Dossier

I 60 anni del Csi

di Gianni RossiPrincipio generativo di relazioni umane profonde», capace di favorire «la costruzione di un mondo più sereno e solidale». Una visione qualificante e controcorrente quella che il Papa ha presentato dello sport durante l’udienza concessa al Centro sportivo italiano (Csi) per i suoi 60 anni di vita.Ne parliamo con il nuovo presidente regionale, il pratese Pierpaolo Barni. 61 anni, nato a Casole d’Elsa in provincia di Siena, ma pratese di origine, risiede nella città laniera dal 1958. Proprio in quell’anno prese la prima tessera del Csi, come calciatore degli «Sparvieri». In associazione è rientrato poi nel 1978; dal 1988 è consigliere provinciale. Il 25 aprile è stato eletto presidente regionale, il primo direttamente dai soci.

Fonte di relazioni umane profonde, afferma il Papa. Eppure, Barni, oggi lo sport sembra essere soprattutto fonte di guadagni e di competizione sfrenata.

«Oggi lo sport si presenta con due facce opposte. Quella purtroppo che fa più notizia, dello sport ridotto a grande business, dello spettacolo a tutti i costi, degli sponsor, e dell’agonismo esasperato, e quella di uno sport che ancora resiste, fatto di passione, divertimento e relazioni umane. Questo è lo sport che persegue e promuove il Csi».

Ma come si fa a promuovere in una società che sembra prendere altre strade lo sport come lo intendete voi?

«Restando fedeli alla nostra concezione, ad uno sport che è sudore, che difficilmente è vittoria, che perlopiù è fatto di sconfitte. Ad uno sport che innanzitutto è competizione con sé stessi, e poi con gli altri, ma competizione sana. Noi siamo sempre più convinti – nonostante il panorama desolante degli sport dei massimi livelli – che lo sport ha grandi potenzialità valoriali. L’ispirazione cristiana, che qualifica la nostra identità, ci dà ulteriori responsabilità. Per promuovere questa concezione occorre puntare sempre di più sulla formazione, sui rapporti umani, sulle regole condivise, sul fair play. Questo è quello che il Csi cerca di fare, anche se non sempre ci riusciamo».

Quando non ci riesce?

«Quando soprattutto ci chiudiamo all’interno delle nostre associazioni, dei gruppi sportivi, dei comitati. Così, alla fine, si rischia di ripetersi anziché rinnovarsi. Nella nostra realtà associativa, che in tutta Italia conta ormai un milione di iscritti, di cui 850.000 atleti al di sotto dei 25 anni, non ci risultano problemi di doping, ma c’è la tentazione di scorciatoie organizzative e regolamentari, che contraddicono la nostra identità e danneggiano la nostra credibilità».

Accennava al doping: ormai è una piaga dello sport.

«Ci sono – e non sono pochi – atleti che si drogano ma è tutto un certo sport ad essere drogato, perché ormai ha perso i propri agganci con la realtà. Purtroppo da solo lo sport non ce la può fare ad uscire da questa spirale perversa, perché è la stessa società a “drogare” i giovani di contro-valori».

Come vede lo sport in Toscana?

«Quello di vertice vede la nostra regione, proprio in questi giorni, tornata alla ribalta nazionale: calcio e basket in testa. Quello popolare è molto diffuso sul territorio, tanto che nella nostra regione circa la metà della popolazione pratica attività sportiva. La tendenza che si va affermando sempre più, purtroppo, è quella di fare sport da soli; il fitness ne è l’esempio più eclatante: si abbellisce la propria forma fisica a scapito delle potenzialità relazionali dello sport. La Toscana si caratterizza poi per l’alto numero degli impianti; in passato la gestione, affidata agli enti locali, ha lasciato molto a desiderare.Oggi, un po’ ovunque, si registra la tendenza ad affidarli alle società sportive che li utilizzano per le loro discipline; è evidente, però, che da sole non ce la possono fare».

Il Csi svolge una duplice missione: nella società e nella Chiesa. Come valuta il suo inserimento nelle comunità ecclesiali?

«Il rapporto tra il Csi e le comunità ecclesiali è senza dubbio l’aspetto più importante e nello stesso tempo controverso. Devo dire che superate le difficoltà degli ultimi anni, da qualche tempo si respira un nuovo clima: da parte dei Vescovi e delle parrocchie registriamo simpatia e disponibilità. In questo contesto abbiamo lanciato in tutta Italia il progetto del “Circolo sportivo parrocchiale”, come strumento di una nuova presenza sotto i campanili. In pratica ci poniamo l’obiettivo, secondo una formula rinnovata, di riaprire gli oratori e di ricostituire, al loro interno, gruppi polisportivi. In un anno in tutta Italia sono sorti 600 circoli, di cui circa 50 in Toscana. Certo, da parte del Csi, ci deve essere l’impegno ad una testimonianza di fede vissuta e ad una disponibilità fattiva nella pastorale. È significativo, inoltre, il cammino che abbiamo intrapreso più di recente con l’Azione cattolica, da cui siamo nati 60 anni fa. Saremo insieme a Loreto per il raduno con il Papa in programma il 5 settembre prossimo».

