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Acqua: Giornata Mondiale; Istat, nel 2018 sono 18 milioni i residenti non collegati al servizio pubblico di depurazione

Nel 2018, non sono collegati al servizio pubblico di depurazione 18 milioni di residenti. Lo scrive l’Istat nel rapporto sulle statistiche relative all’acqua negli anni 2018-2020, diffuse nella Giornata mondiale dell’acqua che ricorre oggi. Secondo l’istituto di statistica “le perdite idriche in distribuzione sono in costante aumento (42,0% nel 2018)”. “Nel 2020 una quota pari all’87,4% delle famiglie è molto o abbastanza soddisfatta del servizio idrico”. Mentre “in 9 comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, tutti nel Mezzogiorno, sono adottate nel 2019 misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua”. Nel 2020 il 67,4% di persone di 14 anni e più è attenta a non sprecare acqua. Sempre nello stesso anno il 28,4% delle famiglie esprime ancora poca fiducia nel bere acqua di rubinetto. Sebbene l’indicatore sia diminuito progressivamente nel tempo (40,1% nel 2002), restano ancora notevoli differenze territoriali: il Nord-est è al 20,5% e nelle Isole si raggiunge il 49%. Toccano le percentuali più elevate Sicilia (49,9%), Sardegna (46,6%) e Calabria (41,4%). Infine, dalle statistiche emerge un primato a livello europeo: con 9,2 miliardi di metri cubi, l’Italia detiene nel 2018 il primato nell’Ue27, ormai più che ventennale, del volume di acqua dolce complessivamente prelevata per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei.

 “La scarsità d’acqua colpisce già un quarto della popolazione mondiale” eppure “l’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari rimane la migliore protezione per ridurre la diffusione di infezioni e salvare vite umane”. Lo scrivono, in una dichiarazione congiunta, proprio in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, l’alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e il commissario per l’ambiente, la pesca e gli oceani, Virginijus Sinkevičius. Crisi climatica e crisi sanitaria attuale concorrono a rendere il problema ancora più grave. Ma “lo stress idrico è in aumento anche in Europa”, si legge nella nota. Per questo sono stati messi in campo il Green Deal e fissato l’obiettivo di neutralità climatica, per limitare “pressioni sui fiumi, i laghi, le acque costiere e le falde acquifere dell’Europa” e “muoversi verso un’agricoltura più sostenibile utilizzando meno pesticidi”. Un contributo arriverà anche dalla “Zero Pollution Ambition” che sta “rinnovando la nostra politica sui prodotti chimici, riducendo la presenza di farmaci nell’acqua e nel suolo, combattendo le microplastiche e supportando pratiche e tecnologie innovative”. Ma serve anche “maggiore cooperazione e trasparenza nella governance dell’acqua a tutti i livelli”. L’Ue non manca di guardare al resto del mondo, parte di “un’azione globale attraverso una forte cooperazione internazionale, i cui benefici si estendono ben oltre il settore idrico”. “Proprio in questo mese – hanno riferito Borrell e Sinkevičius – inauguriamo a Gibuti un impianto di dissalazione alimentato da energie rinnovabili e un impianto di trattamento delle acque reflue in Cisgiordania dotato di reti di raccolta e irrigazione per il riutilizzo dell’acqua”. “Tutti devono fare la loro parte – concludono -; facciamo in modo che ogni goccia conti”.