Italia

Assemblea Cei, card. Bagnasco: anteporre bene Paese a interesse personale

Il card. Bagnasco ha osservato che se il “potere” «sguscia dal valore del servizio, allora diventa fine a se stesso e si deforma nei suoi volti peggiori. E’ dunque necessario coltivare il senso e il gusto del vero, specialmente nelle giovani generazioni, che di solito sono più libere rispetto a ideologie, schemi ingessati e interessi individuali». Il presidente dei vescovi italiani ha denunciato inoltre un «clima di ostinata contrapposizione» che si registra «tanto a livello privato che pubblico: quando la naturale logica del confronto e della dialettica sale nei toni e nelle parole, quando non arriva mai a conclusioni condivise ma si impunta avvolgendosi su se stessa, quando si cristallizza diventando costume, allora si rischia la patologia che paralizza il vivere sociale». E’ il segno «triste e sconfortante», ha sottolineato il card. Bagnasco, di «un modo di pensare vecchio e ripiegato, autoreferenziale e senza futuro. Non è questione di anagrafe, ma di giovinezza dell’anima. – ha precisato – Ci si chiede a volte se contano di più la verità e il bene, oppure il pretendere di avere ragione, o meglio l’affermazione del proprio “io” e della propria immagine. Se così fosse, ci sarebbe da interrogarsi sulla propria consistenza interiore». In questi tempi, ha proseguito il porporato, «abbiamo visto, ad alti livelli, gesti e disponibilità esemplari che devono ispirare tutti; ma anche situazioni intricate e personalismi che hanno assorbito energie e tempo degni di ben altro impiego, vista la mole e la complessità dei problemi che assillano famiglie, giovani e anziani».

Cittadini dopo voto hanno diritto ad essere governati. «Dopo il responso delle urne, i cittadini hanno il diritto che quanti sono stati investiti di responsabilità e onore per servire il Paese, pensino al Paese senza distrazioni, tattiche o strategiche che siano». «Pensare alla gente: questa è l’unica cosa seria», ha richiamato il card. Bagnasco sottolineando che è necessario «pensarci con grandissimo senso di responsabilità, senza populismi inconcludenti e dannosi, mettendo sul tavolo ognuno le migliori risorse di intelletto, di competenza e di cuore. Allora insieme è possibile». «Non bisogna perdere l’opportunità», ha proseguito il porporato, «né disperdere il duro cammino fatto dagli italiani. L’ora è talmente urgente che qualunque intoppo o impuntatura, da qualunque parte provenga, resteranno scritti nella storia».

Italia tra povertà e angoscia. Priorità è lavoro. «Abbiamo il dovere di dare voce alle preoccupazioni crescenti e al disagio sociale diffuso, alla moltitudine di giovani che non trovano lavoro, a quanti, anche avanti negli anni ma senza possibilità di pensione, l’hanno perso, a quanti sono in ambascia per l’incertezza del domani, a coloro che oggi sono scesi al livello della povertà e a volte dell’angoscia», ha detto il card. Bagnasco fotografando l’attuale condizione in cui si trova l’Italia. «C’è da chiedersi – ha aggiunto  – qual è la lama più dolorosa nella carne della gente? Quella che chiede interventi immediati ed efficaci perché ogni giorno è in gioco il giorno dopo? Il lavoro, diceva recentemente il Santo Padre, è un elemento fondamentale per la dignità di una persona. Il lavoro, per usare un’immagine, ci “unge” di dignità, ci riempie di dignità». Affinché il lavoro veramente «unga» di dignità ogni lavoratore, ha sottolineato il presidente della Cei, «non deve diventare, quando c’è, talmente invasivo da impedire sia il necessario riposo fisico e spirituale, sia la possibilità di coltivare i rapporti con gli altri, tenendo conto che i primi rapporti sono quelli della famiglia. è del tutto evidente che il lavoro domenicale impedisce che la famiglia si ritrovi unita in un tempo disteso e comune da dedicare a se stessa, agli altri e, se credente, a Dio e alla comunità cristiana. Considerare ciò di poco conto, magari con la giustificazione di lasciare il lavoro festivo come un’opzione, significa sottomettere la persona all’economia, senza peraltro evidenti vantaggi, con danni incalcolabili per la tenuta della società intera». Le statistiche pubbliche sul lavoro e l’occupazione, ha ricordato il card. Bagnasco, «sono eloquenti e non ammettono repliche» e come emerge nel recente Rapporto-proposta sul lavoro della Cei, «siamo convinti che è possibile superare la crisi con un forte e deciso piano industriale che, tenendo in casa il patrimonio e la professionalità italiana, rilanci con tenacia la produzione nazionale insieme alla necessaria attenzione finanziaria».