In otto per 35 mila tesseratiSettecento società, 35 mila tessserati, 11 comitati territoriali (le 10 province più Volterra): in sintesi sono questi numeri del Csi in Toscana. Dal 25 aprile scorso lo guida Pierpaolo Barni, di Prato. Fabio Cerretani di Siena e Barbara Lembi di Lucca sono i due vicepresidenti. Il consiglio è poi composto da: Mario Bruscoli (Grosseto), Mario Pertici (Volterra), Marco Michelozzi (Firenze), Leopoldo Solari (Livorno) e Luciano Mannucci (Pisa). Tre sono infine i toscani nel Consiglio nazionale: Carlo Faraci (Pisa), Franco Menconi (Massa), Daniele Paoletti (Prato). Il messaggio del Papa«Grazie a voi il mondo è più sereno e solidale»«Alzati! Ascolta! Mettiti in cammino». Per l’incontro con il Centro sportivo italiano, sabato 26 giugno nell’Aula Paolo VI in Vaticano, il Papa ha voluto riprendere l’invito rivolto ai giovani nel corso del recente pellegrinaggio in Svizzera. «Ciascuno di voi – ha detto Giovanni Paolo II – è chiamato a seguire Cristo e ad essere suo testimone nell’ambito sportivo. Voi siete ben consapevoli di questa singolare vocazione, e, nel progetto culturale sportivo dell’Associazione, affermate che non intendete esaurire la vostra presenza nella società italiana solo in funzione della promozione dello sport, ma volete contribuire a rispondere alle domande profonde che pongono le nuove generazioni circa il senso della vita, il suo orientamento e la sua meta. Intendete così promuovere una mentalità e una cultura sportiva che attraverso il “fare sport”, non solo “il parlare di sport”, faccia riscoprire la piena verità sulla persona». Il Centro sportivo italiano è stato ed è, a giudizio del Papa, una «scuola di autentica formazione umana».«Nel nostro tempo il sistema dello sport sembra talora condizionato dalle logiche del profitto, dello spettacolo, del doping, dell’agonismo esasperato e da episodi di violenza. È compito anche vostro – ha proseguito Giovanni Paolo II rivolto ai membri del Csi – annunciare e testimoniare la forza umanizzante del Vangelo nei riguardi della pratica sportiva che, se vissuta secondo la visione cristiana, diventa “principio generativo” di relazioni umane profonde, e favorisce la costruzione di un mondo più sereno e solidale».

A presentare al Papa atleti e dirigenti del Csi era stato il cardinale Camillo Ruini per il quale «la storia di questa associazione affonda le sue radici nel cuore della Chiesa» e «testimonia concretamente la lungimiranza della Chiesa stessa nell’individuare nello sport uno spazio prezioso di educazione e formazione delle giovani generazioni, affascinate dalle imprese e dalle pratiche sportive».

La scheda: 60 anni di storia• 1944 – Il 2 giugno viene varato il primo statuto del Csi.

• 1945 – Il Csi organizza la prima edizione dei Campionati studenteschi.

• 1946 – Nasce in ottobre, a Zurigo, anche ad opera del Csi, la Fédération internazionale catholique d’éducation phisique et sportive (Ficep).

• 1950 – Coni e Csi firmano una convenzione in cui: «Il Coni riconosce nel Centro sportivo italiano un Ente che ha il preciso obiettivo di svolgere attività propagandistica sportiva presso le masse giovanili».

• 1953 – Si tiene al Passo della Mendola il 1° Corso nazionale per dirigenti sportivi.

• 1954 – Il Csi sottoscrive una convenzione con l’Ente nazionale sordomuti, primo esempio di attenzione allo sport dei disabili.

• 1955 – Il Csi festeggia il 10° anniversario di fondazione raccogliendosi intorno al Pontefice Pio XII.

• 1960 – Il Csi promuove un Convegno nazionale su «Sport e Comune». Comincia una battaglia perché vi sia nel Paese una politica pubblica per lo sport.

• 1970 – Insieme ad Aics e Libertas il Csi forma «L’intesa degli Enti di propaganda sportiva».

• 1971 – A Pesaro, un Congresso straordinario sancisce l’unificazione tra il Csi e la Fari.

• 1974 – Il Csi è riconosciuto dal Coni quale Ente di promozione sportiva.

• 1976 – Viene elaborato l’itinerario «sportivo-educativo», proposta flessibile per uno sport a misura di ciascuno che accompagni l’individuo per tutta la vita.

• 1979 – Il Csi è riconosciuto dallo Stato italiano come Ente con finalità assistenziali.

• 1980 – Il Csi lancia la formula delle «Feste dello sport».

• 1984 – Il XIII Congresso si svolge all’insegna del motto «Associazione di promozione umana nello sport». Viene presentato il «Progetto associativo».

