipai con un centinaio di studiosi con il Card. Martini come capo ispiratore ad un’opera enciclopedica edita dalla Rizzoli intitolata: La Storia di Gesù. Un titolo inimmaginabile alcuni decenni prima dopo le critiche degli studiosi tedesci, dei francesi della prima metà del XIX secolo, e della critica della scuola di Bultmann. Oggi siamo più sereni e senza nulla negare di quanto abbiamo appreso da chi ha approfondito l’aspetto di fede del racconto evangelico, diamo il giusto peso al fondo storico, come presupposto per annunciare il kerigma ad edificazione dei credenti nel Gesù di Nazaret Profeta e Figlio di Dio Salvatore».

Ogni tanto i giornali annunciano nuove scoperte che smentirebbero la fede cristiana: ultimo caso la presunta tomba di Gesù scoperta dal regista americano James Cameron. Cosa c’è di vero? Come vanno considerate queste notizie?

«Veramente la tomba non l’ha scoperta James Cameron ma gli archeologi israeliani che vi hanno lavorato, in particolare Amos Kloner, mio amico che ha tenuto a prendere le distanze da una simile buffonata commerciale, ad essere buoni! non esagero! Intervistato all’occasione da giornalisti di ogni estrazione l’ho messa semplicemente in ridere e ho contrattaccato. Credo che il mio pensiero a sfottò è stato bene interpretato dal giornalista Giampaolo Cadalanu che mi intervistò nel museo dello Studium Bibliclum di cui sono Direttore proprio in mezzo a centinaia di simili cassette scoperte da Padre Bagatti nel cimitero presso il santuario del Dominus Flevit sulle pendici occidentali del Monte degli Ulivi: “Ecco, qui c’è Shimon Bar Yona, che è il nome di San Pietro. Vede questa lapide? Qui c’è Giuda. Su quest’altra: il Cireneo. Ecco: qui c’è un Gesù. Qui si legge benissimo Maria. Accanto: Marta e Maria, sorelle di Lazzaro. Sapesse quante ce ne sono, di sepolture con questi nomi! Voglio scherzarci su: è come se domani le mie ossa fossero confuse con quelle del mio omonimo, il pugile campione dei pesi leggeri. Ogni Pasqua e Natale qualcuno si inventa un ritrovamento clamoroso. L’altr’anno era la Grotta di San Giovanni Battista. La Terra Santa sta diventando una scusa per far soldi, e parlar male di Gesù Cristo».

Che personaggio è il Gesù che emerge dalle sue ricerche? È possibile, oggi, immaginarne l’aspetto fisico, il carattere, la vita quotidiana che conduceva?

«Più che di mie ricerche parlerei delle ricerche degli studiosi, e sono tanti, che hanno affrontato il problema. Per l’aspetto fisico meglio lasciarlo all’iconografia e ai registi dei film (che normalmente a me non piacciono proprio perché sono obbligati a dare una fisionomia ad un personaggio che è al di là del quotidiano!). Molto meglio la sua parola trasmessaci dai Vangeli diretta e incisiva. Leggere il Vangelo, declamarlo in chiesa… mi lascia ancora senza parole, emozionato… e viverla, mettendola in pratica nel quotidiano… Sa di profonda novità oltre che di ambiente storico. Questo è Gesù. Più facile immaginare la sua vita quotidiana che non doveva essere molto diversa dagli operai del suo tempo. La più bella pagina scritta su Gesù per me è quella lasciataci dallo storico Egesippo del III secolo e raccolta da Eusebio di Cesarea nella Storia Ecclesiastica: due nipoti di Gesù che dopo aver confessato di essere della famiglia di Gesù e di essere dei contadini più o meno benestanti che vivevano lavorando la terra per vivere e pagare le tasse (metà e metà per non far torto a nessuno) ma che non avevano niente a che vedere con le rivolte in corso contro l’occupazione romana, per dimostrare che dicevano la verità mostrarono i calli delle mani!»

Molto si è detto e scritto sul rapporto di Gesù con Maria Maddalena, che qualcuno indica come la «moglie» di Gesù. I documenti storici cosa dicono in proposito?

«In questo caso non me la prendo mai con chi scrive queste cose ma con chi legge questi romanzi e con i giornalisti che ne parlano e le propagano. Se è più o meno lecito al romanziere inventare, credo che la migliore stroncatura sia la damnatio memoriae, il dimenticatoio. Almeno questa è stata la mia prassi».