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ACLI, 100.000 FIRME PER UN NUOVO «CODICE DEI DIRITTI DEL LAVORO»

“Articolo 18, riconoscimento dei diritti individuali di formazione, preoccupazione per la frattura tra le forze sindacali e una petizione popolare per la flessibilità sostenibile”. Sono questi alcuni punti, contenuti in un documento che la direzione nazionale delle Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani) ha discusso ed approvato in un incontro nazionale tenutosi nei giorni scorsi ad Assisi. Per le Acli è singolare come “nel tavolo negoziale globale riaperto dal governo per ricominciare a confrontarsi su fisco, mercato del lavoro, Sud e sommerso manchi proprio quello della formazione: uno degli elementi essenziali di una moderna tutela del lavoro”. In merito alla riforma del mercato del lavoro, “la discussione – si legge nel documento – non può tralasciare due principi essenziali: sostenere il lavoratore, parte più debole nel rapporto di lavoro e tenere in considerazione i lavoratori che oggi non hanno alcuna tutela”. Pertanto, “ripensare e allargare le tutele, dare rappresentanza a chi oggi non ha voce ad alcun tavolo negoziale e giungere alla scrittura di un nuovo ‘Codice dei diritti del lavoro'”: saranno gli obiettivi della petizione popolare per la flessibilità sostenibile per la quale le Acli intendono raccogliere, entro settembre, 100.000 firme da consegnare al presidente della Camera. “Questa mobilitazione – spiegano dalla presidenza nazionale delle Acli – intende affermare nuovi diritti e spingere, oltre che il governo, anche il sindacato a non limitarsi a tenere la pur giusta trincea dell’art. 18, ma ad avventurarsi in campo aperto, dimostrando coraggio e capacità di innovazione”.Sir