• 1986 – Viene lanciato «Giocasport», proposta di attività per i preadolescenti. Con «Correre Csi» viene inaugurata la formula delle Campagne nazionali di promozione sportiva.

• 1991 – Il XV Congresso nazionale innesca un forte processo di rinnovamento che si esprime anche nell’avviamento di una revisione dello Statuto.

• 1992 – Si svolge ad Assisi il convegno nazionale «Sport, società e nuova partecipazione».

• 1993 – In dicembre un congresso straordinario cambia lo statuto del Csi, per garantire più trasparenza e democrazia.

• 1994 – Il Csi celebra il 50° alla presenza del fondatore, Luigi Gedda.

• 1995 – Viene presentato il progetto «Csi on the road», che apre l’azione associativa alle prospettive delle politiche sociali. Parte il programma «Sport for Africa», che impegna il Csi in Camerun.

• 1996 – Il Congresso di Assisi sottoscrive il «Patto associativo»: carta dei valori di riferimento culturali ed educativi del Csi. Nasce la Consulta nazionale dei giovani.

• 1997 – Il Csi organizza il primo campionato nazionale di Wheelchair Hockey, per disabili in carrozzina. Viene lanciato «Stadium: lo sport incontra la piazza», carovana che attraversa l’Italia per promuovere lo sport. In autunno è siglato un protocollo d’intesa tra il Ministero di grazia e giustizia per attivare iniziative sportive, culturali e ricreative per i ragazzi sottoposti a misure cautelari non detentive.

• 1998 – Il Ministero della pubblica istruzione approva il progetto «Sport a scuola» del Csi. L’associazione è al lavoro in Albania per far nascere il Qss (Centro sportivo albanese). Si lancia un corso di formazione nazionale per animatori sportivi in parrocchia. Nasce la prima edizione di Joy Cup, la Coppa della Gioia, circuito nazionale che salda le attività di base in un unico modello tecnico, organizzativo e regolamentare. Viene fondata «Aranblu», Società di servizi del Csi.

• 1999 – Al Csi è assegnato il premio «Artigiano della pace», per l’impegno speso a favore della pace. Il 31 dicembre una maratona Gerusalemme-Roma, che reca una fiaccola accesa presso la grotta della Natività, accompagnata dagli atleti del Csi, giunge a San Pietro nella notte del 31 dicembre per l’apertura dell’anno giubilare.

• 2000 – Il grande Giubileo del 2000 viene celebrato in tutta l’associazione con manifestazione decentrate, che trovano la loro conclusione unitaria a fine ottobre, in occasione del Giubileo degli sportivi, alla cui organizzazione il Csi collabora. Il 28 ottobre il Csi organizza in Vaticano il Simposio internazionale «Il volto e l’anima dello sport». Inoltre, dal 23 al 28 ottobre il Csi ha realizzato a Roma l’iniziativa nazionale denominata «In campo per il Giubileo»: una settimana di sport e cultura in un «Villaggio dello sport» appositamente attrezzato nei giardini di Castel Sant’Angelo.

• 2001 – Si mette mano alla scrittura del «Progetto culturale e sportivo», che disegna il nuovo volto dell’associazione per la prima decade del secolo.

• 2002 – L’evento dell’anno è il lancio della campagna per la creazione di circoli culturali e sportivi in parrocchia. Intanto il sistema sportivo Csi cambia faccia, e comincia a camminare su due gambe: l’attività istituzionale e l’attività per progetti. In concomitanza con la festa di San Pio, viene organizzata la maratona pellegrinaggio Roma-San Giovanni Rotondo. Il Csi collabora alla campagna contro le droghe «O ci sei o ti fai» promossa dalla scuola.

• 2003 – Viene lanciata la campagna nazionale «A scuola di valori in parrocchia», per la formazione di operatori dei circoli culturali e sportivi parrocchiali. In collaborazione con l’Ordinariato militare in Italia, organizza la maratona internazionale Roma-Lourdes. Il Csi cambia lo statuto. In agosto il Csi partecipa al Meeting di Rimini, dove organizza il Convegno «Il ruolo educativo dello sport». Il 14 ottobre viene firmato un protocollo d’intesa tra Csi e Miur (Ministero dell’istruzione università e ricerca scientifica). In dicembre c’è la convention nazionale ad Assisi su «Relazioni attraverso lo sport».

• 2004 – Il Csi rinnova il suo antico legame con l’Azione cattolica. Come inizio di questo nuovo rapporto di collaborazione assicura la sua partecipazione al pellegrinaggio di Loreto (1-5 settembre), dove organizzerà una manifestazione sportiva. Nasce il progetto dei circoli culturali sportivi studenteschi. Il 23 aprile il Csi insieme alla Cei, all’Opera romana pellegrinaggi, ed al Coni ha promosso in Terra Santa una maratona-pellegrinaggio da Gerusalemme a Betlemme di circa 15 km. Il 26 giugno il Csi celebra il suo sessantennio di vita nell’Aula Paolo VI in Vaticano, alla presenza di Giovanni Paolo II.