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Verso il Natale attraverso i musei e il pasesaggio toscani

Chi voglia scoprire o rivedere per Natale i segni che la ricorrenza ha depositato in Toscana ha possibilità pressoché infinite di disegnare un itinerario unico, a sua misura. Può compiere un viaggio senza incontrare alcunché del natalizio corrente e non tanto per spirito anticonsumistico (lo spreco, ci dicono, gli antropologi è sempre stato una componente della festa), ma per compiere un'esperienza personale, non preconfezionata.
DI CLAUDIO ROSATI

Percorsi: The Toscanaoggi
Parole chiave: the di toscanaoggi (40), musei (139), arte sacra (11), arte (172)

di Claudio Rosati

Chi voglia scoprire o rivedere per Natale i segni che la ricorrenza ha depositato in Toscana ha possibilità pressoché infinite di disegnare un itinerario unico, a sua misura. Può compiere un viaggio senza incontrare alcunché del natalizio corrente e non tanto per spirito anticonsumistico (lo spreco, ci dicono, gli antropologi è sempre stato una componente della festa), ma per compiere un'esperienza personale, non preconfezionata. Un viaggio, volendo, anche all'interno di una stanza, ma comunque lento come si addice ad ogni approfondimento e all'incontro con una cultura secolare. In un museo si può andare anche per vedere una sola opera. Non la dimenticherete facilmente. Basta prendere una guida e disegnare l'itinerario. Tra le opere d'arte le sollecitazioni sono così tante che si può cercare e trovare sempre qualcosa che sia in sintonia con la nostra sensibilità, senza l'ansia del capolavoro, si potrebbe dire. Solo alcune suggestioni (già proposte anche nel «Thè» del 14 dicembre a Firenze). Non vogliamo dare indicazioni, ma piuttosto il saggio di un patrimonio esteso e diffuso per tutta la Toscana.

A Pisa, in riva all'Arno, la Natività si manifesta secondo la visione di una santa. Al Museo Nazionale, la Natività con Santa Brigida di Svezia, un dipinto di scuola pisana della fine del XIV secolo, ci racconta come la santa ( 1303-1373 circa) immaginasse la natività secondo le visioni estatiche che aveva e che dettava al confessore o scriveva lei stessa in svedese e successivamente in latino. Il candore della veste della Madonna non può non impressionare chi la guardi e sembra rendere opaco tutto il resto. Un'opera a suo modo visionaria che spinge a leggere quelle Rivelazioni che influiranno così tanto sulla pietà e l'arte medievale. Rivelazioni messe talvolta in dubbio nella chiesa, al pari di quelle di Santa Caterina, come frutto di immaginazioni di mulierculae.

Un'altra luminosità che colpisce e che ritroviamo in tutta la Toscana è quella delle robbiane, protagoniste, peraltro, di una grande operazione culturale che riuscì a trasmutare segni d'arte in immagini popolari. Maria Cecchetti fa giustamente presente, a questo proposito, come la scelta da parte di Luca Della Robbia del materiale della ceramica, abbia votatole sue Madonne ad un destino di popolarizzazione. Dalle robbiane, quindi, ai manufatti modesti di ceramica nelle edicole lungo le strade o gli angoli delle case, che disegnano ancora oggi un panorama straordinario, talvolta mutilato da asportazioni, di devozione religiosa che non ha confini.

Al Museo Civico di Sansepolcro splende la Natività con l'Annuncio ai Pastori (1480 circa), una terracotta invetriata di Andrea Della Robbia. Il bianco qui contrasta con il verde del giaciglio su cui è deposto il Bambino. Un'altra Natività dello stesso autore si può ammirare alla Basilica della Verna. È un'opera di maggiore imponenza, formata da novantacinque pezzi.

Dalle mangiatoie o «capannucce», come si dice in Toscana, all'importante letto a cassettone quattrocentesco, nella Natività di Maria (1433-34) di Paolo Uccello che pienamente si inscrive nella storia del Natale. Il dipinto è nella Cappella dell'Assunta nella Cattedrale di Santo Stefano a Prato e per il nostro viaggio ha il vantaggio di poter essere più facilmente visto di altre opere sullo stesso tema presenti nei musei. Il nome di Anna, santa madre di Maria Vergine, è diffuso fin dal secondo secolo ad opera del Protovangelo di Giacomo e dei suoi rifacimenti. Invocata a protezione delle partorienti, è protettrice delle ricamatrici e nel giorno della sua festa, il 26 luglio, non si lavora perché altrimenti il telaio cadrebbe per terra. Per questa ricorrenza festiva, inoltre, non si fa neanche il bucato perché la tradizione vuole che Anna fosse lavandaia.

Ad una solennità classica ci rimanda, invece, la Madonna della Natività (1310 circa) scolpita insieme ad altre due (Dormitio Virginis, Madonna con il Bambino) da Arnolfo di Cambio per la facciata del Duomo di Firenze e, forse, mai utilizzata come fregio. Oggi si trova nel bel Museo dell'Opera del Duomo a Firenze.

Da una vetta di eccellenza come Firenze a un piccolo paese della Lunigiana. Il passaggio non è casuale e lo proponiamo come esempio dello scambio continuo tra cultura alta e cultura popolare. A Coreglia Antelminelli il Museo della figurina di gesso documenta la vicenda di artigiani che hanno plasmato figurine vendute poi, con ceste da ambulanti, per tutta Europa. Alcuni ritengono che l'inizio di questo artigianato si debba alle suore domenicane di Lucca che, fino al XIV secolo, avrebbero lavorato oggetti di stucco. «Un mi' amìo di Lucca che fa 'gatti…(li fa cor gesso, creda da sbagliassi)»,  scrive Renato Fucini in un sonetto in vernacolo. Nel museo personaggi ingenui e commoventi ci danno l'immagine del grande racconto del presepio.

Ma i segni del Natale non sono solo nelle opere materiali. Si sono depositati in quello che oggi viene chiamato il patrimonio culturale immateriale, fatto di feste e di tradizioni. Molto si è perso, ma altrettanto si è conservato, trasformato o inventato ex novo come l'attuale forma dei presepi viventi che si mettono in scena in tutta la regione. Se il ceppo non brucia più nei focolari da Natale a Befana, altri fuochi si accendono ancora nelle piazze, nella notte della Vigilia. Chi volesse riscaldare il corpo e il cuore non ha che da guardare al programma particolarmente denso di appuntamenti in tutta l'area della Lucchesia. Il nostro viaggio sulla carta è finito, ora inizia il vostro.

Verso il Natale attraverso i musei e il pasesaggio toscani
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