Italia

Bioetica, nasce a Prato un centro regionale di ricerca

di Maria Cristina Caputi

E’ nato a Prato, lo scorso 23 giugno, il Centro di Bioetica «S. Gianna Beretta Molla». Frutto della riflessione scaturita dal corso biennale «Ai confini della vita», il Centro è lo strumento con cui i medici cattolici della Toscana, con tutti coloro che desiderano collaborare, intendono approfondire in modo sistematico i temi legati all’etica della vita; la nuova struttura, che si avvarrà di una convenzione con l’Università Cattolica di Milano, organizzerà corsi specialistici per gli addetti ai lavori e corsi più generali per un pubblico più ampio. «Dopo 17 anni, si realizza finalmente un sogno! Sarà un centro di formazione e di ricerca sulla bioetica – ha detto in apertura del convegno inaugurale Riccardo Poli, presidente dei medici cattolici toscani – e sarà aperto non solo ai medici ed agli operatori del settore sanitario, ma anche ai giuristi, agli insegnanti, alle persone che cercano un confronto serio e costruttivo in questo delicato ambito».

Il nuovo Centro è stato intitolato a S. Gianna Beretta Molla, il medico che ha sacrificato la propria vita, per salvare la bambina che portava in grembo. La sede ufficiale, grazie al patrocinio del vescovo Simoni, è presso il Conservatorio di S. Niccolò, a Prato; mentre la sede operativa sarà nei locali del Polo Universitario pratese. «Tutto questo – ha precisato Poli – è stato possibile per la disponibilità della diocesi di Prato e di mons. Simoni, che, con il dott. Paolo Brachi, ha permesso che il progetto si concretizzasse; un significativo contributo economico ci è giunto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato; mentre la Provincia di Prato ha assicurato al propria sponsorizzazione».

Poli, con soddisfazione, sabato 23 giugno, ha aperto il convegno inaugurale del Centro ed ha ammesso: «La maggior spinta a questo passo è venuta dall’enciclica Evangelium Vitae, ma l’occasione concreta è stata data dal successo del corso biennale di bioetica, terminato lo scorso anno». «Un buon medico – ha esordito il Giulio Masotti, dell’Università di Firenze – non è solo un buon tecnico, ma deve avere una solida competenza etica». Gratitudine e compiacimento sono stati espressi da mons. Gastone Simoni che ha benedetto «di cuore questa iniziativa, perché risponde ad una delle maggiori esigenze della vita di oggi; la bioetica è infatti una frontiera attraverso cui dobbiamo risvegliare la consapevolezza del vero senso della persona umana nella sua interezza».

Sulle sfide dell’etica personalista, si è invece soffermato mons. Ignacio Carrasco (Cei) che ha posto l’accento sul pericolo del relativismo, come rinuncia alla ricerca della Verità; su quello del moralismo, come rinuncia al desiderio del Bene; su quello dell’individualismo, come rinuncia all’incontro con l’altro. «La bioetica – ha concluso – deve dare certezze, sostenere il desiderio del Bene e tener conto dell’altro, senza arroccarsi sugli interessi individuali e utilitaristici, ma aprendosi alla solidarietà».

Da Paola Binetti, medico e parlamentare, è giunto invece un forte richiamo all’etica del lavoro quotidiano, attraverso il quale si può operare per il bene comune. Quindi, dopo aver sottolineato i rischi connessi al principio di autodeterminazione del paziente, visto come unico interprete capace di individuare il proprio bene, la Binetti ha fortemente sostenuto la necessità di «formazione del paziente», ma anche del medico che, ha detto, «si deve assumere l’onere di diventare educatore alla salute». Riferendosi poi al personalismo, che ha a cuore la persona tutta intera, ha invitato i medici cattolici a rispondere con competenza alle odierne sfide: «il medico cattolico – ha precisato – deve diventare un maestro della sintesi tra vita, bene e salute e deve saper essere un interlocutore credibile». Ha quindi concluso con l’auspicio che si riesca a dimostrare che «ci sono famiglie capaci di accompagnare fino in fondo un malato terminale e medici che non si sottraggono al loro compito»; anche perché «le omissioni dei medici cattolici rischiano di portare all’anticlericalismo, se sarà solo la Chiesa ad esporsi su certi temi!». Soffermandosi invece sui temi più strettamente giuridici, Carlo Casini ha contestato la necessità di imporre il testamento biologico. L’ultimo intervento del convegno è stato quello di suor Virginia Beretta, che ha brevemente illustrato la vita di sua sorella, S. Gianna, medico e madre esemplare, a cui è dedicato il Centro di Bioetica.