Quaresima, card. Betori: «Evitare il raffreddamento della Carità»
Ha usato le parole delle poetessa fiorentina Margherita Guidacci per invitare a riflettere sull'inizio della Quaresima, il cardinale Giuseppe Betori, durante la Messa nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, durante la quale si è svolto il rito della cospersione delle ceneri.

«Dopo il grigio immaginarmi polvere, che nuovo e caldo fremito pensare che le anime saranno allora accanto senza ostacoli e questa stessa polvere – la mia e la tua mescolate – danzerà nel vento e brillerà nel sole e avrà dall’acqua, come al tempo dell’origine, un così gaio slancio verso la vita!». È questa la poesia di Margherita Guidacci (di cui alla Certosa, nei giorni scorsi, un convegno ha ricordato i venticinque anni dalla morte) che l'Arcivescovo di Firenze ha citato durante la celebrazione in Duomo.
«Abbiamo bisogno - ha affermato Betori - di ricuperare quest’ottica pasquale nella quotidianità della vita di fede, che troppe volte, anche per nostra colpa, rischia di apparire agli occhi del mondo come una rinuncia alla vita e non come la sua più piena attuazione». In quest'ottica vannoi lette anche le opere quaresimali: l'elemosina, la preghiera, il digiuno. Digiuno, ha sottolineato, che «non va confuso con una qualsiasi pratica di ascesi, che molti sono pronti a fare oggi per migliorare le proprie condizioni corporee. Il digiuno cristiano è invece riconoscimento che anche il nostro corpo è un dono di Dio e che il nostro corpo non è tutto. L’imposizione del limite, al cibo o a qualsiasi altro beneficio corporale, significa riconoscere che siamo creature e che la nostra esistenza non è nelle nostre mani ma in quelle del Creatore. Noi siamo più delle cose, perché noi siamo figli di Dio».
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento