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ASIA BIBI: MANIFESTAZIONE A MONTECITORIO, DOMANI NUOVA MOZIONE AL PARLAMENTO UE

Domani il Parlamento europeo “voterà un’altra mozione per la difesa del diritto alla libertà religiosa e il diritto dei cristiani a non patire rappresaglie, carcere o addirittura la morte”: lo ha annunciato oggi a Roma, in piazza Montecitorio, il vicepresidente della Camera dei deputati Rocco Buttiglione, intervenendo questa mattina alla manifestazione “L’Italia per Asia Bibi: libertà, giustizia, diritti umani”. La manifestazione è stata organizzata da Tv2000, Amnesty international, Associazione di cooperazione internazionale Italia-Pakistan-Isiamed, Comunità di S.Egidio, Religions for peace, Umanitaria Padana onlus, Umanitaria Padana onlus, Associazione pakistani cristiani in Italia, alle quali si è aggiunto un elenco lunghissimo di associazioni, sindacati, rappresentanti di altre religioni e diverse realtà della società civile. Tutti hanno chiesto l’abolizione della legge sulla blasfemia e l’immediata liberazione di Asia Bibi, la cristiana pakistana di 45 anni, madre di cinque figli (di cui uno disabile), la prima donna ad essere condannata a morte per blasfemia. Alle 14.30 i promotori saranno ricevuti alla Farnesina dal ministro degli Esteri Franco Frattini. Davanti a Montecitorio, un palco con un grande striscione: “Libertà per Asia Bibi” e tanti cartelli: “Eliminare la legge sulla blasfemia”, “Moratoria sulla pena di morte in Pakistan”, “La libertà religiosa è un diritto fondamentale”. I manifestanti hanno chiesto al presidente pachistano Asif Ali Zardari di concedere la grazia ad Asia Bibi, accusata di avere offeso il profeta Maometto durante una lite tra contadine. “Noi cristiani non siamo contro l’islam o contro il governo pakistano – ha precisato padre Gilbert Shaazad, dell’Associazione pakistani in Italia -. Vogliamo solo vivere nel nostro Paese in pace, dialogo e serenità con tutti. So che per gli italiani è difficile capire il concetto della legge sulla blasfemia. Diciamo solo che finora nessun cristiano ha offeso Maometto e il Corano e mai succederà”. Eppure la legge si presta ad abusi, visto che dal 1986 ad oggi la legge sulla blasfemia ha causato l’incriminazione di 993 persone, tra cui 479 musulmani, 340 ahmadi (una setta musulmana non riconosciuta dal governo), 120 cristiani, 14 indù e 10 di altre religioni. Padre Shaazad ha ricordato che in Pakistan i cristiani hanno indetto per il 30 gennaio una Giornata di digiuno e preghiera per la libertà di Asia Bibi.Tra i presenti in piazza, Luisa Santolini, presidente dell’Associazione parlamentari amici del Pakistan: “Questa manifestazione è l’inizio di un lungo cammino: vogliamo convincere i parlamentari pakistani ad abolire la legge sulla blasfemia. Molti sanno che queste legge non va bene, ma hanno paura ad agire perché sono minacciati di morte”. Il governatore del Punjab, Salman Taseer, ucciso alcune settimane fa dalla sua guardia del corpo, è stata infatti la prima vittima illustre per la sua presa di posizione a favore della liberazione di Asia Bibi. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty international, ha ricordato che da 25 anni Amnesty si batte per annullare la legge sulla blasfemia: “Siamo contenti di aver trovato nuovi compagni di viaggio per rilanciarla con più vigore”. Don Paolo Cristiano, responsabile della Comunità di S.Egidio in Pakistan, ha raccontato le difficoltà che incontrano i cristiani a causa di questa legge, “nata per difendere la religione ma usata per compiere soprusi e vendette personali”. Stefano De Martis, direttore delle news di Tv2000, ha lanciato un appello ai media “perché accendano i riflettori su chi è perseguitato nel mondo a causa della fede”. Sul palco anche esponenti delle comunità musulmana ed ebraica, e numerosi politici di tutti gli schieramenti. Anche il Consiglio provinciale di Roma ha approvato all’unanimità, la settimana scorsa, una mozione in materia.Sir