Dossier

Terremoti, la Toscana fa prevenzione

In Toscana «esiste una tradizione, non improvvisiamo niente oggi all’indomani del terremoto in Molise, anzi: le nostre strategie sono all’avanguardia – tiene a precisare Tommaso Franci, assessore regionale all’ambiente –. Abbiamo fatto della prevenzione antisismica una delle priorità di questa legislatura, manifestando questa decisione con numerose scelte concrete, a partire dalla creazione di un vero e proprio servizio di tecnici specializzati, dal quadruplicamento del personale a disposizione e dall’individuazione di nuove risorse, pur in una realtà complessiva di difficoltà di bilancio».La Toscana, spiega ancora l’assessore, è stata la «prima regione in Italia ad investire nella prevenzione»: è un’attività avviata fin dagli anni Ottanta. Risalgono infatti al 1986 i finanziamenti per interventi sugli edifici pubblici «strategici» della Lunigiana e della Garfagnana: in quell’occasione per la prima volta in Italia furono destinati soldi alla prevenzione antisismica, con i quali sono stati programmati interventi su 180 edifici «strategici» e tra questi 110 scuole.Si tratta di interventi grazie ai quali si ritiene che terremoti, anche di magnitudo superiore a quello del Molise, non provocheranno danni strutturali né tanto meno crolli degli edifici. Per altri 50 edifici dal 2000 sono in corso verifiche sulla qualità del cemento armato secondo una metodologia messa a punto dalla Regione Toscana.Risalgono invece al 1995 i primi incentivi pubblici per interventi su edifici privati che non sono solo di ripristino dei danni dopo un terremoto, ma anche di miglioramento, in modo da evitare danni analoghi in caso di nuovo evento sismico. Per fare un esempio: un tetto in cemento armato su murature deboli deve esssere demolito e ricostruito con materiali più leggeri. Da segnalare che attualmente sui 287 comuni toscani, 182 sono classificati a rischio sismico, in seconda categoria. Questo a partire dal 1982, quando è stato portato a termine il primo lavoro scientifico di classificazione. In precedenza, e sin dal 1927, i comuni toscani riconosciuti come sismici – in base alla memoria storica – erano solo 53: sostanzialmente i comuni della Lunigiana, della Garfagnana, dell’Alto Mugello, qualche comune della Valtiberina, a cui, dal 1982, si sono aggiunti i comuni del Casentino, del Mugello, dell’Amiata e di molte altre zone.Con la nuova proposta nazionale di classificazione, attualmente discussa a livello tecnico dalla Protezione civile, i comuni sismici diventano 270, la stragrande maggioranza, ma ben 120 di quelli attualmente in seconda categoria sono declassificati in terza, cioè in una categoria di rischio lieve per cui sono previste misure di gran lunga più blande. Né si tiene più conto della memoria storica: la «retrocessione» in terza categoria riguarda anche comuni come Piancastagnaio, vittima di due significativi eventi sismici in cinque anni. Come non ricordare anche il terremoto che distrusse nel 1846 gran parte dei centri intorno a Orciano Pisano e che sarebbe declassato in terza categoria. «A questo proposito – ricorda Franci – ci sembra che non ci siano i motivi per abbassare la guardia, rispetto alle misure previste per la seconda categoria».Per quanto riguarda la questione specifica delle scuole, «io non so dire – spiega l’assessore – se tutte sono in sicurezza sismica. So per certo, però, che su ogni edificio scolastico è stata fatta una verifica di agibilità e che nelle zone ritenute a rischio abbiamo fatto i controlli specifici. Sempre in tema di conoscenza della situazione degli immobili scolastici, la Toscana sta realizzando un’anagrafe dell’edilizia scolastica, che consentirà di avere, entro il 2003, un quadro preciso dello stato complessivo delle strutture nonché una puntuale rilevazione sulla situazione relativa alle certificazioni edilizie. Nell’ambito di questa raccolta di dati la Regione Toscana compirà rilevazioni mirate alle lettura della qualità strutturale degli edifici dal punto di vista antisismico. In questo modo saranno estese a tutto il patrimonio dell’edilizia scolastica (2.700 edifici) le informazioni adesso disponibili solo per Garfagnana, Lunigiana e Media Valle del Serchio». Gli interventi per gli edifici scolasticiCon legge regionale del 1996 è stato finanziato e realizzato un monitoraggio antisismico degli edifici di interesse pubblico, fra cui le scuole, delle aree più a rischio della Toscana. Il monitoraggio è servito a individuare gli interventi prioritari da realizzare in Garfagnana, Lunigiana e Media Valle del Serchio. Si tratta, sottolinea la Giunta regionale, di dati specialistici, indirizzati sul rischio sismico. Sempre in tema di conoscenza della situazione degli immobili scolastici, la Toscana (come si dice in un altro articolo di questa pagina) sta realizzando una anagrafe dell’edilizia. Dal 1988 la Toscana sta svolgendo, unica regione italiana, un’azione diretta di prevenzione, utilizzando fondi statali per l’adeguamento e il miglioramento antisismico di edifici pubblici come scuole, municipi, ospedali nelle aree più a rischio. I fondi statali, esauriti da tempo (e non più rifinanziati) sono serviti alla ristrutturazione di 140 edifici pubblici, tra cui 80 scuole della Lunigiana e della Garfagnana.

