Terra Santa
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Dal n. 47 del 25 dicembre 2005

Betlemme, il muro e la mangiatoia

A Betlemme è sempre Natale» recita un adagio che torna alla mente quando si avvicinano le feste natalizie. E questo, nonostante tutte le difficoltà sociali ed economiche, in cui si dimena la città palestinese, che pian piano si sta svuotando dei suoi abitanti cristiani che sono passati dall'80% della popolazione nel 1948 a poco meno del 12% di oggi. Stretta dalla barriera di sicurezza, come la chiamano gli israeliani, muro di separazione per i palestinesi, Betlemme vive una grave crisi economica, acuita da un turismo religioso che stenta a riprendere vigore, soggetto com'è all'altalenante andamento del dialogo tra Sharon e Abu Mazen.

Futuro senza alternative per israeliani e palestinesi (di ASEM KHALIL)

Betlemme, il muro e la mangiatoia

«A Betlemme è sempre Natale» recita un adagio che torna alla mente quando si avvicinano le feste natalizie. E questo, nonostante tutte le difficoltà sociali ed economiche, in cui si dimena la città palestinese, che pian piano si sta svuotando dei suoi abitanti cristiani che sono passati dall'80% della popolazione nel 1948 a poco meno del 12% di oggi. Stretta dalla barriera di sicurezza, come la chiamano gli israeliani, muro di separazione per i palestinesi, Betlemme vive una grave crisi economica, acuita da un turismo religioso che stenta a riprendere vigore, soggetto com'è all'altalenante andamento del dialogo tra Sharon e Abu Mazen. «E malgrado le difficoltà – afferma padre Michele Piccirillo, noto archeologo della Custodia di Terra Santa – c'è chi sfida gli umori neri o sereni dei soldati israeliani nei check point per recarsi alla Grotta della Natività che resta ancora l'unica vera ricchezza di Betlemme e dei suoi abitanti. Con la memoria del messaggio di pace che custodisce, quella Grotta resta l'unica vera risorsa di chi ancora spera un futuro più tranquillo in una terra da troppi anni dilaniata dall'odio».

Il parroco e il sindaco: «Ricordatevi di noi tutto l'anno»
Ogni venerdì catechismo per i più piccoli, 500 bambini da 4 a 12 anni, e poi nell'immediata vigilia del Natale una grande festa per dare loro dei regali, frutto della solidarietà di molte parrocchie e di persone del posto. Una particolare attenzione la stiamo rivolgendo alle giovani coppie sposate dal 2000 al 2005, per loro è previsto un corso di preparazione al Natale e lo stesso vale per tutti gli aderenti ai gruppi e movimenti ecclesiali. Fervono i preparativi per le prossime festività natalizie a Betlemme, come riferisce al Sir il parroco della città, il francescano Amjad Sabbara. «Natale – dice – ha il merito di rimettere nel cuore della gente la nostra città. Betlemme evoca ricordi e sentimenti ma per chi vive qui non è più così. I cristiani stanno lentamente ma inesorabilmente emigrando». La presenza dei pellegrini, importante fonte di reddito per tutti, è resa in questi giorni più difficile per un check point israeliano che «allontana e separa» la città palestinese da Gerusalemme.

«Entrare e uscire da Betlemme – spiega il parroco – è un grande problema. Arrivati al check point israeliano bisogna scendere dal bus per essere controllati, con tempi molto lunghi. Una procedura che sta impedendo a molti pellegrini di restare a dormire a Betlemme con innegabile danno per la nostra già disastrata economia segnata da una alta disoccupazione». Una situazione drammatica che fa dire a padre Sabbara: «Ricordate Betlemme non solo durante il Natale ma sempre, ogni giorno dell'anno. Pregate per Betlemme, non lasciateci soli!». Un grido che il religioso spera sia raccolto anche dal presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, che ha già confermato la sua presenza alla prossima Messa di Mezzanotte alla basilica della Natività.

A quest'ultimo, nei giorni scorsi, il sindaco di Betlemme, Victor Batarseh, aveva indirizzato una lettera in cui lamentava che l'Anp non aveva fornito alla città il denaro necessario per preparare le feste natalizie. «Vi sono state molte promesse – scrive il sindaco nella lettera resa nota da Asianews – ma non abbiamo visto nulla. Poco tempo fa il governo palestinese aveva deciso di stanziare 50mila dollari per preparare Betlemme al Natale, ma finora non abbiamo ricevuto nulla».

A questo si è aggiunto il fatto che la stessa municipalità non riceve fondi pubblici da circa sette mesi. «Gli ultimi stipendi dei dipendenti comunali – afferma il sindaco – sono stati pagati contraendo debiti con le banche che adesso si rifiutano di concedere altri prestiti». Un'atmosfera resa ancor più pesante dai controlli israeliani «sempre più lenti» che bloccano il turismo. Per ammorbidirli Batarseh ha chiesto anche l'intervento della Chiesa di Gerusalemme.
Daniele Rocchi

Un appello ai pellegrini cristiani
Numerosi sacerdoti, religiosi, religiose e laici di Betlemme hanno lanciato un appello ai «pellegrini cristiani», per una concreta solidarietà verso i luoghi della Natività. «I cristiani di Betlemme – scrivono – sono chiusi in una prigione a cielo aperto da un muro alto otto metri, il quale li deruba di terreni indispensabili alla loro sopravvivenza. La chiusura della tradizionale via per raggiungere la Basilica della Natività e l'apertura di un nuovo check-point impongono anche ai pellegrini ore di attesa per uscire da Betlemme». Una forma di «barbarie moderna per strangolare economicamente una città, per imporre l'insicurezza quotidiana a un popolo e per dare apparenza di legalità ad una palese discriminazione religiosa». Per questo i firmatari dell'appello chiedono ai pellegrini cristiani di avere «coraggio: è questa l'ora di portare solidarietà ai cristiani di Betlemme e di Terra Santa, esigendo che ogni pellegrinaggio includa la visita a Betlemme». A conferma delle difficili condizioni di vita in cui versa la città palestinese, a dicembre 2004, un rapporto dell'Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Unocha) denunciava che la Regione di Betlemme era circondata da «78 ostacoli fisici» eretti dai soldati israeliani, che la isolavano da Gerusalemme e dal resto della Cisgiordania.

Futuro senza alternative per israeliani e palestinesi (di ASEM KHALIL)

PATRIARCA GERUSALEMME: SICUREZZA PER ISRAELE DERIVA DA LIBERTÀ PER PALESTINESI

Intervento di mons. Sambi: «Inginocchiarsi a Betlemme, perché cadano i muri» (su Asianews)

Betlemme, il muro e la mangiatoia
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