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A 40 ANNI DALLA «POPULORUM PROGRESSIO», FOCSIV: SVILUPPO, AGIRE PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

Agire “prima che sia troppo tardi” per impedire che “le generazioni future guardino a noi e alla storia di oggi con lo stesso atteggiamento scandalizzato che proviamo nei confronti delle società che ammettevano la schiavitù” a causa del nostro permettere “ancora lo scandalo della fame nel mondo”: questo è il significato più forte dell’appello ai cristiani in politica, che è stato presentato, stamattina a Roma, da Sergio Marelli, direttore generale della Focsiv-Volontari del mondo, durante il convegno “Lo sviluppo è il nuovo nome della pace”, promosso nella Giornata mondiale del volontariato, alla vigilia del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani e a 40 anni dall’enciclica di Paolo VI, “Populorum progressio”. “Abbiamo le risorse, le conoscenze e i mezzi per mettere al bando la povertà e la miseria – ha proseguito Marelli, leggendo il testo dell’appello -. Sta alla nostra volontà far sì che quel monito di Paolo VI diventi oggi il fondamento della convivenza della famiglia umana”. L’appello della Focsiv, infatti, parte proprio da una frase tratta dalla Populorum progressio: “Uomini di stato, su voi incombe l’obbligo di mobilitare le vostre comunità ai fini di una solidarietà mondiale più efficace” per “uno sviluppo solidale dell’umanità”. “Oggi – ha proseguito Marelli – sentiamo ancora più imperativo il monito lanciato 40 anni fa da Paolo VI nella Populorum progressio. Per questo ci rivolgiamo a tutti voi a cui abbiamo affidato l’impegno e la responsabilità di realizzare nella politica i valori del Vangelo e della Dottrina sociale della Chiesa convinti che, come affermava Paolo VI, la politica è la forma più alta ed esigente della carità”. La Focsiv sa che “quest’impegno non è privo di difficoltà” perché richiede “coraggio per tradurre i valori della pace, della giustizia e dell’equità nelle scelte concrete che quotidianamente la politica impone”, ma fa quest’appello, ha ribadito Marelli, “perché restiamo preoccupati della distanza che persiste tra la politica e le istanze raccolte in 35 anni di impegno con i poveri dei Sud del mondo delle quali tenacemente ci facciamo portavoce”. Questo non significa sottrarsi alle proprie responsabilità che, per una federazione come Focsiv che riunisce 61 organismi cristiani di volontariato internazionale, si traduce in impegno “per la formazione, la sensibilizzazione e l’educazione alla cittadinanza attiva e responsabile”, oltre che in opere di carità. “Insieme – recita l’appello – abbiamo il compito, ciascuno secondo le responsabilità affidatigli, di trovare modalità, ambiti e strumenti per lavorare al raggiungimento del bene comune”.

La ricerca del bene comune, ha proseguito Marelli leggendo l’appello, “richiede di agire non solo secondo logiche di conteggio, ma piuttosto di contagio con il coraggio e la coerenza di una visione politica lungimirante nella quale la ricerca del consenso di oggi non sia mai disgiunto dalla responsabilità di perseguire la giustizia domani”; ma “richiede anche la ferma convinzione che la testimonianza e l’esempio sono le condizioni per rendere credibile la nostra azione, per instaurare un dialogo proficuo e unità di azione con tutti gli uomini di buona volontà”. Richiede, infine, “di agire alla luce del principio per cui lo sviluppo passa attraverso le persone. Il destino e la dignità di ogni uomo e di ogni donna sono il centro di ogni azione di sviluppo”. Marelli ha, poi, sottolineato come “in questi 40 anni di servizio al fianco delle popolazioni povere della terra abbiamo appreso come la promozione della pace, il perseguimento della giustizia, la tutela della vita sono valori che accomunano tutti gli uomini di buona volontà”. Oggi come quarant’anni fa “la storia dell’umanità è fortemente caratterizzata dal divario esistente tra i diversi Paesi, divario che aumenta progressivamente in modo drammatico” e in questo le responsabilità della politica hanno “un peso enorme nel mantenere o nell’auspicabilmente modificare tale ordine delle cose”.Quarant’anni fa come oggi, ha proseguito Marelli, “crediamo in una politica di maggior giustizia sociale, che bandisca ogni forma di discriminazione materiale e spirituale, che consideri l’umanità come un’unica famiglia composta di uomini e donne con pari dignità e pari diritti”. Di qui l’invito a fare “una politica che abbia nella Populorum progressio la sua magna carta”, che sia orientata dagli “imperativi etici connaturati con la radicalità del messaggio evangelico” e che promuova “i valori non negoziabili sempre, in ogni contesto e per tutte le persone”. Della grande attualità della Populorum progressio ha parlato anche Umberto Dal Maso, presidente di Focsiv-Volontari nel mondo, per il quale l’enciclica di Paolo VI ricorda a tutti che “anche le scelte operate da ciascuno di noi oggi avranno un effetto in tutti i Paesi del mondo e per le future generazioni”. Constatando che il divario tra Paesi ricchi e poveri si è aggravato negli ultimi 40 anni, “anche alla luce dell’enciclica di Giovanni Paolo II Sollicitudo rei socialis – ha aggiunto Del Maso – invitiamo i politici a fare una ‘rivoluzione’: ponendosi come riferimento fondamentale quello cattolico, mettersi dalla parte dei più poveri”. Insomma “è necessaria una conversione culturale nella logica che governa il mondo”.

“La Populorum progressio c’insegna che lo sviluppo non deve essere economicistico, ma aperto ad una visione morale dello sviluppo stesso”. Lo ha detto padre Francesco Compagnoni, rettore dell’Angelicum (Pontificia Università San Tommaso d’Aquino), intervenendo al convegno promosso dalla Focsiv. Dopo 20 anni della Populorum progressio, ha proseguito il rettore dell’Angelicum, “Giovanni Paolo II nella Sollicitudo rei socialis sottolineava come lo sviluppo auspicato da Paolo VI non era andato nella direzione giusta. Un ulteriore sviluppo lo troviamo nella Deus caritas est di Benedetto XVI, che sottolinea come la Chiesa sia fatta dalla parola di Dio, dai sacramenti e dal servizio di carità”. “Mi sembra – ha aggiunto – un aspetto nuovo dire che l’attività a favore dei più poveri è l’essenza della Chiesa”. Don Mario Toso, rettore dell’Università Pontificia salesiana, ricordando il messaggio della Populorum progressio, ha individuato alcune “vie” che partono da essa: la Dottrina sociale della Chiesa “come costante punto di riferimento per analizzare i problemi”, “lo sviluppo integrale dell’uomo per un umanesimo plenario e trascendente”, “il non fermarsi al particolare per una solidarietà universale”, “la globalizzazione di una democrazia sostanziale”, “la coerenza nell’agire”.