Italia

Agroalimentare: via libera al marchio «Prodotto di montagna»

Per Centinaio il provvedimento ha anche l’obiettivo di «riconoscere il valore sociale, ambientale e turistico di queste aree». Ma il marchio dovrà servire anche a mettere in condizione i consumatori di «riconoscere e scegliere queste produzioni Made in Italy». Il marchio è costituito da un logo verde, con una montagna stilizzata e può essere utilizzato sui prodotti previsti dal regime di qualità omonimo. L’indicazione facoltativa di qualità «Prodotto di montagna» è riservata alle materie prime che provengono essenzialmente dalle zone montane e agli alimenti trasformati, nel caso in cui la trasformazione, la stagionatura e la maturazione hanno luogo in montagna.

Secondo i dati della Fondazione Montagne Italia, ha fatto notare l’Uncem, il valore dell’agricoltura montana in Italia è di 9,1 miliardi di euro di cui 6,7 miliardi negli Appennini e 2,4 miliardi nelle Alpi. Gli occupati nel settore, tra il 2011 e il 2016 nelle province alpine sono aumentati del 10%. «Dati che confermano quanto il comparto, con le sue filiere sia importante», commenta Marco Bussone, presidente nazionale Uncem. Per supportare il lancio del marchio nei giorni scorsi Uncem ha avviato l’iniziativa «Compra in valle, la Montagna vivrà» per invitare a scegliere botteghe e imprese agricole e artigianali delle Alpi e degli Appennini.

Sempre secondo Bussone, «agricoltura in montagna vuol dire prevenzione del dissesto idrogeologico e crescita dei flussi turistici, tutela del paesaggio e lotta alla desertificazione nonché all’avanzata del bosco che limita la superficie agricola». Ma sempre Uncem ha chiesto che la nuova Pac, la politica agricola comune per gli anni 2012-2017, tenga maggiormente in conto «delle tipicità e delle eccellenze dei territori montani, da promuovere e proteggere».