Nella carta la proposta di nuova catalogazione del rischio sismico in Toscana: in bianco i non classificati, in giallo i comuni a basso rischio (3ª categoria) e in celeste quelli a rischio medio (2ª categoria). Nella nostra regione non esistono comuni ad alto rischio (1ª categoria)

Le scosse più fortiDi seguito l’elenco degli epicentri dei principali terremoti in Toscana con l’indicazione dell’intensità in base alla scala Mcs, ovvero Mercalli-Cancani-Sieberg. • 17 GIUGNO 1868 ARCIDOSSO (VI-VII)• 7 FEBBRAIO 1869 SIENA (VII)• 26 SETT. 1869 SAN GIMIGNANO (VII)• 29 LU. 1871 GUARDISTALLO (VII-VIII)• 22 OTTOBRE 1871 RADDA (VII)• 10 SETT. 1878 LUNIGIANA (VI-VII)• 18 MAGGIO 1895 IMPRUNETA (VII)• 25 OTT. 1895 SAN GIMIGNANO (VI-VII)• 22 MAG. 1897 S. GIMIGNANO (VI-VII)• 6 SETT. 1897 CARMIGNANO (VI-VII)• 26 GIUGNO 1899 PISTOIESE (VII)• 5 MARZO 1902 GARFAGNANA (VII)• 4 AGOSTO 1902 FIVIZZANO (VII)• 17 DIC. 1902 SANTA FIORA (VI-VII)• 27 LUGLIO 1903 LUNIGIAN (VII)• 17 NOVEMBRE 1904 PISTOIESE (VII)• 21 APRILE 1906 VALDELSA (VI-VII)• 20 DICEMBRE 1907 RADDA (VII)• 25 AGOSTO 1909 MURLO (VII-VIII)• 13 DICEMBRE 1911 CHIANTI (VII)• 27 OTTOBRE 1914 GARFAGNANA (VII)• 26 AP. 1917 MONTERCHI-CITERNA (IX)• 29 GIUGNO 1919 MUGELLO (IX)• 10 SETT. 1919 PIANCASTAGNAIO (VIII)• 7 SETT. 1920 GARFAGNANA (IX-X)• 7 MAGGIO 1921 PONTREMOLI (VI-VII)• 8 GEN. 1926 ABBADIA S. SALVAT. (VII)• 18 LUGLIO 1929 MUGELLO (VI-VII)• 5 SETT. 1931 FIRENZUOLA (VI-VII)• 11 FEBBRAIO 1939 MARRADI (VII)• 15 OTT. 1939 GARFAGNANA (VI-VII)• 16 OTTOBRE 1940 RADICOFANI (VII)• 13 GIUGNO 1948 SANSEPOLCRO (VII)• 3 NOV. 1948 MONTE AMIATA (VI-VII)• 1 APR. 1950 ROSIGNANO M. (VI-VII)• 22 FEBBRAIO 1956 SIENA (VI-VII)• 24 MARZO 1959 CHIANTI F.NO (VI-VII)• 29 OTTOBRE 1960 MUGELLO (VII)• 7 NOV. 1973 BORGO S.L. (VI-VII)• 10 OTT. 1995 FIVIZZANO (VII-VIII)

Terremoto in Molise, Toscana in prima linea

Dopo il terremoto è tempo del silenzio pensoso

Il sito del Servizio sismico nazionale

Regione Toscana – rischio sismico