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AMBIENTE: RACCOLTA FIRME E APPELLI CON LA CAMPAGNA «CREA UN CLIMA DI GIUSTIZIA»

Una grande raccolta firme, in Italia e in 14 Paesi del mondo, e un appello al governo italiano perché “diventi leader, anziché freno” nelle iniziative per contrastare i cambiamenti climatici e promuovere la sostenibilità ambientale: sono alcuni degli scopi della Campagna “Target 2015. Crea un clima di giustizia”, promossa da Volontari nel mondo-Focsiv e 20 organizzazioni cattoliche italiane (tra le quali Acli, Ac, Agesci, Coldiretti), in collaborazione con l’ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro e l’ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese. L’iniziativa è stata presentata oggi a Roma, salutata da un messaggio di mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, che ne ha sottolineato il valore per “il sostegno al cammino di sensibilizzazione sul cambiamento climatico”, considerando che “le conseguenze dei mutamenti” colpiscono “non di rado le popolazioni più povere del nostro pianeta”. Citando il messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace 2009 mons. Crociata ha esortato la comunità cristiana a “cambiare gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere”.La Campagna, portata avanti contemporaneamente nei 14 Paesi cui appartengono le organizzazioni di aiuto allo sviluppo cattoliche della rete Cidse, ha “l’ambizioso progetto di raccogliere 12 milioni e mezzo di firme in Italia e 1 miliardo in tutto il mondo”, ha detto Sergio Marelli, direttore della Focsiv. Tutto ciò con un appello che verrà distribuito in 500.000 copie e raccolte tramite un sito internet (www.climadigiustizia.it). Tra le richieste, il riconoscimento del diritto delle popolazioni dei Paesi poveri ad uno sviluppo sostenibile e la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 30-40% entro il 2020. La mobilitazione si articolerà durante tutto l’anno e le richieste saranno presentate nel dicembre 2009 a Copenaghen, in occasione della 15° Conferenza degli Stati Parti delle Nazioni Unite, ma anche al G8 che si svolgerà in Italia dall’8 al 10 luglio. La Chiesa italiana, tramite i due uffici Cei, sostiene attivamente la Campagna perché “crede che compito del cristiano sia quello di coltivare e custodire il creato – ha precisato mons. Angelo Casile, direttore dell’ufficio per i problemi sociali e il lavoro -, mantenendo una posizione di equilibrio: né catastrofismi, né negazionismo degli effetti dei cambiamenti climatici”.A fine maggio l’ufficio organizzerà, a questo proposito, un seminario ispirato ad un recente documento della Comece (episcopati Ue) su “Cambiamenti climatici e stili di vita”, mentre la IV Giornata nazionale per la salvaguardia del creato sarà celebrata, come ogni anno, il 1° settembre, con una forte valenza ecumenica. Tra i partecipanti alla conferenza stampa, l’ambasciatrice dell’Ecuador in Italia Gioconda Galàn Castelo, che ha raccontato di una importante iniziativa ecuadoriana in tema di ambiente, il “Progetto Yasunì”: nonostante sia tra i Paesi produttori di petrolio e il terzo delle risorse provenga dallo sfruttamento del greggio, l’Ecuador lascerà sotto terra il 20% delle riserve (pari a 846 barili di petrolio), utilizzando gli introiti che ne deriveranno (da altri Stati o da contributi dei cittadini) per sostenere due popolazioni indigene della zona e 9,8 ettari di aree protette ecuadoriane. “Il mancato sfruttamento del greggio – ha spiegato l’ambasciatrice – eviterà l’immissione nell’atmosfera di 407 tonnellate di CO2”.Sir