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BASE USA A VICENZA; CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO: ILLUMINARE LE COSCIENZE SENZA ESSERE DI PARTE

“La nostra Chiesa diocesana ha condiviso le preoccupazioni legate alla decisione sul ‘Dal Molin’ esprimendosi in vari momenti sulla questione e cercando di illuminare le coscienze senza però mai appoggiare una parte”. Così si è espresso il Consiglio pastorale diocesano di Vicenza, presieduto dall’arcivescovo mons. Cesare Nosiglia, in un comunicato sulla questione della nuova base statunitense a Vicenza. “Riteniamo – prosegue la nota – che la stessa fede possa animare progetti politici diversi, che devono essere sempre ispirati dalla Parola e dal Magistero. Tali posizioni diverse vanno sempre rispettate”, ma “accanto al rispetto per le posizioni di ciascuno, sentiamo pressante l’appello alla pace che ci viene dal Vangelo”. Di qui il “no alla guerra e agli strumenti che conducono alla guerra, pur consapevoli che i percorsi storici per giungere a questo non sono univoci né sempre e immediatamente chiari. Riconosciamo che il confronto, anche all’interno delle nostre comunità, come nella società civile vicentina, non è sempre stato lineare, dimostrando come si faccia fatica a vivere il pluralismo politico anche se animati dalla stessa fede”. Occorre, perciò, recuperare “i punti di riferimento evangelici ed ecclesiali, che ci permettono di promuovere un dialogo maturo, costruttivo e rispettoso delle varie posizioni”.

Il Consiglio pastorale diocesano, di fronte alla questione “Dal Molin”, registra da parte di molti cittadini “una forte sfiducia nei confronti delle istituzioni”: vi è stata, infatti, una grave carenza di informazione, un occultamento della verità, una mancanza di trasparenza, un’assenza di coinvolgimento, un perdurante rimpallo di responsabilità tra vari livelli istituzionali, locali e nazionali, o altri soggetti di rappresentanza che hanno assunto come prevalente criterio di valutazione quello economico”. I vicentini, invece, “hanno diritto di essere informati e coinvolti, di partecipare alle sorti della propria città. Il prosieguo del percorso deve caratterizzarsi per un cambio di registro a tale riguardo”. Di fronte alla scelta governativa riguardo la nuova base, il Consiglio pastorale diocesano ritiene che ogni credente “non possa non confermare il proprio impegno per la pace, e una forte preoccupazione per la qualità della vita, l’impatto urbanistico e ambientale, il modello di sviluppo”. Se la nuova base sarà realizzata, “tali preoccupazioni devono guidare la vigilanza di tutti i cittadini ed in particolare di quanti hanno responsabilità politiche, sociali ed economiche ad ogni livello. Dai nostri rappresentanti attendiamo risposte precise, una vigilanza non strumentale, una vicinanza concreta ed un reale ascolto della popolazione”.

L’impegno, a giudizio del Consiglio pastorale diocesano di Vicenza, è “di vigilare, di non lasciare cadere la tensione rispetto ad una questione che riguarda il futuro della città ed il diritto al lavoro dei suoi abitanti”. E’ però necessario che “le comunità cristiane, le associazioni ed i movimenti promuovano una seria verifica sulla propria azione educativa. La questione ‘Dal Molin’ ha infatti al contempo evidenziato la carenza nelle nostre comunità di un forte impegno quotidiano di attenzione e formazione sulle problematiche relative al vivere civile locale, nazionale e internazionale”. Tale evento offre “alle nostre comunità, anche quelle non direttamente coinvolte, un’opportunità per una verifica sul versante pastorale e per riprendere in maniera ordinaria una riflessione ed un confronto su temi, quali quello della pace, dell’ambiente, della povertà, della vita, della famiglia, della legalità, che vanno al di là della costruzione della nuova base”. Dalla vicenda “Dal Molin”, si conclude il comunicato, “la nostra Chiesa deve uscire più matura, più capace di interrogarsi quotidianamente su tali questioni, in grado di proporre percorsi di fede in Gesù Cristo e di missionarietà, in particolare per i laici, chiamati ad essere testimoni del Signore risorto nella storia, accettando anche le provocazioni che questa propone”. Sir