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AVIARIA: STORACE, FIRMATA ORDINANZA CON NUOVE MISURE; ENTRO MARZO ALTRE 50 MILA DOSI DI ANTIVIRALI

E’ scattato per cinque province il blocco della movimentazione di carne e animali dopo l’individuazione di cigni infettati dal virus H5N1. La misura è contenuta nell’ordinanza che il ministro della Salute ha firmato sabato 11 febbraio e che è stata inviata alle regioni e ai servizi veterinari in tutta Italia. Il provvedimento accompagnato da una lettera consiglia di applicare misure di profilassi per tutti coloro che hanno avuto contatti con uccelli morti o vivi sospettati di essere malati.

Nel caso specifico non dovranno essere sottoposti, ha spiegato Donato Greco direttore del centro per il controllo delle malattie, al trattamento antivirale. I farmaci sono comunque disponibili, ha aggiunto il responsabile, qualora le condizioni ne indicassero l’utilizzo. In tutto ci sono 170 mila cicli di antivirali ai quali si aggiungeranno altre 50 mila dosi a marzo. Il ministro della Salute, Francesco Storace, ha spiegato come, in base alla nuova ordinanza, funzioneranno i controlli.

In ogni zona colpita i sindaci e i responsabili delle Asl dovranno preparare la lista degli allevamenti. Dal punto di ritrovamento dell’animale infetto si segnerà un cerchio ideale con tre chilometri di raggio. Quest’area rappresenterà quella cosiddetta di protezione. Tutti gli allevamenti della zona dovranno essere sottoposti a controlli. In un raggio di 10 chilometri, sempre dal punto di ritrovamento degli animali ammalati, verrà invece delineata l’area di sorveglianza, dove i controlli potranno essere minori. Nella prima zona il blocco delle movimentazioni sarà di 30 giorni, nella seconda di 21 giorni. In tutte le aree dovranno essere avviate, oltre ai controlli, anche i monitoraggi sugli uccelli selvaggi e bisognerà dare il via a campagne di sensibilizzazione fra i proprietari dei volatili, i cacciatori e le associazioni naturalistiche e faunistiche che potranno così collaborare ai controlli.

Le zone sottoposte a queste misure per ora sono il comune di Pellaro in provincia di Reggio Calabria, il comune di Pizzo Calabro in provincia di Vibo Valentia, il comune di Manduria in provincia di Taranto, il comune di Taormina in provincia di Messina e i comuni di Giarre e di Mascali in provincia di Catania. A questi si potrebbe aggiungere l’area in provincia di Lecce dove è stato trovato un altro cigno. (ANSA).

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