Campanile rock, sabato 14 la finale a Cecina
Sarà il pittore Giampaolo Talani (nella sua vesta di musicista) a presiedere la giuria di Campanile Rock, il concorso che mette in gara band e gruppi musicali nati all'ombra del campanile. Quest'anno il concorso, organizzato dal settimanale Toscanaoggi, da Radio Toscana e dai donatori di sangue Fratres, ha coinvolto 23 gruppi, e ha già visto quattro serate eliminatorie e due semifinali in varie zone della Toscana. I sei gruppi rimasti si sfideranno per la vittoria finale sabato 14 giugno all'Acqua Village di Cecina (ore 21, ingresso libero). Ecco il saluto ai finalisti di Paolo Vallesi e Petra Magoni.

Sarà il pittore Giampaolo Talani (nella sua vesta di musicista) a presiedere la giuria di Campanile Rock, il concorso che mette in gara band e gruppi musicali nati all'ombra del campanile. La manifestazione è organizzata dal settimanale Toscanaoggi, da Radio Toscana e dai donatori di sangue Fratres: un vero e proprio "contest" per gruppi che suonano generi musicali diversi, ma che provengono tutti da ambienti parrocchiali. Quest'anno il concorso ha coinvolto 23 gruppi, e ha già visto quattro serate eliminatorie e due semifinali in varie zone della Toscana. I sei gruppi rimasti si sfideranno per la vittoria finale sabato 14 giugno all'Acqua Village di Cecina (ore 21, ingresso libero).
Presenta Alessandro Masti, speaker di Radio Toscana. Tra i padrini della manifestazione musicisti come Petra Magoni e Paolo Vallesi, che proprio in parrocchia hanno mosso i primi passi: Vallesi infatti ha iniziato a suonare nei locali della chiesa di San Cristofano a Novoli, a Firenze, mentre Petra Magoni ha cantato per molti anni nel coro di voci bianche della chiesa di San Nicola a Pisa. Anche se non potranno essere presenti alla finale, essendo entrambi impegnati in tournée, faranno giungere comunque ai gruppi in gara il loro saluto.
Tra i gruppi che si contenderanno la vittoria finale figurano gli Eclettica, che hanno iniziato a suonale nell'oratorio salesiano di Livorno; i Targa Prova, che fanno parte della comunità neocatecumenale di Massa; i Jatofena dell'oratorio di Ambra, in Valdarno; le Nuove Trasparenzedella parrocchia di Mercatale Val di Pesa, i Putiferio, gruppo di rock demenziale di Impruneta (Firenze) e i Road Line che arrivano da Saragiolo, sulle pendici del Monte Amiata.
Il saluto di Paolo Vallesi e Petra Magoni
Alla finale di Campanile Rock, a Marina di Cecina, non sarà presente per altri impegni musicali, ma Paolo Vallesi ha seguito da vicino questo particolare concorso rivolto ai gruppi e alle band nati all'ombra del campanile. Prima di arrivare a San Remo e ai grandi successi, infatti, Paolo Vallesi ha cominciato in parrocchia
Si infatti, sono queste le mie radici: che poi in realtà negli anni in cui ho cominciato io era una cosa abbastanza comune perché le parrocchie erano uno dei pochi luoghi in cui si poteva suonare. Io sono nato a Novoli e quindi la mia parrocchia era quella di San Cristofano: lì c'era proprio sotto la chiesa un cinema, e sopra c'era un posto dove potevamo fare le prove. C'erano delle stanze dove avevamo montato gli strumenti e lì cominciai proprio a fare le prime prove con il gruppo. Ero veramente un bambino avevo 13 anni quando ho iniziato a suonare con i miei amici e lo ricordo con particolare piacere perché se non ci fosse stato quell'opportunità magari sarebbe stato tutto più complicato e magari non avrei neanche mai iniziato a suonare, o magari avrei suonato uno strumento ma non avrei avuto la possibilità di farmi una mia band, un mio gruppo con il quale scrivere canzoni, con quali provare a fare cose nuove.
Come sono stati i tuoi inizi?
Mi ricordo la primissima volta che ho fatto un concerto: era nel campetto della parrocchia e mi ricordo una scena bellissima perché suonavamo nella pista di pattinaggio, facevamo delle cover inglesi e italiane. Mentre suonavamo sentivamo dei rumori strani, dei ticchettii strani sulla batteria: abbiamo scoperto che ci stavano tirando delle monetine e allora ricordo ancora la faccia del batterista, che è ancora oggi un amico, si chiama Ermes, quando gli rimbalzò sul rullante la monetina: si alzò e disse basta, andiamo via. Invece poi stoicamente abbiamo continuato e forse abbiamo avuto ragione noi perché insomma di quel gruppo tutti siamo diventati professionisti. Per cui, a tutti i gruppi dico: non vi scoraggiate se non dovesse andare bene all'inizio, bisogna crederci ancora.
La parrocchia è ancora oggi uno dei pochi ambienti in cui i giovani riescono a fare musica, a esprimersi liberamente: noi abbiamo scoperto grazie al nostro Campanile Rock tante realtà veramente belle nate sotto il campanile, e alcune di queste le ascolteremo in finale. Che augurio ti senti di fare a questi ragazzi che hanno cominciato in parrocchia e che magari un giorno potranno avere successo come ne hai avuto tu?
Iintanto l'augurio lo faccio a voi per questa iniziativa, che tende proprio ad aiutare le persone che cominciano in questo modo. L'augurio che faccio a tutti i ragazzi è lo stesso che altri fecero a me quando iniziai cioè di suonare divertendosi e per fare amicizia: non si deve mai fare questo tipo di attività con il pensiero di fare successo perché è la volta che non ce la fai. Se lo fai perché ti gratifica il fatto di farlo magari poi arriva qualcosa di buono.
A te le cose sono andate piuttosto bene: anche quest'anno l'agenda è piena di impegni
Abbiamo cominciato il tour proprio pochi giorni fa da San Vincenzo. Proseguiamo per tutta l'estate, anche se ci interromperemo per un concerto acustico solamente per pianoforte e orchestra che terrò insieme a dei miei illustri colleghi fra cui Neri Marcorè e Mariella Nava all'Anfiteatro Romano di Fiesole il 20 giugno. Poi proseguirà il tour regolare che ci porterà fino a fine settembre con un concerto di chiusura a Firenze dove registreremo anche un live dvd dell'evento.
Petra Magoni: una delle voci migliori della musica italiana. Anche lei nelle sue radici ha un coro parrocchiale: il coro delle voci bianche nella chiesa di San Nicola, a Pisa
Sì, ho cominciato lì. Poi verso i 14-15 anni erano nati anche dei propri gruppettini chiamiamoli rock, con piccole esibizioni all'interno dei locali parrocchiali, quindi conosco abbastanza bene quel tipo di realtà.
Campanile rock ne ha messi insieme tanti: alla seconda edizione i gruppi in gara sono stati 23. Sei di questi si sfideranno sabato per la finale: cosa ti senti di dire a questi ragazzi?
Mi sento di fare un grande in bocca al lupo e di ricordarsi che la musica è bella perché si fa insieme e quindi è un bel momento di condivisione. Al di là del fatto che possa diventare o meno una professione rimane comunque una grande passione.
Forse ti può interessare anche:
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento
Peccato che per la finale c'erano 6 gruppi e avete dato 5 premi!!!!!che messaggio volevate dare all'escluso?
Elena
Totale 1 commenti