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BENEDETTO XVI AGLI AMMINISTRATORI DI LAZIO E ROMA: PUNTARE A SVILUPPO UMANO AUTENTICO

Crisi economica, nuovi insediamenti e periferie, oratori ed educazione dei giovani, vita, famiglia, affettività, malattia: sono stati questi i temi affrontati oggi da Benedetto XVI, nel discorso dell’udienza agli amministratori della Regione Lazio (Montino), del Comune (Alemanno) e della Provincia di Roma (Zingaretti). “La crisi che ha investito l’economia mondiale – ha esordito il Papa – ha avuto conseguenze anche per gli abitanti e le imprese di Roma e del Lazio. Allo stesso tempo, essa ha offerto la possibilità di ripensare il modello di crescita perseguito in questi ultimi anni”. “Lo sviluppo umano per essere autentico deve riguardare l’uomo nella sua totalità e deve realizzarsi nella carità e nella verità – ha proseguito -. La persona umana, infatti, è al centro dell’azione politica e la sua crescita morale e spirituale deve essere la prima preoccupazione per coloro che sono stati chiamati ad amministrare la comunità civile. È fondamentale che quanti hanno ricevuto dalla fiducia dei cittadini l’alta responsabilità di governare le istituzioni avvertano come prioritaria l’esigenza di perseguire costantemente il bene comune”. “Vorrei invitarvi a porre ogni cura perché la centralità della persona umana e della famiglia costituiscano il principio ispiratore di ogni vostra scelta – ha proseguito il Papa rivolgendosi agli amministratori di Roma e del Lazio -. Ad esso, in particolare, occorre far riferimento nella realizzazione dei nuovi insediamenti della città, perché i complessi abitativi che vanno sorgendo non siano solo quartieri dormitorio”. Dopo aver esortato a prevedere nei nuovi quartieri “quelle strutture che favoriscono i processi di socializzazione”, Benedetto XVI ha ricordato che “la Chiesa è lieta di offrire il proprio contributo perché in questi quartieri ci sia una vita sociale degna dell’uomo”. Ha ricordato così il ruolo dei “nuovi complessi parrocchiali che, oltre ad essere punti di riferimento per la vita cristiana, svolgono anche una fondamentale funzione educativa e sociale”. Ha quindi sottolineato che “in alcuni nuovi quartieri, dove vivono in particolare giovani famiglie con bambini piccoli, le comunità ecclesiali, consapevoli che l’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo umano, hanno realizzato gli ‘oratori dei piccoli’. Tali utili strutture permettono ai bambini di trascorrere le ore della giornata, mentre i genitori sono al lavoro”.Circa la realtà giovanile, Benedetto XVI ha poi affermato che “all’interno della promozione del bene comune, l’educazione delle nuove generazioni, che costituiscono il futuro della nostra Regione, rappresenta una preoccupazione predominante che gli Amministratori della cosa pubblica condividono con la Chiesa e con tutte le organizzazioni formative”. Ha quindi affermato che oggi i giovani hanno bisogno di “risposte capaci di indicare loro la strada da percorrere per fondare l’esistenza sui valori perenni”, indicando tra gli altri i temi dell’affettività e sessualità per i quali bisogna “evitare di prospettare agli adolescenti e ai giovani vie che favoriscono la banalizzazione di queste fondamentali dimensioni dell’esistenza umana”. A questo proposito ha aggiunto che “nel pronunciare i suoi ‘no’, la Chiesa in realtà dice dei ‘sì’ alla vita, all’amore vissuto nella verità del dono di sé all’altro, all’amore che si apre alla vita e non si chiude in una visione narcisistica della coppia”. Benedetto XVI ha quindi ricordato che “su questi temi, come anche su quelli della famiglia fondata sul matrimonio e sul rispetto della vita dal suo concepimento fino al suo termine naturale, la comunità ecclesiale non può che essere fedele alla verità”.L’ultimo aspetto toccato dal Papa nel suo discorso agli amministratori di Roma e del Lazio ha riguardato la salute e il mondo della sofferenza. Dopo aver ricordato che “Roma e il Lazio, accanto alle strutture sanitarie pubbliche, vedono da secoli la presenza di quelle di ispirazione cattolica, che operano a favore di ampie fasce della popolazione”, Benedetto XVI ha sottolineato che “in esse si cerca di coniugare la competenza professionale e l’attenzione al malato con la verità e la carità di Cristo. Infatti, ispirandosi al Vangelo, esse si sforzano di accostarsi alle persone sofferenti con amore e speranza, sostenendo anche la ricerca di senso e cercando di fornire risposte agli interrogativi che inevitabilmente sorgono nei cuori di quanti vivono la difficile dimensione della malattia e del dolore”. Il Papa ha ricordato a questo punto che “l’uomo ha, infatti, bisogno di essere curato nella sua unità di essere spirituale e corporale”. Ha quindi concluso con le parole: “Confido pertanto che, nonostante le persistenti difficoltà economiche, tali strutture possano essere adeguatamente sostenute nel loro prezioso servizio”.Sir