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BRASILE: 27 ENNE LUCCHESE RAPITO E UCCISO DOPO PAGAMENTO RISCATTO

Lo hanno ucciso a sangue freddo, poche ore dopo averlo rapito, e questo nonostante il padre avesse pagato il riscatto ai sequestratori. Matteo Lorenzetti, 27 anni, di Fornaci di Barga (Lucca), e morto cosi , in Brasile, con un unico colpo di pistola alla nuca, per mano di banditi che lo hanno colto di sorpresa, nella serata di giovedi scorso, al cancello della fabbrica in cui lavorava con il padre Alessandro, la Intercarta, ditta specializzata in imballaggi. L’azienda è considerata una delle maggiori del settore nella Vale do Paraiba, regione compresa tra gli stati di San Paolo e Rio de Janeiro, sede di un distretto industriale tra i piu evoluti del Brasile. In base alle prime ricostruzioni della polizia, Matteo, che da pochi anni aveva lasciato la Toscana per trasferirsi con la famiglia a San Jose dos Campos, località votata al turismo tecnologico, una novantina di chilometri da San Paolo, si trovava a bordo della sua auto, un piccolo fuoristrada, quando è stato intercettato dai rapinatori, che lo hanno obbligato a seguirlo in un posto sicuro. Circa tre ore dopo il sequestro, il giovane ha telefonato al padre per avvertirlo che aveva avuto un problema con la macchina, ma che stava bene. Poco dopo sono stati i banditi a richiamare l’uomo, titolare della Intercarta, dicendogli che avevano sequestrato il figlio e che, per la sua libertà, pretendevano il pagamento di un riscatto pari a 200 mila reais (circa 75 mila euro). Alessandro Lorenzetti ha risposto che in casa disponeva solo di 15 mila reais (6 mila euro), da consegnare subito. I sequestratori hanno accettato e stabilito il luogo dell incontro, che sarebbe avvenuto di li a poco, nei pressi della fabbrica di famiglia. Quando l’imprenditore, a bordo di un auto, ha raggiunto il posto come poi ha riferito alla polizia – ha visto tre uomini incappucciati e, spaventato, ha deciso di non fermarsi. Tornato a casa, si è fatto nuovamente coraggio ed è tornato indietro. Ha pagato il riscatto, depositato all’interno di un sacchetto di plastica, che ha lasciato a pochi metri dall’ingresso della sua azienda. I rapitori lo avevano rassicurato che, una volta effettuato il pagamento, avrebbero liberato il ragazzo. Per tutta la notte, però, la famiglia è rimasta senza notizie di Matteo fino all’indomani mattina, verso le 7, quando il suo cadavere è stato trovato alla periferia di San José dos Campos, abbandonato in un terreno incolto. Secondo la polizia, che più tardi ha ritrovato anche l’auto della vittima lasciata dai banditi in una zona isolata, si è trattato di un tipico sequestro-lampo. Lo confermerebbe anche la fretta con cui i rapitori hanno accettato il pagamento della cifra offerta da Alessandro Lorenzetti, ben al di sotto della richiesta iniziale. Resta il mistero sul perché i malviventi, pur avendo ricevuto la somma pattuita, abbiano deciso di “giustiziare” l’ostaggio. Gli investigatori infatti che stanno esaminando le impronte digitali lasciate sull’auto della vittima sono convinti che il giovane sia stato assassinato prima del pagamento del riscatto. (ANSA).