Italia

BIMBO NATO DOPO ABORTO TERAPEUTICO; CARD. ANTONELLI: VICINO AI GENITORI, MA CHIAREZZA SUI PRINCIPI

«Ai genitori mi sento di dire che la Chiesa è vicina a loro, ha cura di loro, che vuole accompagnarli a superare la tragica vicenda, ma nella chiarezza etica dei principi. Mi addolora la sofferenza dei genitori, ma mi addolora anche che si sia ucciso un bambino che, sano o malato, è sempre un bambino». Così il cardinale Ennio Antonelli ha commentato il caso del piccolo sopravvissuto all’aborto terapeutico effettuato venerdì della scorsa settimana all’ospedale fiorentino di Careggi e poi morto per emorragia cerebrale nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale pediatrico Meyer del capoluogo toscano nella notte tra mercoledì e giovedì.

«L’aborto è una soluzione troppo sbrigativa – ha detto l’arcivescovo di Firenze –. Bisognerebbe farsi prossimi alle madri quando sono in attesa ed eventualmente ricordare che c’è la possibilità di non riconoscere il bambino ed anche di partorire nell’anonimato».

Antonelli, che ha risposto alle domande dei giornalisti nel corso di una conferenza stampa in Arcivescovado a Firenze convocata per presentare un’iniziativa di pastorale sociale («Firenze, Civitas per il mondo – percorso di riflessione su e con la città»), ha spiegato di voler «essere più severo con una certa cultura diffusa e contraddittoria che da una parte ammette la soppressione di una vita umana e dall’altra condanna la pena di morte». Ed è proprio questa sensibilità che a giudizio del cardinale «dovrebbe renderci ancora più rispettosi della vita innocente».