Dossier

Voto a sorpresa, seggi pieni

Le elezioni in Iraq di domenica 30 gennaio 2005 sono state segnate da diverse sorprese. Anzitutto, il dato dell’affluenza: la Commissione elettorale indipendente stimava che il 57% degli elettori sarebbe andata ai seggi. Lunedì 31 gennaio Harith Mohammed Hassan, vice-presidente della Commissione, ha detto che “la percentuale finale dei votanti dovrebbe essere fra il 60 e il 75%”.

Anche la partecipazione dei musulmani sunniti al voto è stata più elevata del previsto. Un sondaggio pre-elettorale affermava che solo il 9% dei sunniti si sarebbe recato alle urne per votare i 275 membri del futuro parlamento. Invece, anche se non si dispone ancora di cifre esatte, testimonianze dirette affermano che ieri pomeriggio i seggi delle diverse città sunnite si sono animati di numerosi elettori.

A Mosul, città ben nota per la presenza sunnita e l’avversione anti-americana, i funzionari elettorali hanno detto che “l’affluenza è stata maggiore di quanto ci aspettavamo”. Il ministro degli Interni iracheno Falah al-Naqib ha definito “buona” l’affluenza alle urne a Fallujah, teatro di due lunghi assedi delle truppe americane. In un’intervista alla tv libanese LBC SAT TV, al-Naqib ha detto che dopo mezzogiorno la gente – che nella mattinata erano rimasta a casa per paura di attentati – “è andata a votare”. I partiti sunniti avevano più volte chiesto di posticipare il voto di 3 mesi per poter meglio organizzarsi dal punto di vista politico e propagandistico, ma la loro richiesta non era stata accolta dalla Commissione elettorale nazionale.

Nel corso dell’intervista il ministro ha inoltre dichiarato che la polizia irachena ha arrestato 15 terroristi, 3 dei quali stranieri: un ceceni, un sudanese, un siriano.

Attualmente si conoscono i dati di affluenza di alcune regioni dell’Iraq: nella provincia centrale di Diyala sono andati alle urne il 50% degli aventi diritto, in quella di Salahuddin – sempre al centro – il 60%, come pure in quella di Kirkuk (At-Tamim, nel nord del paese). A Baghdad la partecipazione alle urne è stata segnata dalla dislocazione dei quartieri: in quello orientale di Rusafa sono andati a votare il 65% dei votanti mentre nel distretto occidentale di Karkh tale cifra è stata del 95%.

Intanto il partito United Iraqi Alliance, la coalizione sciita patrocinata dal Gran Ayatollah Al-Sistani, è dato come il partito maggiormente favorito dal risultato elettorale. “Non vorremmo fare speculazioni prima della conta dei voti” ha dichiarato Qasim Al-Hashimi, membro del Supremo Concilio per la Rivoluzione Islamica in Iraq, la principale sigla della coalizione. “Ma secondo le prime cifre ufficiose l’United Iraqi Alliance è il partito che ha preso più voti”.

I partiti sciiti hanno comunque affermato la loro volontà di includere la minoranza sunnita nel processo politico iracheno e nel futuro governo: “Stiamo cercando i modi di includere i sunniti” ha detto Bahr al-Uloum, ex ministro del Petrolio e candidato della United Iraqi Alliance. “Rassicuriamo tutti i nostri fratelli che ogni passo che farà l’Iraq, deve coinvolgere tutte le parti della società irachena” ha affermato al-Uloum. “Nessuno deve essere lasciato fuori”. (LF)Asianews