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Ambiente: Oxfam, “compensare emissioni di CO2 con accaparramento terre affamerà il pianeta”

L’analisi mostra “quanto urgente sia contrastare il caos climatico con un reale taglio delle emissioni, rinunciando all’uso di vaste aree di terra, per piantare alberi in grado di compensare le emissioni di gas serra in atmosfera. Solo così si potranno salvare dalla fame le comunità di piccoli agricoltori e indigeni nei Paesi più poveri, già messe in ginocchio da eventi climatici sempre più estremi e imprevedibili, che causano carestie e migrazioni forzate”.Oxfam denuncia: “Siamo ancora molto lontani dal fare ciò che è necessario per raggiungere il primo obiettivo chiave: contenere l’innalzamento delle temperature globali entro 1,5°C di qui al 2030. Per centrarlo occorrerebbe l’impegno reale dei Paesi che inquinano di più, ad abbattere le emissioni globali di CO2 del 45% rispetto ai livelli del 2010; ma i piani attualmente in essere porteranno un taglio di appena l’1% entro il 2030”.“Quella che viene definita neutralità climatica non potrà essere raggiunta senza una vera riduzione delle emissioni, la graduale eliminazione dei combustibili fossili e decisi investimenti nella produzione di energia pulita, lungo le filiere di produzione – ha detto Elisa Bacciotti, responsabile delle campagne di Oxfam Italia –. Purtroppo ad oggi molti dei tanti impegni che vengono sbandierati sono solo una distrazione, rispetto a un’azione incisiva di contrasto agli impatti sempre più devastanti, anche in Europa, della crisi climatica. Ridurre i livelli di CO2 in atmosfera attraverso la riforestazione è solo una parte della soluzione e gli attuali piani di compensazione prevedono una quantità di terra che semplicemente non abbiamo a disposizione. Continuando su questa strada si potrebbe assistere all’accaparramento di terre coltivabili da cui dipende la sussistenza di intere comunità e a violazioni dei diritti umani. L’unica strada praticabile, per non giocare col presente e futuro prossimo del pianeta e quindi di noi tutti, è il taglio immediato di miliardi di tonnellate di anidride carbonica che continuano ad essere prodotte da Paesi e aziende”.