Italia

Abolizione reato clandestinità: mons. Perego (Migrantes), decisione corretta

«Da sempre contestiamo una lettura esageratamente securitaria che i decreti sulla sicurezza avevano dato al tema immigrazione – precisa -. Penso che la decisione sia corretta, perché salva la necessità di regolamentare l’immigrazione, quindi l’illecito amministrativo di chi viene in Italia senza permesso di soggiorno senza considerarlo un reato. Tra l’altro c’era stata anche una condanna della Commissione diritti umani europea su questo tema». Il reato, che diventa un illecito amministrativo, assumerà rilievo penale solo nei casi di recidiva (ad esempio una persona espulsa che prova a rientrare). Mons. Perego ne comprende il valore di «cautela» ma invita a «fare valutazioni caso per caso: è importante l’accompagnamento delle persone in condizione d’irregolarità, per conoscere i motivi e verificare se c’è bisogno di tutele, ad esempio a chi è vittima di tratta o di sfruttamento lavorativo e sessuale o a chi fugge da Paesi in guerra».

Sul rischio d’infiltrazioni terroristiche, puntualizza mons. Perego, «spetta alle forze di polizia individuare eventuali aspetti in questo senso ma ricordiamo che non deve mai venir meno la tutela dei diritti di chi sta fuggendo, tramite servizi di accompagnamento alle persone. Abbiamo verificato nel lavoro sul campo di contrasto alla prostituzione che l’accompagnamento sociale diventa anche uno strumento per combattere il crimine». Il ddl provocherà in concreto, secondo il direttore della Migrantes, «uno svuotamento delle carceri e uno snellimento delle pratiche nei Tribunali. Secondo l’Istat tra il 2010 e il 2011 gli stranieri in carcere per il reato di immigrazione clandestina erano fortemente diminuiti, passando da 4.103 a 2.329 (su una popolazione carceraria oggi di circa 64.000 persone), anche a seguito delle modifiche legislative all’articolo 14 legge 286/98, introdotto dalla legge Bossi-Fini, in merito al reato di immigrazione clandestina.