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50 ANNI EUROPA: DICHIARAZIONE DI BERLINO E NUOVA CONFERENZA INTERGOVERNATIVA SUL TRATTATO COSTITUZIONALE

“Un fallimento delle riforme sarebbe un errore storico”: Angela Merkel, presidente di turno del Consiglio Ue, ribadisce un concetto più volte espresso nei mesi scorsi. Nella conferenza finale del summit svoltosi ieri a Berlino, dopo aver presentato la “Dichiarazione in occasione del cinquantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma” firmata nelle sale del Deutsches Historisches Museum, la Merkel ha spiegato che per “sciogliere il nodo istituzionale” sarà convocata una nuova Conferenza intergovernativa sotto presidenza portoghese, ossia nella seconda metà del 2007. La Cig definirà il nuovo testo del Trattato costituzionale, “che dovrà non solo essere approvato, ma anche entrare in vigore” prima delle prossime elezioni per il Parlamento di Strasburgo. La Merkel ha fatto trasparire le posizioni divergenti fra i 27 affermando: “Noi prendiamo sul serio le osservazioni di tutti gli Stati membri, ma dobbiamo anche dire alla gente, entro le elezioni europee del 2009, in che modo si dovrà procedere”. Quindi ha osservato: “Quando noi puntiamo sulla forza della libertà, puntiamo sulla gente. La mettiamo al centro. E aggiungo: per me personalmente questa idea della gente deriva anche dalle radici cristiano-giudaiche dell’Europa”.

La “Dichiarazione di Berlino”, preparata dalla presidenza in esercizio e giunta al termine del summit informale convocato per celebrare mezzo secolo di integrazione comunitaria, è stata firmata dai rappresentanti delle tre istituzioni Ue, alla presenza dei capi di Stato e di governo dei 27 Stati aderenti: Angela Merkel, cancelliere tedesco e presidente semestrale del Consiglio; Josè Manuel Durao Barroso, presidente della Commissione; Hans-Gert Poettering, presidente dell’Europarlamento. Il testo si compone di un preambolo e di tre capitoli. Nel preambolo fra l’altro si legge: “L’Europa è stata per secoli un’idea, una speranza di pace e comprensione. Oggi questa speranza si è avverata. L’unificazione europea ci ha permesso di raggiungere pace e benessere. È stata fondamento di condivisione e superamento di contrasti”. Quindi un passaggio dedicato alla recente riunificazione del continente: “Ogni membro ha contribuito a unificare l’Europa, a consolidare la democrazia e lo stato di diritto. Se oggi l’Europa ha superato definitivamente un’innaturale divisione, lo dobbiamo all’amore per la libertà dei popoli dell’Europa centrale e orientale”. “Oggi viviamo assieme come mai è stato possibile in passato. Noi cittadini dell’Ue siamo, per nostra felicità, uniti”.  

“L’Ue ci consente di realizzare i nostri ideali comuni: per noi l’essere umano è al centro. La sua dignità è inviolabile. I suoi diritti inalienabili. Donne e uomini hanno pari diritti”. Il primo capitolo della Dichiarazione di Berlino è dedicato ai valori di riferimento nel processo di integrazione. “Aspiriamo alla pace e alla libertà – si legge nel testo -, alla democrazia e allo stato di diritto, al rispetto reciproco e all’assunzione di responsabilità, al benessere e alla sicurezza, alla tolleranza e alla partecipazione, alla giustizia e alla solidarietà”. L’unità nella diversità è un altro caposaldo del documento. Il secondo capitolo si concentra sui compiti comuni cui l’Ue dovrebbe rispondere col metodo comunitario: “Siamo di fronte a grandi sfide che non si arrestano ai confini nazionali. L’Unione europea è la nostra risposta a queste sfide”. Nell’elenco dei problemi comuni figurano l’interconnessione delle economia, la competitività sui mercati internazionali, la salvaguardia del modello sociale europeo, la lotta contro terrorismo, razzismo e xenofobia e quella al cambiamento climatico. “Ci impegniamo affinché si trovino soluzioni pacifiche ai conflitti nel mondo”; e ancora: “Vogliamo far arretrare la povertà, la fame e le malattie”.

L’ultima parte della Dichiarazione siglata nella capitale tedesca, nella quale non si cita il Trattato costituzionale, è dedicata alla necessità di riforme interne: “Con l’unificazione europea – vi si legge – si è realizzato un sogno delle generazioni che ci hanno preceduto. La nostra storia ci ammonisce a difendere questo patrimonio per le generazioni future. Dobbiamo a tal fine continuare a rinnovare tempestivamente l’impostazione politica dell’Europa”. “È in questo spirito che oggi, a cinquant’anni dalla firma dei trattati di Roma, siamo uniti nell’obiettivo di dare all’Ue entro le elezioni del Parlamento europeo del 2009 una base comune rinnovata. Perché l’Europa è il nostro futuro comune”. Il summit è stato accompagnato e seguito da una festa popolare a Berlino; manifestazioni culturali, musicali e artistiche si sono svolte anche a Bruxelles, Roma e in diverse altre capitali europee. Il testo della Dichiarazione e la preparazione del prossimo summit (fissato per il 21 e 22 giugno), verranno discussi in settimana nel corso della seduta del Parlamento Ue a Bruxelles.

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