Famiglia non va indebolita da rappresentazioni similari. «La famiglia non può essere umiliata e indebolita da rappresentazioni similari che in modo felpato costituiscono un vulnus progressivo alla sua specifica identità, e che non sono necessarie per tutelare diritti individuali in larga misura già garantiti dall’ordinamento», ha affermato ancora il Presidente della Cei, sottolineando che «essa è un bene universale e demolirla è un crimine; affonda le sue radici nell’essere dell’uomo e della donna, e i figli sono soggetto di diritto da cui nessuno può prescindere». La famiglia, ha ricordato il card. Bagnasco, «patrimonio incomparabile dell’umanità, che ancora una volta ha dato prova di sé rivelandosi il primo e principale presidio non solo della vita, ma anche di energie morali e di tenuta sociale ed economica: fino a quando potrà resistere senza politiche consistenti, incisive e immediate?». Il «grave problema demografico», ha denunciato il card. Bagnasco, «che in alcuni Paesi europei è stato affrontato con buoni risultati, quando sarà preso in seria considerazione senza rimandi o depistaggi che nulla hanno a che fare con le urgenze realì? Viene da chiedersi se la possibilità di futuro valga ancora nella sensibilità pubblica: la capacità di affrontare il presente con gli occhi del futuro disegna il volto dei veri statisti».

Bioetica: tutelare vita indifesa. No suicidio assistito. «È doverosa la continua, attiva attenzione della comunità cristiana e di quanti, non sono pochi, riconoscono l’evidenza della vita umana in tutti i suoi momenti e forme; tanto più bisognosa di tutela e di cura quanto più è debole e indifesa». Per questa ragione, ha spiegato il card. Bagnasco, i vescovi italiani hanno aderito con «ferma convinzione all’iniziativa dei Movimenti per la Vita che sono in Europa al fine di una significativa raccolta di firme, perché le Istituzioni Europee riconoscano in pieno lo ‘Statuto dell’embrioné e sospendano ogni finanziamento finalizzato alla sperimentazione sugli embrioni umani». La recente raccomandazione che la Corte dei diritti umani a Strasburgo ha fatto circa il diritto al suicidio assistito, ha ricordato il card. Bagnasco, è «l’ulteriore prova del progetto di una società senza relazioni, dove ognuno, in nome dell’autodeterminazione individuale, si trova solo». Il presidente della Cei ha inoltre ribadito che il «no all’eutanasia e al suicidio assistito, e con raccapriccio sentiamo che qua e là si parla anche di infanticidio» è «un grande sì alla vita e all’amore».

Gioco d’azzardo divora giovani, anziani e famiglie. “Il gioco d’azzardo divora giovani, anziani e famiglie», ha denunciato il presidente della Conferenza episcopale italiana. «La società nel suo insieme – ha sottolineato il card. Bagnasco – non deve mai assuefarsi alle diverse forme di evasione che degradano e distruggono i suoi figli a vantaggio di pochi profittatori senza scrupoli». «Il nostro pensiero – ha aggiunto il presidente della Cei – ritorna sulla smania mortale di sfide e di brivido estremo, che manifesta non coraggio, ma il devastante vuoto interiore che genera spregio della vita propria e altrui».