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Alluvione Genova, card. Bagnasco: «Preghiera, solidarietà, giustizia»

Dopo la nuova alluvione che nei giorni scorsi ha colpito Genova, adesso è «l'ora della preghiera, della solidarietà, della giustizia». Così il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nell'omelia pronunciata ieri mattina durante la Santa Messa per i colpiti dall'alluvione che ha celebrato nella chiesa dei Diecimila Martiri Crocifissi, vicino a Borgo Incrociati, una delle zone maggiormente colpite dove ha anche perso la vita Antonio Campanella.

Parole chiave: Genova (9)

«È l'ora della solidarietà di tantissimi volontari, specialmente giovani - ha detto il cardinale -: la loro generosità conforta e ravviva la speranza. Ed è l'ora della preghiera, più insistente della pioggia, perché il Signore doni consolazione e coraggio a tutti: per questo siamo qui». «Ma - ha aggiunto - è anche l'ora della giustizia tra le istituzioni e i cittadini. Nessuno deve sentirsi abbandonato dai responsabili del bene comune, nessuno deve sentirsi dimenticato, nessuno deve vedere lo Stato distratto e lento, rifugiarsi dietro al rimando delle responsabilità, o dietro a una inaccettabile macchinosità burocratica che, per assicurare legalità e trasparenza, lascia affondare nel fango chi ha perso tutto».

«È giusto e doveroso - ha detto il cardinale Bagnasco - che quanti sono stati colpiti possano contare su aiuti adeguati e tempestivi, senza procedure lente, complicate e inutili in situazioni eccezionali come questa». «Genova - ha proseguito - ancora una volta è percossa, ma non deve piegarsi e non si piegherà: ho visto occhi pieni di lacrime, voci che chiedevano attenzione a voce alta, silenzi pesanti, ma ovunque ho visto sguardi decisi a non mollare, a ricostruire per amore di sé e dei propri cari». Poi un passaggio dedicato espressamente alle istituzioni e a quanti hanno responsabilità di governo: «È nelle sventure, qualunque siano le cause, che si misura il grado di civiltà di un popolo, la capacità di chi governa, la maturità di tutti coloro che hanno il dovere di vigilare tempestivamente e di provvedere perché i singoli si riprendano e perché le calamità non si ripetano come succede da noi». Perché «è in gioco la buona organizzazione, la capacità di fare squadra, la priorità delle persone non degli interessi: la gente vuole essere solo serena pensando al domani. Ne ha il diritto». Infine il porporato ha ricordato «la vicinanza del Santo Padre Francesco, che mi ha telefonato per informarsi di voi, di tutti noi. Ci ha assicurato la sua preghiera e la sua benedizione».

Fonte: Sir
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